Claudia Voltattorni per il "Corriere della Sera"
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Sottosegretario, sabato e domenica si sono viste migliaia di persone in giro, molte senza mascherina, coprifuoco non rispettati, parchi e spiagge affollati: la pandemia è finita?
Pierpaolo Sileri, 48 anni, romano, medico chirurgo, ma anche politico dei Cinque Stelle, già viceministro della Salute nel Conte 2, ora è sottosegretario, sempre alla Salute, nel governo Draghi, ma pronto, finita l'esperienza politica, a tornare a fare il medico a tempo pieno, risponde deciso: «No, il Covid c'è ancora. Fino a che avremo questi numeri di ricoveri in terapia intensiva e decessi, non possiamo abbassare la guardia. Io dico: continuiamo a non fidarci, questo è un virus cattivo».
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È pessimista per i prossimi mesi?
«No, tutt'altro. Ma capisco le persone e il bisogno di ricominciare a fare una vita normale, serve ancora pazienza per 2-3 settimane, aspettare che si concludano le vaccinazioni di tutti gli over 80 e che si arrivi a 30 milioni di italiani coperti con almeno la prima dose di vaccino».
Cosa dobbiamo fare nel frattempo?
«Continuare a rispettare le regole: mantenere la mascherina; rispettare il distanziamento; pulire sempre le mani; non assembrarsi soprattutto: questa sarà davvero la cosa più importante. Se sono al bar a prendere un caffè e intorno ho molte persone, finito il caffè devo rimettere la mascherina per proteggermi».
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Intanto stanno ripartendo tutte le attività, dai ristoranti a palestre, spiagge, piscine, cosa dobbiamo aspettarci?
«I contagi saliranno di nuovo. Ma con 500 mila vaccinazioni al giorno, aumenterà anche il numero delle persone vaccinate e l'aumento dei contagi non dovrebbe avere effetti sui ricoveri».
Perché l'Italia quasi ogni giorno conta ancora tra i 200 e i 300 morti per Covid?
«Quei decessi sono ancora parte della terza ondata. Ma se la campagna vaccinale continua ad andare avanti così, entro la fine del mese quel numero si dimezzerà».
Qualche giorno fa la Gran Bretagna ha contato un solo decesso per Covid: succederà anche in Italia?
«In giugno anche noi saremo come la Gran Bretagna. L'unica cosa che temo davvero è che vaccinati anche i trentenni, si penserà che il virus sia scomparso e in pochi sotto i 30 anni si vaccineranno».
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Quando toccherà ai più piccoli invece?
«Dipende dal lavoro di ricerca delle aziende farmaceutiche, ma forse per settembre potrebbe partire la vaccinazione anche dei 12-16enni».
Servirà una terza dose?
«No, oggi non è prevista. Pur non conoscendo del tutto questo virus, si è calcolato che l'immunità possa durare fino a 8 mesi. In Israele se n'era parlato per le nuove varianti, ma poi è stata esclusa».
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In autunno, potrebbe arrivare una nuova ondata?
«Per quei mesi, tutti dovrebbero essere vaccinati, ma dopo potremmo dover fare un nuovo vaccino a vasto raggio che copra tutte le varianti. Bisogna vedere come si comporterà il virus».
Arriveremo mai all'immunità di gregge?
«No. Questo è un virus strano. Continuerà ad abitare nelle persone, magari in forma più leggera, ma dovremo continuare a conviverci».
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Quando arriverà il «Green pass» per andare in vacanza?
«Entro due settimane: sarà un ulteriore stimolo a farsi vaccinare».
Cosa pensa dello stop ai brevetti proposto dal presidente Usa Joe Biden?
«Penso vada esplorata una forma di sospensione, ma è importante pensare al lavoro fatto finora dalle aziende farmaceutiche, togliere il brevetto non dà un grosso vantaggio nell'immediato e rischia di fermare la ricerca. Piuttosto ora è meglio percorrere altre strade, come la produzione del vaccino per conto terzi, o accordi per produrre vaccini "no profit": va trovata una via di mezzo».