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    T'ASSICURO CHE CI SCONTRIAMO - LA LITE BANCO BPM E CATTOLICA DEFLAGRA SULLA JOINT VENTURE ''VERA'': CASTAGNA ESERCITA L'OPZIONE PER ACQUISTARE IL 65% DELLA SOCIETÀ, CON IL PRETESTO DEL ''CAMBIO DI CONTROLLO'', VISTO CHE LE GENERALI SI SONO PRESE IL 24,4% DI CATTOLICA. CHE DA QUESTA OPERAZIONE RISCHIA DI REGISTRARE UNA MINUSVALENZA SECCA DI OLTRE 500 MILIONI DI EURO


     
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    Gianluca Paolucci per “la Stampa

    GIUSEPPE CASTAGNA GIUSEPPE CASTAGNA

     

    Lo scontro tra Banco Bpm e Cattolica deflagra nel pomeriggio, a borse chiuse e preannuncia battaglie ben più ampie. Il punto di partenza è un comunicato con il quale la banca di piazza Meda informa il mercato della sua intenzione di «esercitare l' opzione» per l' acquisto del 65% che la compagnia detiene nella joint venture bancassicurativa Vera Vita e Vera Assicurazioni.

     

    Una mossa inattesa, notificata alla compagnia solo pochi minuti prima del comunicato al mercato e alla quale Cattolica reagisce con forza, contestando la fondatezza stessa dell' azione intrapresa dall' istituto guidato da Giuseppe Castagna.

     

    I nuovi equilibri

    Sullo sfondo c' è però ben più: una ridefinizione degli equilibri del credito, che passa dalla (possibile) fusione tra Banco Bpm e Bper e che ha proprio nella partnership assicurativa uno degli aspetti più rilevanti.

     

    CATTOLICA ASSICURAZIONE CATTOLICA ASSICURAZIONE

    Tra poco più di sei mesi (giugno 2021) scade la partnership con Covea sulla rete ex-Bpm. Con la chiusura anticipata dell' accordo con Cattolica sulla rete ex-Banco, Castagna si trova libero da vincoli per le (possibili) nozze. Se a questo si aggiunge che il primo socio di Bper è Unipol, è facile capire come lo scontro iniziato ieri vada ben al di là della distribuzione di prodotti assicurativi agli sportelli che erano dell' ex Banco Popolare.

     

    Il pretesto è il «cambio di controllo» in Cattolica avvenuto - secondo Banco Bpm - con l' ingresso delle Generali nel capitale (al 24,4%, appena sotto la soglia dell' opa obbligatoria), la trasformazione in spa della ex compagnia cooperativa approvato dall' assemblea, l' ingresso di tre rappresentati di Trieste nel cda della compagnia veronese. Da qui la comunicazione di esercitare l' opzione, al prezzo di 335,7 milioni per il 65%. Per Cattolica, che a novembre del 2017 aveva pagato 853,4 milioni per la joint venture, significa una minusvalenza secca di oltre 500 milioni di euro.

    carlo fratta pasini giuseppe castagna carlo fratta pasini giuseppe castagna

     

    E' il secondo accordo che «salta» in pochi mesi dopo quello con Ubi Banca acquisita con Intesa Sanpaolo.

    Quanto basta a giustificare la reazione altrettanto secca e decisa: non c' è nessun cambio di controllo, dice Cattolica in comunicato. Quindi, l' iniziativa di Bpm è «del tutto priva di fondamento, sotto ogni profilo, non trovando riscontro in alcuna previsione né di legge né di contratto come attestato da autorevoli pareri legali indipendenti e dagli orientamenti espressi dalle Autorità di Vigilanza». Cattolica ha definito come «solo potenziali e del tutto teorici» gli effetti dell' opzione, rivendicando a sua volta «rilevanti crediti derivanti dagli inadempimenti del Banco Bpm» e riservandosi «ogni azione a tutela della posizione».

     

    La posizione di Generali Resta da vedere quale sarà la posizione delle Generali - e del suo socio Mediobanca - di fronte a quella che di certo è una perdita di valore dell' asset nel quale ha investito da poco 300 milioni di euro.

    Bedoni Bedoni

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