Fulvia Caprara per La Stampa
tim roth c
Il conte Dracula nella recita scolastica del Camberwell College of Arts di Londra, poi uno skinhead neo-nazista nel film tv del debutto, Made in Britain , anno 1982. Il destino lavorativo di Tim Roth sembrava segnato, un malvagio contorto e senza speranza, ma le cose non sono andate così. Passo dopo passo, l' attore inglese figlio del giornalista Ernie e della pittrice di panorami Anne ha saputo esprimere mille, diverse sfumature caratteriali.
E c' è stato anche chi, come Giuseppe Tornatore, ha individuato nei suoi tratti una certa nascosta malinconia, perfetta per il protagonista della Leggenda del pianista sull' Oceano , forse specchio delle vicende personali che quasi due anni fa l' hanno spinto a svelare la sua infanzia di abusi. Attore ricercatissimo e regista sensibile nel 1999 di Time Zone , Tim Roth terrà una Masterclass e sarà premiato il 30 a Catanzaro, nell' ambito del Magna Graecia Film Festival diretto da Gianvito Casadonte.
Ha lavorato con autori opposti, per esempio Giuseppe Tornatore e Quentin Tarantino.
tim roth
Con il primo come è andata?
«Giuseppe è profondamente siciliano, e questo mi piace molto. La lavorazione del film è stata lunga e complessa, abbiamo passato parecchio tempo a Odessa, dovevo imparare a suonare il piano, ma il problema più grande riguardava la comunicazione con lui. L' inglese di Giuseppe non era molto buono e facevo fatica a comprenderlo. Però il risultato è bello, un film affascinante, alla vecchia maniera».
Che cos' altro ricorda del set?
«Per un periodo siamo stati a Cinecittà e accanto a noi, nello storico Teatro 5 di Fellini, si registrava uno show per la tv di Berlusconi, una cosa piuttosto volgare, direi "cheap". Mi faceva sorridere il contrasto, da una parte quel programma pieno di ragazze che ci gironzolavano intorno, dall' altra Tornatore impegnato nella sua creazione artistica».
A Quentin Tarantino la unisce un sodalizio di vecchia data.
tim roth giurato a venezia
Quando è nato?
«Ci siamo conosciuti 25 anni fa, ai tempi delle Iene . Di Quentin mi hanno colpito l' enorme energia e la grande disciplina sul set, una passione trascinante. Ci siamo trovati bene subito, abbiamo parlato tantissimo fumando e bevendo birre».
Vi incontrate spesso? «Sì, come gli altri che fanno parte del gruppo che ha lavorato con lui fin dall' inizio siamo rimasti in contatto. L' ho visto un paio di giorni fa, scrive la sceneggiatura del suo prossimo film, credo che sia il miglior regista della sua generazione».
È vero che sul set di «Funny Games», diretto da Michael Haneke, si è trovato malissimo?
quentin tarantino (2)
«Ammiro molto Haneke, ma girare quella storia è stato davvero difficile, il soggetto era terribilmente duro e all' epoca uno dei miei figli aveva l' età dei ragazzi protagonisti. Mi faceva molta impressione calarmi in un clima così violento».
In che modo sceglie i suoi ruoli?
«Non ho una regola fissa. Anzi, le ragioni cambiano sempre.
Certe volte si fanno anche film per sbarcare il lunario. Comunque in genere decido in base alla sceneggiatura, se scatta quel clic vuol dire che sono sulla buona strada».
A Catanzaro sarà proiettato «Chronic», il film di Michel Franco premiato per la sceneggiatura al Festival di Cannes del 2015, in cui interpreta un infermiere che cura i malati terminali. Che esperienza è stata?
quentin tarantino 8
«Molto dura, soprattutto all' inizio, perché la storia ha a che vedere con la fine della vita delle persone. Prima di girare ho incontrato tanti pazienti in quelle condizioni, ho ascoltato i loro racconti. In genere erano contenti di regalarmi il loro tempo e volevano essere sicuri che io capissi bene in che stato mentale si trovavano».
Ha recitato nella serie «Tin Star» prodotta da Sky Atlantic, dal 5 settembre in onda anche sulla Sky italiana. Che cosa racconta?
«Una vicenda strana e divertente. Sono un poliziotto inglese che vive in una cittadina del Canada in apparenza tranquilla. Ma a un certo punto succede qualcosa che cambia tutto».
TIM ROTH LE IENE
Le piace lavorare nelle serie tv?
«Dipende. Se sei il personaggio centrale sì, perché l' ampiezza del formato consente di svilupparne al meglio il carattere, e questo è molto importante».
Tornerà a dirigere? «Certamente, avrei voluto farlo anche prima, ma sono padre di tre figli e non ho trovato il tempo per dedicarmi a una nuova regia. Adesso ci sto pensando, ho già pronta un' idea».
giuseppe tornatore foto andrea arriga tim roth