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Estratto dell'articolo di Emanuele Gamba per www.repubblica.it
romelu lukaku in gol in torino-roma
Un poco per volta, la Roma sta diventando la squadra gregaria di un centravanti da corse a tappe […] Da quando è alla Roma, Romelu Lukaku ha fatto un gol ogni 90’. Tre in una settimana: due in campionato (Empoli e Torino) e uno in Europa League (Sheriff). Gli ultimi due sono stati decisivi, ma è decisivo specialmente il modo in cui i giallorossi si stanno sempre più appoggiando a lui, sviluppando un gioco che ha uno sbocco naturale verso questo centravanti che copre da solo quasi tutta la superficie dell’attacco.
Il meccanismo è semplice: lui si piazza spalle alla porta, riceve palla, la controlla e poi la smista a chi sa di dovergli stare vicino, il quale può inserirsi per essere mandato al tiro (è il modo in cui è venuto fuori l’autogol del 3-0 all’Empoli, protagonista Cristante) oppure ridarla al centravanti, che nel frattempo prova a liberare il sinistro.
A Tiraspol è andata esattamente così: Dybala-Lukaku-Dybala-Cristante-Lukaku-gol. È evidente come proprio Dybala e Cristante siano quelli che stanno capendo meglio il doppio meccanismo di attacco alla porta orchestrato da Mourinho il quale – per ragioni evidenti – vuole che sia la Joya il compagno fisicamente più vicino a Lukaku.
Contro il Toro, Romelu è stato invece essenzialmente stoccatore, ma più che altro perché la palla spalle alla porta non l’ha quasi mai ricevuta ai 18-20 metri, come accade il più delle volte, bensì o troppo lontano oppure quell’unica volta nel cuore dell’area, dove lui ha poi eseguito un tipico movimento dei suoi: ha fatto perno sul difensore (Buongiorno, che per il resto lo aveva marcato superbamente) per girarsi e colpire con il solito sinistro fulminante. È la sua rete più caratteristica.
Al Grande Torino, Lukaku è rimasto per la prima volta in campo dal primo all’ultimo, nonostante gli 80’ giocati appena tre giorni prima in Europa League, segno che la condizione sta crescendo (lo si è visto anche scatenare la corsa in progressione sulle fasce), che il metodo di Mourinho funziona (“Per entrare in forma ha soltanto bisogno di giocare”) e che il suo stato atletico non è affatto disastroso come si temeva, dopo un’estate passata ad allenarsi per conto proprio a Cobham, il centro sportivo del Chelsea. Mou l’ha buttato nella mischia subito (19’ contro il Milan il, 1° settembre) e poi l’ha immediatamente promosso titolare per non toglierlo più.
“È un giocatore fantastico”, ha detto l’allenatore portoghese dopo il pari di Torino […] Questa Roma, poi, pullula di giocatori adatti a muoversi alle spalle del centravantone belga. Anzi, di fronte a lui, perché lui le spalle le dà alla porta: di Dybala e Cristante s’è detto, ma anche Pellegrini, Aouar, Belotti, Azmoun ed El Shaarawy sono particolarmente indicati per quel tipo di dialogo che Romelu predilige. È tutta gente che calcia molto bene dai 16 metri: l’impressione è che molti dei gol giallorossi verranno da lì, dopo l’annata di quelli mietuti con le palle ferme.
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