Estratto dell'articolo di Claudia Guasco per il Messaggero
Un drone usa MQ-9 Reaper
Le parole del portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale tradiscono la profonda irritazione degli Stati Uniti. «Ci sono state altre intercettazioni simili, ma questa è degna di nota perché è stata avventata e poco professionale», afferma John Kirby. Ad alzare il livello di tensione sul Mar Nero, area costantemente monitorata dalla Nato dall'inizio della guerra in Ucraina, è la collisione, definita «sconsiderata» dal Pentagono, di un caccia russo con un drone Usa.
Secondo la ricostruzione, l'MQ-9 Reaper stava operando nello spazio aereo internazionale quando uno dei due jet Flanker SU-27 lo ha superato scaricando intenzionalmente carburante, colpendolo all'elica e costringendo gli Stati Uniti ad abbatterlo. Un attacco che non resterà senza conseguenze. La Casa Bianca ha convocato l'ambasciatore di Mosca a Washington Anatoly Antonov. Il Dipartimento di Stato ha espresso «le preoccupazioni per questa intercettazione scorretta», ha detto il portavoce Ned Price.
AEREI RUSSI
L'AVVERTIMENTO Si tratta del primo scontro diretto tra Stati Uniti e Russia dall'inizio dell'invasione e nonostante tutti gli sforzi dell'Occidente per non farsi trascinare in uno scenario da Terza guerra mondiale, il timore è che innalzi i rischi di allargamento del conflitto. Con l'incubo di un confronto aperto tra le due potenze nucleari. Kirby invia un primo avvertimento al Cremlino: «Non sappiamo quale fosse l'intenzione dei russi, se il messaggio era quello di esercitare deterrenza contro i nostri sorvoli nello spazio aereo internazionale sul Mar Nero, o la nostra navigazione, è destinato a fallire». Mosca tuttavia respinge ogni responsabilità e fornisce la sua versione.
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I jet russi, assicura il Cremlino, non sono entrati in contatto né hanno usato armi contro il drone americano, precipitato a causa delle sue stesse «brusche manovre». Ma per gli analisti la minacciosa azione dei due Flanker denuncia l'insofferenza di Mosca nei confronti delle operazioni Nato nell'area e «potrebbe portare a calcoli errati e a un'escalation involontaria», mette in guardia Us Eucom, il comando degli Stati Uniti per l'Europa. Inoltre si inserisce in una fase cruciale del conflitto: le forze ucraine hanno subito perdite significative di uomini e armi dall'inizio della guerra e i funzionari occidentali stanno mettendo in dubbio che resistere a Bakhmut sia una strategia oculata.
(…) I Paesi occidentali hanno finora rifiutato di inviare aerei da combattimento a Kiev e la Polonia, già determinante nel convincere gli alleati europei a mandare armi pesanti, rilancia: «Noi potremmo fornire all'Ucraina aerei da combattimento Mig in poche settimane», annuncia il primo ministro Mateusz Morawiecki.
JET RUSSO COLPISCE DRONE AMERICANO SUL MAR NERO
Estratto dell’articolo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il Corriere della Sera
DRONE AMERICANO REAPER
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Dopo l’incidente il comandante militare della Nato, il generale Christopher Cavoli, ha subito informato i trenta Stati che fanno parte dell’Alleanza Atlantica. «Il nostro velivolo MQ-9 stava conducendo operazioni di routine nello spazio aereo internazionale, quando è stato intercettato e colpito da un aereo russo, un incidente che ha comportato la perdita dell’apparecchio», ha precisato il generale della U.S. Air Force James Hecker, a capo dell’aeronautica americana in Europa e Africa.
I caccia russi hanno volato vicino al drone statunitense sul Mar Nero per «circa 30, 40 minuti prima di entrare in collisione», ha spiegato il portavoce del Pentagono Pat Ryder. «Questo incidente segue uno schema di azioni pericolose da parte di piloti russi che interagiscono con velivoli statunitensi e alleati nello spazio aereo internazionale, anche sul Mar Nero», ha scritto in una nota lo Us Eucom, il comando degli Stati Uniti per l’Europa. «Queste azioni aggressive da parte dell’equipaggio russo sono pericolose e potrebbero portare a calcoli errati e a un’escalation involontaria».
PUTIN BIDEN
Incidenti simili sono frequenti da almeno un decennio, ha notato la ricercatrice della Rand Corporation Dara Massicot, che ha analizzato decine di casi e ritiene che lo scontro fra il jet russo e il drone americano faccia parte dei «segnali coercitivi» che Mosca invia agli alleati, in particolare nel Mar Nero e nel Baltico, e che ne replichi le modalità. Quello di oggi è però il primo confronto diretto fra Stati Uniti e Russia dall’inizio del conflitto, anche se nei cieli del Mar Nero i velivoli alleati — che monitorano da vicino il conflitto — e quelli russi hanno costanti interazioni.
Ci sono stati altri intercettamenti, ha precisato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby, ma questo è degno di nota perché è stato «pericoloso e non professionale. In questo senso è stato unico. Non sappiamo quale fosse l’intenzione dei russi», ha aggiunto, «ma se il messaggio era quello di esercitare deterrenza contro i nostri sorvoli nello spazio aereo internazionale sul Mar Nero, o la nostra navigazione in acque internazionali sul Mar Nero, è destinato a fallire».
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«Voglio sottolineare che i piloti russi hanno agito in modo molto professionale, non c’è stato alcun contatto e non c’è stato alcun uso di armi», ha replicato l’ambasciatore Antonov durante l’incontro di mezz’ora a Foggy Bottom con Karen Donfried, vice del segretario di Stato Antony Blinken. «La Federazione russa considera una provocazione l’incidente con il drone americano nei cieli sopra il Mar Nero. La Russia non sta cercando lo scontro con gli Stati Uniti», ha aggiunto il diplomatico, sottolineando la necessità che Washington e Mosca agiscano «con molta attenzione» dopo gli ultimi eventi.
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