1 - TRUMP A TESTA BASSA SU BIDEN DOPO LA QUARTA INCRIMINAZIONE LE «CREPE» TRA I SUOI SODALI
Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
discorso di donald trump a badminster in new jersey
Donald Trump e i suoi alleati passano al contrattacco dopo la quarta incriminazione arrivata lunedì sera dalla contea di Fulton in Georgia per aver tentato di sovvertire l’esito del voto del 2020. «Il corrotto Joe Biden è totalmente controllato dalla Cina, dall’Ucraina e da vari altri Paesi. Conoscono ogni suo misfatto. È un presidente compromesso che sta portando il Paese all’inferno», ha dichiarato Trump sul suo social «Truth».
[…] L’accusa più grave mossa dalla procuratrice Willis all’ex presidente e ai suoi alleati è di avere agito come una «organizzazione criminale» con l’obiettivo di rovesciare l’esito del voto in violazione della Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act (nota per le iniziali: RICO), la legge anti-racket e contro la corruzione del crimine organizzato, varata negli anni Settanta, con l’obiettivo di contrastare l’azione dei boss mafiosi.
la procuratrice Fani Willis
La versione adottata in Georgia, che permette un’applicazione a un numero di reati più ampio di quello federale, prevede pene fino a 20 anni carcere e, in caso di condanna, una sentenza minima (a differenza delle altre incriminazioni) di almeno 5 anni. Inoltre, se Trump o un altro repubblicano dovesse vincere le elezioni presidenziali non potrà graziare immediatamente gli eventuali condannati, a differenza di quanto accade nei casi federali.
rudy giuliani con la tinta colata
Alcuni esperti sul New York Times giudicano il ricorso alla legge RICO «geniale», mentre un editoriale del Wall Street Journal ne reputa scorretto l’uso. A differenza dei casi federali, in Georgia sono stati incriminati ben 18 alleati di Trump (e coinvolti altri 30), tra cui funzionari eletti e gli avvocati Rudy Giuliani (che paradossalmente usò spesso la legge anti-racket da procuratore), Kenneth Chesebro, Jeffrey Clark, John Eastman, Sidney Powell.
Il tutto sembra condurre a una precisa strategia di Willis: spingere gli alleati del presidente a collaborare con la giustizia contro di lui, puntando su crepe già emerse: Giuliani, che non riesce più a pagare le parcelle legali, ha scaricato le colpe su «quel pazzoide» di Powell; Chesebro, l’ideatore del piano dei «falsi elettori» che dovevano certificare la vittoria di Trump, sta cercando di sminuire il proprio ruolo. […]
2 - LO SCERIFFO DI ATLANTA PREPARA LA CELLA PER TRUMP MA SI NEGOZIA LA SUA LIBERTÀ
Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”
DONALD TRUMP IN PRIGIONE - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE MIDJOURNEY
«La prigione è sempre aperta, Donald Trump, Rudy Giuliani e gli altri co-imputati hanno il posto prenotato». Patrick Labat, sceriffo della Contea di Fulton lo ha detto chiaro al quotidiano locale Atlanta Journal Costitution : «La procuratrice Fani Willis gli ha intimato di consegnarsi entro il 25 agosto e noi abbiamo preparato le celle». Non sono dunque attesi in tribunale i 19, incriminati lunedì sera dalla procura di Atlanta con l’accusa di aver cospirato per ribaltare il risultato elettorale delle elezioni 2020 facendo pressioni su pubblici ufficiali, affermando il falso e pure tentando di spacciare per Grandi Elettori chi non lo era.
Dovranno invece costituirsi negli uffici del carcere di Rice Street, nel cui parcheggio, d’altronde, è già stato allestito uno spazio per i giornalisti. Secondo Labat, l’ex inquilino della Casa Bianca in cerca di nuovo mandato otterrà perfino l’agognata foto segnaletica finora risparmiatagli, cui da tempo aspira sperando di trasformarla in icona della campagna elettorale: «Se non mi verrà chiesto di fare altrimenti, seguirò la procedura ordinaria».
DONALD TRUMP IN TRIBUNALE A MIAMI
Sempre che lo permettano i Servizi Segreti, responsabili della sicurezza dell’ex presidente. Gli stessi che già lo hanno scortato nei tribunali di New York, Miami e Washington per rispondere delle altre incriminazioni (aver pagato con fondi sottratti alla campagna elettorale il silenzio della pornostar Stormy Daniels con cui aveva avuto una relazione. Aver conservato carte classificate in un gabinetto del suo resort di Mar-a-Lago. E il ruolo attivo nell’assalto al Congresso del 6 gennaio).
DONALD TRUMP IN PRIGIONE - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE MIDJOURNEY
L’infame carcere di Fulton County, noto per il sovraffollamento, le difficili condizioni dei detenuti e i numerosi suicidi, è infatti oggetto di un’inchiesta da parte delle autorità federali. Non esattamente il luogo più sicuro per un ex presidente. Trattative sono dunque in corso fra avvocati del tycoon e autorità, per decidere tempi e modi della resa.
[...] Timidamente, già altri repubblicani provano a scaricarlo: «La palude-Washington con lui è peggiorata» lo ha attaccato il rivale nella corsa alla nomination Ron De-Santis. Il leader repubblicano è furibondo e sul suo social Truth attacca chiunque: Biden «corrotto, controllato dalla Cina, candidato della Manciuria ». La procuratrice Willis, figlia di un fondatore dei Black Panther, «estremista di sinistra».
DONALD TRUMP RUDOLPH GIULIANI
E il dipartimento di Giustizia che «criminalizza il discorso politico». Davanti alle ultime accuse formulate ad Atlanta, basate pure su 12 tweet da lui scritti dopo le elezioni, la sua difesa ora mira a puntare sulla «libertà d’espressione protetta dal Primo Emendamento della Costituzione». Ma intanto Trump lunedì ha organizzato una conferenza stampa nel suo resort di Bedminster, in New Jersey, promettendo nuove prove sulle frodi elettorali in Georgia, nonostante più di un tribunale abbia già dichiarato quel voto legittimo, col concreto rischio di aggravare la sua posizione. Sì, la crociata contro i giudici è appena cominciata.
donald trump rudy giuliani donald trump fani willis 1