Rodolfo di Giammarco per “La Repubblica”
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È bellissima. È alta un metro e ottanta. È longilinea e sfuggente. Ha una sconfinata bellezza di tipo che direste androgino. È stata sempre ribelle, prima comunista, poi nel partito socialista scozzese. Ha cominciato come attrice teatrale. Poi è diventata la musa di Derek Jarman per un decennio. Ruoli ambigui, di genere mutevole, di un'indecifrabilità di porcellana. Contesa nel tempo dai fratelli Coen, da Jim Jarmush, da Guadagnino. E ora Tilda Swinton entra in tutto il repertorio di Pasolini.
È una prima mondiale, la performance interpretata da lei e ideata da Olivier Saillard "Embodying Pasolini", oggi dalle ore 18 alle 22 negli spazi della Pelanda e del Padiglione espositivo del Mattatoio, con accesso ormai esaurito ma visibilità per tutti grazie al live streaming su www.romaison.it. L'atteso evento si inserisce nel progetto Romaison sul rapporto tra costume e moda, organizzato da Zètema e curato da Clara Tosi Pamphili.
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Circa quaranta abiti disegnati da Danilo Donati per i film di Pier Paolo Pasolini, realizzati e custoditi dalla Sartoria Farani, e una selezione di forme di legno del Laboratorio Pieroni, utilizzate per creare i capelli indossati nei film, caratterizzeranno come presenze misteriose i luoghi dell'atelier in cui si sviluppa "Embodying Pasolini", con drammaturgia di Saillard e Swinton. Lui, Olivier Saillard, è ex direttore del Museo Galliera di Parigi, ed è anche un fashion curator di fama mondiale. Lei, la popolarissima e illustre Tilda Swinton, è icona del cinema internazionale, Leone d'Oro alla carriera nel 2020.
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Sarà Tilda Swinton a provare i costumi di " Vangelo Secondo Matteo", " Uccellacci e uccellini", "Edipo Re", "Porcile", "Il Decameron", "I racconti di Canterbury", "Il fiore delle Mille e una Notte", fino a " Salò o le 120 giornate di Sodoma": una cinematografia svuotata dai corpi degli attori, col retaggio di vestiti, cappotti e fogge che sono opere di fili intrecciati da indossare, negli spazi dell'ex mattatoio di Testaccio.
Una galleria di abiti e di memorie che saranno soggetto e oggetto d'una pratica evocativa, lasciando a Swinton il compito di raccontare dialoghi e battute, persino attraverso i buchi e i vuoti d'una manica. Con il fisico insinuante che lei ha.
pier paolo pasolini
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