Gianluca Di Feo per "la Repubblica"
gulfstream caew
Il cielo in uno schermo. E anche la terra e il mare: più di mezza Italia catturata dagli occhi elettronici di un singolo aereo militare. Basta che decolli dalla base di Pratica di Mare e accenda il "sistema" per mettere sotto controllo la Penisola tra l'isola d'Elba e Lampedusa, tra Alghero e il Gargano: sul display appaiono migliaia di velivoli, navi, veicoli.
Tutti già analizzati dall'intelligenza artificiale, che li presenta con simboli e colori diversi, mettendo in evidenza quelli che meritano un'attenzione prioritaria. C'è un senso di vertigine. Ogni cosa è illuminata dai sensori e schedata dagli apparati informatici: basta un doppio clic sul trifoglio verde ed ecco comparire le informazioni complete sul mercantile a largo di Napoli. Un altro doppio clic sul triangolo rosso che sfreccia a Sud di Siracusa e appaiono i dati di un jet.
interno del gulfstream caew
Partecipare a una missione del Gulfstream Caew è come fare un salto nel futuro, entrando in una dimensione della sorveglianza globale che supera l'immaginazione e i film di spionaggio.
È la prima volta che a un giornalista viene permesso di assistere all'attività operativa: si tratta dell'aereo militare forse più tecnologicamente avanzato al mondo, con un livello di segretezza massimo.
Ed è anche uno dei mezzi bellici più costosi: circa 450 milioni di euro. L'Aeronautica italiana ne schiera due, affidati al 14mo Stormo di Pratica di Mare, a pochi chilometri da Roma.
gulfstream caew 2
All'esterno il Gulfstream Caew è identico a un lussuoso bireattore d'affari su cui i milionari viaggiano a mille all'ora. All'interno invece è spartano: il ventre buio di una balena metallica, dove si cammina dentro gli elementi del radar che ricordano Hal 9000, il supercomputer ribelle di "2001 Odissea nello Spazio".
La fusoliera è imbottita di strumentazioni, tutte israeliane. Il radar a scansione copre a 360 gradi un raggio di oltre 300 chilometri, ma contemporaneamente può focalizzare impulsi mirati su una singola area per distinguere quello che si nasconde in una gola di montagna o in un bosco. Non gli sfugge nulla; nemmeno i piccoli droni teleguidati, neppure un'automobile.
gulfstream caew 1
In più c'è un sensore per l'intelligence elettronica che capta qualunque emissione, l'analizza e l'identifica. Si chiama "supremazia informativa": la conoscenza totale della situazione, senza zone d'ombra, quella che decide i conflitti moderni e può azzerare gli attacchi terroristici.
In pochi minuti il Caew è davanti a Trapani e inizia a volare in circolo. L'esercitazione è classica: proteggere il recupero di un gruppo di ostaggi. Potrebbe essere in Libia: gli basterebbe spostarsi un poco a Sud per sorvegliare Tripoli e Bengasi.
aereo spia
L'obiettivo questa volta è in Sardegna: il piccolo aeroporto di Arbatax, dove una coppia di commandos mimetizzati vigila sulla pista. Nel Tirreno un cacciabombardiere è pronto a intervenire per sventare imboscate.
Il terreno è pieno di "presenze ostili" che attivano dei missili terra-aria portatili. La centrale volante li scopre subito e trasmette l'allarme. In cuffia si alternano le voci: si parla con i piloti dei caccia e con il quartiere generale. Con i soldati nascosti sul campo invece si chatta, per non violare il silenzio.
gulfstream caew 3
All'improvviso il "sistema" evidenzia due caccia "non amici" decollati da Sud. In un secondo li analizza: modello, nazionalità, caratteristiche. Vengono invitati via radio ad allontanarsi lungo una certa rotta. Nel frattempo due Eurofighter intercettori "amici" - partono da Grosseto alla velocità del suono. Il primo intruso fa dietrofront; il secondo invece punta sulla zona degli ostaggi. Ma è cieco. Mentre, grazie alle indicazioni del Caew, gli intercettori gli sbarrano la strada.
a bordo del gulfstream caew
Nella stiva del Gulfstream si lavora su sei schermi. Sono affidati ai "registi" che gestiscono le operazioni. Gli ufficiali con calma smistano ordini e rotte: danno l'impressione di dominare la potenza di questa macchina onnivora di informazioni. Mano a mano che la missione procede, i pattugliamenti durano fino a 10 ore, si capisce che questo jet può sostituire un intero quartiere generale: bastano quei sei schermi per affrontare una crisi internazionale. Senza confini.
Se si attiva un altro apparato - il Link 16 di Leonardo - accade qualcosa di incredibile: i dati captati da ogni nave, ogni radar, ogni aereo italiano vengono condivisi via satellite e si fondono in un'unica visione. La sorveglianza diventa illimitata, dalle Alpi a Pantelleria e anche oltre.
navi da guerra francesi e greche nel mediterraneo orientale
«La rete è più importante delle singole piattaforme - spiega il generale Enzo Vecciarelli, capo di Stato maggiore della Difesa - perché solo con la supremazia informativa si è sempre in grado conoscere la situazione e prendere le decisioni giuste».
Sono i fattori chiave del "concetto strategico" definito dal generale Vecciarelli: una rivoluzione hi-tech che ha fatto nascere il comando italiano per le operazioni spaziali e per quelle cyber. Su questa linea, è scaturita la richiesta di comprare altri otto Gulfstream.
I primi due saranno specializzati nello spionaggio elettronico: spugne volanti di frequenze, da quelle militari ai comuni cellulari. Poi ci saranno altri Caew, per garantire la vigilanza 7 giorni su 7. Lo stanziamento complessivo è colossale: sfiora i 4 miliardi.
battaglia navale mediterraneo
Che senso ha un investimento simile in questo momento di pandemia? Il generale Vecciarelli presenta uno scenario chiaro: il Mediterraneo non è più un posto sicuro e lo sarà sempre meno, perché è diventato un crogiolo di "fenomeni destabilizzanti di lungo periodo, dai 30 ai 50 anni". Tanti Paesi, vicini e lontani, sono già in competizione.
Si vede ogni giorno, nelle notizie dalla Libia e dall'Egeo. Si vede negli schermi del Gulfstream, che atterra mentre i tecnici scaricano la memoria digitale della missione con le tracce registrate nel Canale di Sicilia. Affollato di fregate e caccia sempre meno "amici".