Enrico Paoli per "Libero"
ANNA MARIA TARANTOLAPrima il dovere, con l'infornata di nomine e la rivoluzione copernicana dei direttori di rete che diventato consiglieri di amministrazione della Sipra, e poi il piacere, ovvero un pranzo a base di pesce per siglare il patto della spigola con i vertici delle reti e dell'intrattenimento targato Rai. Obiettivo dichiarato mettere a punto le linee editoriali dei canali Rai in modo «collegiale », evitando gli errori del passato, quando ognuno andava per conto suo, stilando il palinsesto a seconda dei propri input e non di quelli aziendali.
IL NUOVO CDA RAI TARANTOLA GUBITOSIIl nuovo corso della tv pubblica, che porta la firma del presidente del Cda, Anna Maria Tarantola, e il direttore generale, Luigi Gubitosi, che assomiglia tanto ad un processo di "normalizzazione", passa anche attraverso questi riti da prima Repubblica. E siccome di un rito si è trattato, come avveniva ai tempi della Dc, più che le portate servite conta chi è stato servito a tavola. Insomma, chi c'era vince, chi è rimasto fuori perde, secondo la logica di viale Mazzini.
TARANTOLA GUBITOSIAl vertice della spigola erano presenti il direttore dell'intrattenimento Giancarlo Leone, impegnato a delineare il quadro entro il quale dovrà muoversi Fabio Fazio per il prossimo Sanremo, la neo responsabile della Fiction Eleonora Andreatta, decisa a far valere subito il proprio peso contrattuale, l'amministrazione delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco, il direttore di Rai Educational Silvia Calandrelli, i responsabili dei tre canali generalisti (Uno, Due e Tre), Mauro Mazza, Pasquale D'Alessandro e Antonio Di Bella e quelli dei canali tematici del digitale terrestre. Assenti "illustri" i vice direttori generali Antonio Marano e Gianfranco Comanducci, nonostante siano i responsabili dell'offerta radiotelevisiva il primo e degli approvvigionamenti il secondo.
COMANDUCCI IN BICIAssenze rese ancor più «vistose», stando al gossip che si è scatenato a viale Mazzini mentre era ancora in corso il pranzo, dalla presenza al tavolo aziendale del direttore delle Risorse televisive (ovvero di colui che materialmente stila i contratti con le star) Valerio Fiorespino, uomo forte dell'ex direttore generale Lorenza Lei. Anche lei assente. Perché lui sì e loro no? Domande che, in Rai, significano automaticamente salita o discesa nella scala dei valori. E del potere, come nel caso del consiglio di amministrazione, messo ai margini dal duo Tarantola-Gubitosi.
MARANOVa detto che al pranzo non c'erano nemmeno i direttori di testata. Con i telegiornali, però, la partita è più complessa, visto che ci sono di mezzo gli equilibri politici. E prima di affrontare il capitolo informazione il direttore generale e il presidente del Cda vogliono avere le idee chiare su chi resta e chi va. A partire dal Tg1, dove il mandato di Alberto Maccari scade a fine anno.
GIANCARLO LEONEIl calo due punti di share rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (il dato riguarda agosto) dell'ammiraglia dell'informazione Rai è un segnale che non può essere sottovalutato, nonostante la forbice con il Tg5 si sia allargata. Ma il problema, ora, non è più la concorrenza, bensì la qualità del prodotto per fare fatturato. Come hanno fatto chiaramente capire la Tarantola e Gubitosi con il cambio al vertice della Sipra, sancito dal consiglio di amministrazione.