Estratto dell’articolo di Daniele Raineri per “la Repubblica”
Ismail Haniyeh
Hamas annuncia di avere consegnato la sua risposta all’accordo per il cessate il fuoco al Qatar e all’Egitto, lo stesso accordo che è stato negoziato prima a Parigi dieci giorni fa e poi al Cairo. Il contenuto non è ancora pubblico e le reazioni di chi l’ha letta sono diverse. Il Qatar dichiara che ci sono ragioni per essere ottimisti, sostanzialmente Hamas accetta la cornice dell’accordo e lo restituisce «con annotazioni», ma è già successo in questi mesi di guerra che fonti del Qatar abbiano dato buone notizie che poi non hanno avuto riscontro nella realtà.
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che era in Qatar dopo una tappa al Cairo – quindi i due compagni di negoziato – quando è arrivata la risposta di Hamas, se la cava con una gradazione in meno di ottimismo e tanta diplomazia: «C’è ancora molto lavoro da fare, ma crediamo ancora molto nella possibilità di raggiungere un cessate il fuoco e lavoreremo senza soste per riuscirci».
antony blinken benjamin netanyahu
Hamas nella dichiarazione ufficiale include gli stessi paletti che per ora hanno impedito di arrivare al cessate il fuoco: «Abbiamo trattato in modo positivo la cornice, in modo da garantire la cessazione completa e definitiva dell’aggressione e la fine della guerra, la fornitura di aiuti umanitari e soluzioni per l’alloggio e la riabilitazione, la revoca del blocco e lo scambio di prigionieri».
[...] E una fonte del governo citata dalla stampa israeliana dice che la risposta di Hamas è da considerare negativa, perché le condizioni poste dal gruppo palestinese sono inaccettabili. Fonti dell’intelligence israeliana, da cui provengono i negoziatori che partecipano alle trattative, sono molto più aperte e dicono che stanno esaminando le annotazioni fatte da Hamas su ogni parte dell’accordo, per andare a nuove trattative, e l’ufficio del Primo ministro Netanyahu conferma: «I mediatori del Qatar hanno consegnato la risposta di Hamas al Mossad, che sta valutando con attenzione i dettagli».
SALEH AL AROURI ISMAIL HANIYEH
Il negoziato si muove mentre la guerra entra in una fase particolare sia per il governo israeliano sia per Hamas. Secondo un rapporto confidenziale d’intelligence visto dal New York Times, trentadue ostaggi israeliani dei centotrentasei ancora nelle mani di Hamas sono morti (il Wall Street Journal parla di 50 dall’inizio della guerra, contro i 29 già accertati) e questo mette molta pressione su Netanyahu, fautore di una linea molto aggressiva che si può riassumere così: più le truppe avanzano dentro Gaza, più riusciremo a liberare gli ostaggi.
parenti degli ostaggi israeliani protestano contro netanyahu 4
Per ora non è successo e le famiglie e una parte molto decisa dell’opinione pubblica pensano che un quinto degli ostaggi non tornerà perché ogni giorno senza un cessate il fuoco è un giorno perduto. Hamas, che adesso come la maggior parte della popolazione di Gaza è nel sud della Striscia, ha avuto molte perdite, controlla ancora l’arrivo e la distribuzione di cibo ma – come è chiaro dalle sue richieste ripetute – ha molto bisogno di una tregua, temporanea o permanente che sia.
[...] Secondo il Wall Street Journal, gli israeliani avrebbero detto agli Stati Uniti e alle Nazioni Unite che non vogliono che l’Unrwa cessi le sue attività per ora, ma che vorrebbero una nuova organizzazione a fare la stessa cosa. L’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi ha perso molti stati finanziatori per colpa di sei dipendenti accusati di avere partecipato alle stragi del 7 ottobre. [...]
manifestazione contro netanyahu in israele 6 antony blinken benjamin netanyahu BENJAMIN NETANYAHU AL CONFINE CON IL LIBANO manifestazione contro netanyahu in israele 1