MARIA ELENA VINCENZI per repubblica.it
Avevano costituito una cellula eversiva anarco-insurrezionalista, che aveva come base un centro sociale di Roma, il Bencivenga Occupato, a Batteria Nomentana, e puntava a riorganizzare il movimento anarchico.
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Sono sette le persone arrestate dai carabinieri del Ros con le accuse di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi e altri reati. Tra loro anche una donna.
Due degli anarchici indagati nell'ambito dell'operazione 'Bialystok' sono stati localizzati all'estero, in Francia e in Spagna. Nei loro confronti la procura di Roma aveva emesso un mandato di arresto europeo.
Un arrestato sarebbe tra i responsabili dell'attentato esplosivo alla Stazione dei carabinieri di Roma San Giovanni nel 2017, rivendicato dalla Federazione Anarchica Informale. L’ordigno artigianale, occultato all’interno di un termos di metallo, contenente 1,6 kg di esplosivo, aveva provocato ingenti danni all’ingresso della caserma e per poco non aveva investito con la sua esplosione una passante.
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I provvedimenti sono stati notificati dai carabinieri del Ros a cinque delle persone finite in carcere stamane: Claudio Zaccone, 33enne messinese, Roberto Cropo, 34enne torinese, Flavia Di Giannantonio, 39enne romana, Nico Aurigemma, 30enne romano e Francesca Cerrone, 31enne trentina.
La Cerrone si trovava in Spagna da diverso tempo: è stata arrestata nei pressi di Almerìa con la collaborazione della "Comisarìa general de informaciòn" del Corpo nazionale di polizia mentre Cropo è stato rintracciato a bordo di un camper a Saint Etienne con la collaborazione della "Sottodirezione anti terrorismo (Sdat)" della Direzione centrale polizia giudiziaria francese.
Avevano tutti contatti con anarchici greci, cileni e tedeschi. In Grecia è molto attiva la "Cospirazione delle Cellule di Fuoco", gruppo terroristico aderente al cartello FAI-FRI, responsabile, nel novembre 2010, dell'invio - via posta - di 14 ordigni esplosivi ad ambasciate straniere in Grecia e a rappresentanti di governo all'estero.
"Si tratta - spiegano i militari - di un nuovo gruppo d'azione, che aveva elaborato e portato a compimento un programma eversivo cristallizzato in un documento clandestino dal titolo 'Dire e sedire', destinato ai compagni affini per ideologia, con cui portare avanti una 'conflittualita' viva e accesa".
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Il gruppo - secondo quanto ricostruito dagli investigatori - mirava a "riorganizzare il movimento anarchico superando 'ogni localismo', per avviare una nuova fase dell'insurrezionalismo, che avvicinasse i diversi gruppi, così da colpire l'organizzazione democratica e costituzionalmente organizzata dello Stato".
Nel progetto, gli arrestati volevano anche sostenere, con atti di terrorismo, gli imputati nel processo "Panico", conclusosi a Firenze nel luglio 2019 con pesanti condanne nei confronti degli imputati, accusati, tra l'altro, dell'attentato alla libreria "Il Bargello" (area CasaPound Italia) di Firenze, compiuto il primo gennaio 2017. Tra gli imputati del processo, grande attivismo solidale era rivolto al detenuto Pierloreto Fallanca, oggi destinatario della misura degli arresti domiciliari, stessa misura per Daniele Cortelli.
Il gruppo eversivo disarticolato nell'odierna operazione si rifaceva ai dettami strategici di Alfredo Cospito, ideologo della Fai, attualmente detenuto presso il carcere di Ferrara per partecipazione alla Federazione anarchica informale-fronte rivoluzionario internazionale), oltre che per la gambizzazione dell'ingegnere Roberto Adinolfi, avvenuto a Genova il 7 maggio 2012.
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E a Cospito è legato il nome dell'indagine, con riferimento al libro clandestino dal titolo 'Anarchici di bialystok 1903-1908', edito con la collaborazione degli anarchici Fai detenuti, che sottolinea in chiave istigatoria come le gesta degli anarchici russi, fatte di omicidi, attentati e forme di terrorismo in danno dei padroni, debbano trasmettere "forza, tenacia, coerenza, esperienza viva", ispirando le azioni degli anarchici di oggi.
Diversi gli episodi contestati nell’ordinanza. Oltre all’attentato alla stazione dei carabinieri, anche l’incendio di tre macchine Enjoy, con l'intento di colpire l'azienda Eni, nel marzo del 2019. La cellula, riconducibile al Fai, aveva anche prodotto una serie di documenti: nel mirino tutto ciò che per loro rappresentava il potere, il sistema. Quindi banche, stazioni dei carabinieri, grandi aziende.
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