1 – TOTI RADUNA I SUOI MA BERLUSCONI ORA SPERA NEL FLOP
Ugo Magri per “la Stampa”
giovanni toti in tuta con berlusconi
Se volesse sabotare la convention di Giovanni Toti, che si terrà questo pomeriggio a Roma, Silvio Berlusconi non dovrebbe far altro che presentarsi a sorpresa nel Teatro Brancaccio, salire sul palco e rivolgere un paio di battute ai 1700 sostenitori del governatore ligure. Spiazzerebbe tutti e domani i riflettori sarebbero solo per lui. Invece l' ex premier ha scelto una strategia di basso profilo. Da due giorni chiama (o fa chiamare) i notabili del partito intimando loro di non farsi vedere al «T-Day».
ITALIA IN CRESCITA GIOVANNI TOTI
Ancora ieri sera consigliava a un presidente di Regione: «Fai come me che nel weekend me ne andrò in Sardegna». Non pare però che saranno in molti a seguirne l' esempio. Al Brancaccio si prevedono non meno di 800 amministratori locali, oltre a una dozzina di parlamentari azzurri. Sintomatica la presenza di Vittorio Sgarbi, che non manca mai dove c' è la festa. Il vento tira dalla parte di Toti. Addirittura, da quando lui sembra destinato a diventarne il leader, il partito berlusconiano è uscito dalla catalessi. Nei sondaggi cresce dal 6,5 all' 8 per cento.
GIOVANNI TOTI MARA CARFAGNA
Sulle orme di Mao Il governatore della Liguria non fa nulla per mascherare le ambizioni. Anzi, le ostenta. Ieri si sono visti lui, Berlusconi e Mara Carfagna, l' altra protagonista del nuovo corso. Ma appena prima di presentarsi a Palazzo Grazioli, tanto per alleggerire il clima, Toti ha sostenuto che nel partito servirebbe una bella rivoluzione, e si dovrebbe «bombardare il quartier generale».
I collaboratori del Cav sono sbiancati: «Qui salta tutto e si va alla scissione». Non appena Toti si è presentato all' incontro, l' avvocato Ghedini gli ha chiesto se per caso avesse portato con sé le bombe. Al che l' altro ha spiegato che si trattava di una citazione storica. Fu Mao Tse Tung a lanciare la Rivoluzione culturale, e a spianare il Quartier generale, quando il partito comunista cinese sembrava in declino. Grazie a quella mossa, il Grande Timoniere riuscì a battere ogni record di permanenza al potere.
maria rosaria rossi giovanni toti silvio berlusconi francesca pascale
Il «lievito madre»
La discussione è stata franca ma interlocutoria (cioè inconcludente). Tutto è rinviato a martedì quando si riunirà il tavolo per definire le regole della democrazia interna. Oltre ai due coordinatorici saranno Anna Maria Bernini, Mariastella Gelmini e Antonio Tajani. Si annunciano scintille tra chi vuole spingersi fino alle primarie e chi no. Mara Carfagna proporrà «elezioni popolari». Ma tutto dipende da cosa succederà oggi al Brancaccio. Toti assicura che con Berlusconi sarà prudente e generoso, zero provocazioni. Gli proporrà di fare come Mao, intestandosi il nuovo e buttando a mare la nomenklatura forzista. Diventando «il lievito madre» del futuro partito, secondo la formula coniata da Osvaldo Napoli.
maria stella gelmini sua legge sull'abilitazione nazionale
2 – «ORA FACCE E IDEE NUOVE E FORZA ITALIA PUÒ ANCHE CAMBIARE IL SUO NOME»
Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
Ieri l' incontro con Silvio Berlusconi e Mara Carfagna è andato bene, ma quello decisivo sarà martedì prossimo, quando si riunirà il tavolo delle regole.
Giovanni Toti lei è un po' il Giamburrasca di Forza Italia. Il vostro presidente non è più furente con lei?
toti carfagna
«Ma no, Silvio non ama certe mie interferenze, ma ho una consuetudine e una facilità di dialogo: "bombardate il quartiere generale" è una frase di Mao alle guardie rosse. E, come Mao, Berlusconi è un rivoluzionario. L' ho detto perché esiste una classe dirigente che si deve sottoporre al giudizio degli iscritti o degli elettori, tutti devono mettersi in gioco, e Berlusconi dovrebbe guidare questa trasformazione».
BERLUSCONI CARFAGNA GELMINI
Senza primarie lei lascia il partito?
«Io faccio un ragionamento molto semplice: oggi il centrodestra è una potente arma politica ma appoggiata sulla Lega, c' è bisogno di cambiare per riequilibrare in senso moderato questo schieramento.
Occorre parlare soprattutto a coloro che non si riconoscono più in Forza Italia, quindi è evidente che ci vogliono regole aperte che consentano a tutti di partecipare».
Che tipo di primarie immagina?
«Io sono aperto ai suggerimenti, rifiuto le accuse di "Toti-litarismo", Forza Italia deve divenire una piattaforma che consenta a tutti di partecipare, con commissioni di garanzia che controllino il percorso. Altrimenti rischia di essere un passaggio sterile.
Silvio Berlusconi
Dobbiamo costruire qualcosa che torni ad avere credibilità in termini di classe dirigente, di iscritti che portino nuove idee. Dunque non solo sono necessarie ma dobbiamo farle in un modo che sia il più aperto possibile, ci vuole un sistema che sia coerente con il partito che vogliamo raggiungere».
C' è chi rema contro?
«C' è ancora chi sogna un modello di partito chiuso».
A cosa serve un congresso e che tipo di figura eleggerà?
mara carfagna ph andrea giannetti:ag.toiati
«Tutte le cariche dei coordinatori, dalle città sino al livello nazionale, la direzione che esce deve avere poteri politici veri, sennò di cosa stiamo parlando. Se alla fine del percorso il partito si chiamerà ancora Forza Italia - visto che il nome per me non è un tabù, e anche Berlusconi ci sta riflettendo - io penso a un assemblea nazionale che abbia la delega a fare le liste. Un segretario politico ovviamente dovrebbe agire non come un monarca, ma come un primus inter pares in sintonia con la direzione».
Quale messaggio lancia al Teatro Brancaccio? Quanta parte del partito è con lei?
«Dirò che la discussione sulla leadership è una cosa oziosa, il partito sta perdendo consensi. La prima esigenza è che abbiamo bisogno di persone nuove, idee nuove, facce nuove in una grande percorso di trasformazione. Dobbiamo decidere che partito siamo e che programma avere. Non si può avere una classe dirigente logorata dal tempo, dobbiamo avere nuovi meccanismi di selezione dello stessa, un percorso democratico.
giovanni toti promozione pesto patrimonio dell'umanita'
Ci saranno tanti di Forza Italia ma anche tanti che non ne fanno più parte, anche rappresentanti di liste civiche. C' è un movimento da ricostruire, non è nulla di eversivo ma qualcosa di costruttivo. Certo sarà anche un richiamo per coloro che hanno detto che tutto va bene, e quando poi ci siamo ritrovati all' 8 hanno pure provato a giustificare un risultato sconfortante, cercando faticosamente di stoppare il rinnovamento».
Pensa di ricandidarsi alla Regione l' anno prossimo?
«Io mi ricandido di sicuro, stiamo facendo bene».
Gelmini dice che lei è partito male.
mara carfagna ospite a 'l'aria che tira' 15
«Se non fossi partito io loro sarebbero ancora fermi. Mi sembra il comportamento tipico della conservazione. Rappresenta il partito del "sì, ma", si mettano in testa che esistono migliaia di amministratori che non si sentono più rappresentati. Lo scollegamento dalla realtà di alcuni corpi dirigenti di FI è particolarmente sensibile, oggi che un percorso è attivato facciamo il sacrificio di guardare la luna e non il dito, senza l' obiettivo di sterilizzare Toti».
Si può ancora arrivare a una scissione?
«Io spero di no, anche perché la scissione dell' atomo è materia della fisica».
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