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    TEMPESTA SU GENERAL ELECTRIC! - HARRY MARKOPOLOS, LA TALPA CHE AVEVA DENUNCIATO LA TRUFFA DI MADOFF, SOSTIENE CHE IL CONGLOMERATO USA NASCONDE 38 MILIARDI DI PERDITE NEI SUI BILANCI, GRAZIE A PRATICHE CONTABILI DISCUTIBILI E SPINGENDOSI FINO A DEFINIRLA “UNA FRODE MAGGIORE DI ENRON” - IL GRUPPO REPLICA: “RICOSTRUZIONE FALSA, È UNA MANIPOLAZIONE DEL MERCATO” - IL TITOLO RECUPERA DOPO AVER PERSO OLTRE 9 MILIARDI DI CAPITALIZZAZIONE


     
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    Gianluca Paolucci per “la Stampa”

     

    Harry Markopolos Harry Markopolos

    Il giorno dopo la tempesta General Electric prova a rialzare la testa e recupera almeno in parte i nove miliardi di persi nella seduta di Ferragosto. Tempesta innescata da Harry Markopolos, professione whistleblower, noto alle cronache finanziarie per denuciato per anni, inascoltato, la frode dei fondi di Madoff. In un rapporto di 175 pagine, frutto di sette mesi di lavoro di un team di analisti, Markopolos sostiene che il conglomerato Usa nasconde 38 miliardi di perdite nei sui bilanci, grazie a pratiche contabili quantomeno discutibili e spingendosi fino a definire quella di Ge «una frode maggiore di Enron». Ovvero, il principale scandalo della storia finanziaria americana.

     

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    Ge ha respinto con forza le accuse, bollandole come "pura e semplice manipolazione del mercato. Il rapporto contiene dichiarazione false, che avrebbero potuto essere corrette se avesse contatto Ge prima di pubblicarlo" afferma l' amministratore delegato Larry Culp, accusando Markopoulos di aver messo a punto il rapporto solo per aiutare chi vende allo scoperto creando volatilità nei titoli Ge. Markopoulos è stato mosso dal suo suo interesse per un profitto personale e non da da uno spirito per un' accurata analisi finanziaria, aggiunge Culp. L' Ad ha anche comprato azioni per 2 milioni di dollari, per dare un segnale di fiducia ai mercati.

     

    Mossa che al momento sembra aver funzionato, dato che ieri il titolo di Ge ha recuperato oltre il 6% dopo che alla vigilia aveva perso l' 11,5% bruciando nove miliardi di capitalizzazione.

     

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    Secondo Markopolos, Ge dovrà rafforzare le sue riserve di 18,5 miliardi di dollari in contanti: se non lo farà il rischio è che si avvii verso la bancarotta. I problemi principali sarebbero stati individuati nella divisione che si occupa della tutela sanitaria e walfare aziendale (Ltc), dove socondo i calcoli del team di Markopolos mancherebbero 28 miliardi di dollari per far fronte agli impegni potenziali nei confronti dei dipendenti.

     

    Problemi anche nella divisione Oil and gas, che dopo l' acquisizione di Baker Hughes è stata scorporata del conglomerato che continua però ad avere oltre il 50% della nuova entità. Divisione che ha una forte presenza anche in Italia dove fa capo a Ge la ex Pignone di Firenze.

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    Ma la di là delle accuse di Markopoulos, personaggio controverso e non particolarmente amato dalla comunità finanziaria newyorchese, Ge è da tempo impegnata in una complessa ristrutturazione. Sul gruppo pesa ancora la complessa acquisizione di una parte delle attività di Alstom. Completata nel 2017, nel 2018 ha portato svalutazioni per 22 miliardi di dollari legate agli avviamenti. La divisione Ltc è peraltro da tempo all' attenzione dei vertici del gruppo. Nel luglio 2017 Ge aveva annunciato una revisione delle proprie riserve che nel gennaio 2018 avevano portato all' accantonamento di altri 15 miliardi.

    Una somma ancora lontana dall' essere sufficiente, secondo Markopoulos.

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