Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
lucia pasqualini - francesco maria talo' - Musalia Mudavadi
Lo ha fatto lui, nessuna richiesta da parte di Giorgia Meloni. Lo ha spiegato ad un amico: «Che altro potevo fare, era diventata una situazione insostenibile...». Lo ha fatto di prima mattina, appena arrivato in ufficio, ha scritto una lettera e l’ha consegnata a chi di dovere. Non sappiamo se nelle mani della premier o attraverso gli uffici. Sappiamo solo che poche ore più tardi, al telefono, con le lacrime agli occhi, ha commentato con molta mestizia: «Quaranta anni di carriera buttati via in questo modo...».
Quella di Francesco Talò, ambasciatore di grado, già capo della nostra diplomazia in Israele e alla Nato, 65 anni, è una vicenda in parte incomprensibile. Chissà se mai una ricostruzione dettagliata del pasticcio di cui è stato vittima e carnefice allo stesso tempo verrà resa pubblica. Di sicuro con lui la premier è stata durissima in conferenza stampa, al termine del Consiglio dei ministri: «Una vicenda gestita con leggerezza, un danno alla Nazione».
Francesco Maria Talo
Sembra che il rapporto fra Talò e Meloni non sia mai decollato, forse anche per il carattere mite, schivo, agli antipodi della premier, che ha sempre contraddistinto il primo. E forse un pizzico di responsabilità l’ha avuto anche un incastro involontario di dati: ovvero la nomina, un anno fa, di un ambasciatore a fine carriera (andrà in pensione il primo marzo) in corrispondenza con l’inizio di un mandato di una premier che punterà tantissimo proprio sulla politica estera.
Francesco Maria Talo.
[…] Restano degli interrogativi enormi: come mai non è stato chiamato al telefono il nostro ambasciatore presso l’Unione africana, che risiede ad Addis Abeba, e che avrebbe impiegato pochi minuti (una telefonata al capo di gabinetto di Moussa Faki, il presidente dell’Ua) per smascherare il tranello organizzato dai russi?
E ancora più incomprensibile appare la leggerezza per Francesco Talò, che non ha sentito puzza di bruciato, nonostante abbia diretto negli anni passati la struttura per la cybersecurity della Farnesina. In questo caso serviva una verifica analogica, persino un semplice sms alla segretaria di Moussa Faki (almeno quello vero), che però evidentemente non è stata espletata.
lucia pasqualini
«Anche se per pochi mesi non avrebbe comunque potuto più fare il suo lavoro, era diventato un’anatra zoppa», commentano i colleghi che gli vogliono bene, che però conoscono i meccanismi della diplomazia. E anche le lettere che sono partite in queste ore dalle ambasciate romane dei vari Stati ai rispettivi governi, per raccontare una vicenda di cui Talò è stato protagonista negativo, quantomeno per omesso controllo o per responsabilità oggettiva, istituzionale.
Ora ovviamente ci si chiede se la sorte di Talò possa toccare anche ad altri, se tutto l’ufficio possa subire un rimescolamento, e in particolare se la consigliera Lucia Pasqualini che da poco tempo si occupava di Africa se ne occuperà anche in futuro. […]
VIGNETTA DI ALTAN SU GIORGIA MELONI
lucia pasqualini