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    TUTTA COLPA DI JUUL - SALTANO LE NOZZE TRA PHILIP MORRIS E ALTRIA, CHE AVEVA INVESTITO 13 MILIARDI DI DOLLARI IN JUUL, LA SIGARETTA ELETTRONICA CHE ORA È NEL MIRINO DELLE AUTORITÀ AMERICANE - PHILIP MORRIS INVECE INTENDE LANCIARE NEL MERCATO AMERICANO IQOS, E L'AMMINISTRATORE DELEGATO SPECIFICA CHE NON C'ENTRA NIENTE CON I LIQUIDI DA ''SVAPARE'' CHE STANNO PREOCCUPANDO I CONSUMATORI


     
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    PHILIP MORRIS E ALTRIA, SALTANO LE NOZZE PER COLOSSO DEL TABACCO 

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     (LaPresse) - Philip Morris International e Altria Group hanno terminato senza esito i colloqui che miravano a un ricongiungimento dei due gruppi. Salta dunque l'ipotesi di un colosso globale del tabacco da oltre 200 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. André Calantzopoulos, ceo di Philip Morris International, dichiara che "dopo molte discussioni, le aziende hanno deciso di concentrarsi sul lancio di Iqos negli Stati Uniti come parte del loro reciproco interesse per arrivare un futuro senza fumo". Howard Willard, ceo di Altria, aggiunge che "sebbene fossimo convinti che la creazione di una nuova società post fusione avesse il potenziale di aumentare le entrate e ridurre i costi, non abbiamo raggiunto un accordo".

     

     Nel 2018 Philip Morris International ha registrato ricavi netti per 29,6 miliardi di dollari, Altria per 25,4 miliardi. In Borsa la prima vale oltre 113 miliardi di dollari e la seconda altri 95,5 miliardi. Iqos è il prodotto di Philip Morris sostitutivo delle sigarette - cosiddette 'sigarette elettroniche - e ha ricevuto autorizzazione all'immissione in commercio dalla Fda, il regolatore sulla salute statunitense. Philip Morris, che è pronto al lancio anche sul mercato a stelle e strisce si dice "sulla buona strada" per raggiungere entro il 2021 l'obiettivo di volumi di spedizioni globali di unità di tabacco riscaldato a 90-100 miliardi. Intanto, però, le sigarette elettroniche sono nell'occhio del ciclone proprio negli Stati Uniti, perché avrebbero causato la morte di almeno nove persone.

     

    Il marchio leader del mercato statunitense delle sigarette elettroniche, Juul, che fa capo proprio ad Altria, annuncia in contemporanea allo stop alle discussioni con Philip Morris, la sostituzione del suo co-fondatore e ceo, Kevin Burns, un veterano dell'industria del tabacco, mentre tutta la pubblicità dei dispositivi sarà sospesa su pressione del governo. Al posto di Burns arriva K.C Crosthwaite, capo in Altria della transizione verso le sigarette elettroniche. Altria aveva alzato il velo a fine 2018 su un programma di investimenti da 13 miliardi di dollari in Juul.

     

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    La trattative tra Philip Morris International e Altria, che fino a qualche anno fa facevano parte dello stesso gruppo e gestiscono ancora insieme alcune attività, stavano procedendo a rilento dopo l'annuncio di un matrimonio tra pari in agosto. Il fallimento delle trattative per una fusione era considerato plausibile dai mercati. In apertura a Wall Street, Altria oscilla intorno alla parità, mentre Philip Morris balza di oltre il 5%.

     

    André Calantzopoulos, CEO di PMI, ha dichiarato: “In seguito a numerose discussioni, le due aziende hanno convenuto sulla necessità di focalizzare i propri sforzi sul lancio di IQOS negli Stati Uniti per perseguire il comune obiettivo di costruire un futuro senza fumo”

    IQOS è l’unico prodotto a tabacco riscaldato ad aver ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio (premarket authorization – PMTA) (incluse due varianti al mentolo) dalla statunitense Food and Drug Administration (FDA) che, a seguito di un rigoroso processo di revisione basato su evidenze scientifiche, ha concluso che l’autorizzazione alla commercializzazione del prodotto negli USA fosse adeguata per la tutela della salute pubblica. IQOS non è una sigaretta elettronica. PMI ha sottoposto un corposo dossier di evidenze scientifiche al fine di ottenere l’autorizzazione alla commercializzazione e la parallela procedura per la certificazione di IQOS come “Prodotto del Tabacco a Rischio Modificato”, che l’FDA sta attualmente valutando.

     

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    I dati a livello globale, basati su 4 anni di utilizzo del prodotto, dimostrano come IQOS non sia particolarmente attraente per i giovani o i non fumatori.

    Al 30 giugno 2019, PMI stima che siano circa 8 milioni i fumatori adulti nel mondo ad aver già smesso di fumare e siano passati al prodotto riscaldato di PMI, attualmente disponibile in vendita in 48 mercati del mondo.

     

     

    AL VIA GLOBAL NICOTINE FORUM, OCCHI PUNTATI SU E-CIG 

    (ANSA) - "More choice less risk", piu' scelta meno rischio. E una comunicazione accurata e veritiera con i consumatori adulti di tabacco. Questo uno degli aspetti che saranno trattati al Global Tobacco and Nicotine Forum, che per due giorni a Washington riunira' il mondo dell'industria e gli esperti di legislazione e di salute pubblica. Oltre che dell'opportunita' di scegliere piu' consapevolmente, al forum si parlera' anche di innovazione per il futuro, a cui sara' anche dedicata una sessione apposita, quella che ad esempio spinge molte aziende che operano nel settore a proporre ai consumatori prodotti alternativi alle sigarette classiche nell'ottica di ridurre i rischi per la salute legati proprio al fumo di sigaretta.

     

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    Occhi puntati sulle sigarette elettroniche, al cui utilizzo spesso con sostanze non certificate o di dubbia provenienza secondo gli ultimi dati diffusi sono legati nove decessi. E' sui prodotti da svapo, che con buona probabilita' si focalizzera', l'attenzione degli esperti relativamente alle e-cig al Global Nicotine Forum.

     

    Gia' l'Fda, la Food and Drug Administration, in un annuncio dello scorso 6 settembre, aveva puntato l'attenzione su prodotti da svapo contenenti Thc, cioe' tetroidrocannabinolo, un componente psicoattivo della pianta di marijuana e acetato di vitamina e, invitando a non acquistare prodotti da svapo per strada o a non modificare o aggiungere sostanze in quelli legalmente acquistati. Mentre gli esperti italiani hanno rassicurato negli scorsi giorni sul fatto che le e-cig non sono pericolose se con liquidi certificati, specificando che in Italia i controlli sono molto piu' stringenti.

     

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     "Il problema non sono le sigarette elettriche, ma cosa ci si mette dentro" e' stato infatti il commento di Fabio Beatrice, direttore del centro antifumo del San Giovanni Bosco di Torino. E' molto atteso l'intervento domani di Mitch Zeller, direttore dell FDA Center for Tobacco Products. E oggi, tra gli altri, di Elise Rasmussen, fondatrice e direttrice esecutiva del Gtnf Trust. Una sessione sara' dedicata a come combattere l'utilizzo tra i giovani, una alle sfide ambientali, e un'altra al ruolo degli aromi e della nicotina.

     

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