1. ALBERTO ANGELA, CHI È, CHI NON È, CHI SI CREDE DI ESSERE
Renato Franco per www.corriere.it
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Chi è, chi non è e chi si crede di essere. Ecco la vera storia di Alberto Angela. L’accusa più superficiale: è in tv grazie al padre, Piero. In realtà Alberto Angela non è un semplice divulgatore scientifico, ma un paleontologo. Per oltre 10 anni, negli anni Ottanta, ha svolto attività di scavo e di ricerca sul campo nell’ex Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo), in Tanzania, Oman, Etiopia e Mongolia
L’esordio in Svizzera
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Volto della tv italiana, Alberto Angela era un capitale all’estero: il suo esordio in video vero e proprio fu grazie alla Televisione Svizzera Italiana nel 1990. Il debutto in Rai invece avviene tre anni dopo sui Rai1 con il padre con il programma Il pianeta dei dinosauri
Il rapimento in Niger e l’isola di Pasqua
Nel 2002 Alberto Angela e la sua troupe sono stati vittime di un rapimento lampo in Niger, l’esperienza più brutta della sua vita: «Mitra puntato addosso, stavo per essere ucciso». L’isola di Pasqua invece il ricordo più bello: «Una piccola terra che emerge dal nulla, in mezzo all’Oceano, tra vento e silenzio, dove si innalzano queste incredibili statue alte 5-6 metri, unico lascito di una civiltà scomparsa e monito per gli esseri umani del XXI secolo. In qualche modo la Terra è un’isola di Pasqua nell’universo»
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Collezionista di sabbia
Alberto Angela colleziona sabbia: «Ho iniziato anni fa, quando partivo per le mie spedizioni da paleontologo, prima di cominciare con la tv. Riempivo con la sabbia i rullini fotografici poi, tornato in Italia, travasavo il materiale nelle boccette di vetro. Ne ho più di una ventina, e dai colori riesco sempre a identificare il deserto di provenienza»
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Un asteroide e una specie marina
Gli sono stati dedicati un asteroide (80652 Albertoangela) e una rara specie marina (Prunum albertoangelai) dei mari della Colombia. Il Museo di Storia Naturale di New York gli ha chiesto di prestare la sua voce per la versione italiana di un filmato sull’esplorazione dell’Universo. Per la versione inglese sono stati ingaggiati personaggi come Tom Hanks, Harrison Ford, Jodie Foster, Liam Neeson
romanzo erotico alberto angela
Caffé e piscina
Due i riti a cui non rinuncia. La mattina «due espressi, uno di seguito all’altro. E quando sono all’estero mi porto sempre il caffè dall’Italia, non riesco a farne a meno, ovunque mi trovi». L’altro rito è la piscina: «Pratico molto nuoto, con costanza, e mi faccio sempre un chilometro e mezzo»
Icona sexy
Gentiluomo colto ed educato, Alberto Angela piace a destra e sinistra, a etero e gay. Così ormai è diventato un personaggio cult. Si favoleggia anche sulle sue doti e i social network abbondano di gif animate («come rimorchia Alberto Angela») e meme
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Moglie e figli
Etero e gay però pare si debbano mettere l’anima in pace. Una fede al dito non è sicurezza di fedeltà, ma certo garanzia di impegno. Alberto Angela — per alcuni il Chuck Norris della cultura, per altri l’Indiana Jones della tv — è sposato con Monica dal 1993 e ha tre figli maschi: Riccardo, Edoardo e Alessandro
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Il suo credo: la tv non mente
«Nei dieci anni in cui ho lavorato come ricercatore ho sempre sentito che mancava un intermediario e mi sono chiesto: perché queste cose devono rimanere confinate nei libri o nei circoli scientifici e culturali e la gente non le sa? Se vuoi fare divulgazione, su un qualsiasi argomento devi fare le stesse domande che farebbe chiunque: il tuo barista, il notaio. E a quelle devi rispondere, entrando nel cuore delle persone attraverso la mente. Certo, la credibilità devi conquistartela sul campo: né io né mio padre, ad esempio, abbiamo mai fatto pubblicità né ospitate in qualche programma per sparare sentenze. La tv non mente: se un conduttore è simpatico, lo è anche nella vita»
2. LA BIOGRAFIA DI ALBERTO ANGELA
Sito a cura di Giorgio Dell’Arti
Catalogo dei viventi 2016 (in preparazione)
scheda aggiornata al 10 dicembre 2014
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Parigi (Francia) 8 aprile 1962. Paleo-antropologo. Giornalista tv (Il pianeta dei dinosauri, Passaggio a Nordovest, Ulisse ecc.).Tra i suoi libri Una giornata nell’antica Roma (Mondadori 2007) e Amore e sesso nell’antica Roma (Mondadori 2012).
• Figlio di Piero Angela «Mai e poi mai avrei pensato di finire a lavorare con lui, come abbiamo fatto conducendo insieme alcune fortunate trasmissioni televisive come Il pianeta dei dinosauri o Viaggi nel cosmo» (ad Alberto Pezzini) [Lib 3/7/2014].
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• Nato a Parigi perché in quel momento il padre faceva il corrispondente della Rai dalla capitale francese. A due anni trasloco a Bruxelles, quindi l’arrivo a Roma, dove ha sempre vissuto e vive.
• Bambino molto vivace (undici volte all’ospedale), molto chiacchierone (premio eloquenza all’asilo). Scuole al liceo Chateaubriand, adolescenza di viaggi (Indonesia, Himalaya). Laurea cum laude in Scienze naturali (1987), poi perfezionamento negli Usa. Militare nei vigili del fuoco.
• Esordio sulla tv svizzera con Albatros (1989), passaggio in Rai nel 1991.
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• Gira sempre col coltellino svizzero multiuso, colleziona sabbie del deserto.
• «Sono un ricercatore prestato alla divulgazione. Io ero un bambino che tornava a casa portando pezzi di roccia e serpentelli, mio padre era un ragazzino dotato di una smisurata curiosità per l’intero scibile umano. Lui è un giornalista, io un ricercatore. Lui ha il dono dell’intuito e della sintesi, io ho l’umiltà e la serietà che vengono dai miei studi. Sembriamo intercambiabili, ma non lo siamo».
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• «Per essere un buon divulgatore bisogna possedere due qualità fondamentali. La prima è data dalle nozioni scientifiche: devono essere solide. La seconda viene invece dalla capacita di saperle comunicare, che è conseguenza della prima. Se non conosci bene le cose, non sarai mai in grado di spiegarle agli altri» (a Pezzini cit.).
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• È stato il primo uomo ad entrare, con la sua troupe, nella tomba situata nella Valle dei Re e voluta da Ramsesse II per i suoi figli (un mausoleo di circa 130 mt.).
• Nel 2002, sequestrato insieme alla troupe nel delta del Niger, dove si trovava per servizio. Picchiato, «ma la parte più brutta erano le torture psicologiche, come le finte fucilazioni. Poi ci hanno abbandonati nel deserto, sono andati alle nostre macchine e le hanno devastate, derubandoci di tutto. Il giorno dopo sono tornati e ci hanno lasciati liberi».
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• Ultime pubblicazioni: I bronzi di Riace e I tre giorni di Pompei, entrambi per Rizzoli (2014).
• Sposato con Monica (1993), due figli: Riccardo (1998) ed Edoardo (1999).
3. SUPER ALBERTO - "SONO RIGOROSO MA ANCHE SEXY SE AIUTA LA SCIENZA"
Silvia Fumarola per ''la Repubblica''
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Da piccolo disegnavo dinosauri e uomini preistorici, come tutti i bambini. Solo che io ho continuato a farlo. Ho trasformato la mia passione in lavoro. Alberto Angela, divulgatore dei record, sei milioni di spettatori con lo speciale su San Pietro trasmesso da Rai1, l' uomo più sexy per il web, sembra un alpinista: maglione turchese a coste inglesi, scarponcini, si racconta nella redazione di Ulisse, il programma di Rai3 che torna a marzo.
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La conversazione prevede ampie parentesi su squali, dinosauri, preziose ossa sbriciolate, sabbie mobili, formiche legionarie. Gli anni da ricercatore lasciano il segno, Indiana Jones è secchione (ma non lo direbbe mai), parla di tutto con naturalezza.
D' altra parte lo stile è quello paterno, educazione e sobrietà, se non fosse per la svolta sexy - che lo imbarazza un po' - coronata da una spudorata pagina Facebook sulla sua virilità.
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Mi sono messo a ridere. L' aspetto sexy mi ha sorpreso: se può servire alla cultura va bene, rimanendo nel buongusto e nel buon senso.
Nato a Parigi nel 1962, cresciuto a Roma studia allo Chateaubriand. Riservato, gran nuotatore (Mi rilassa ) tre figli con cui va al cinema (Adoro Clint Eastwood ), confessa di essere stato ispirato dai racconti del padre Piero Angela, volto del Tg1, inviato di guerra e corrispondente; da 35 anni il divulgatore più amato dal pubblico. Abbiamo fatto tanti viaggi in famiglia, racconta Alberto, ma le storie più belle erano quelle di papà, le sue avventure: ascoltarlo era un po' come leggere Salgari. Ha cominciato che non c' era la televisione ed è ancora in prima serata: è un patrimonio.
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Voleva fare il giornalista anche lei?
No. Mi sono laureato in Scienze naturali a Roma e ho seguito corsi ad Harvard, alla Ucla e alla Columbia. Lo sa che Plinio il Vecchio e Leonardo erano naturalisti? La scienza è regina della conoscenza: puoi spaziare dalle conchiglie alle galassie.
Poi però ai libri ha preferito le spedizioni in giro per il mondo.
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Le ricerche sul campo sono fondamentali. Sono stato in Congo, in Tanzania ero impegnato per una fondazione che collaborava con l' università di Berkley, seguivano gli studi sull' uomo preistorico: sono quelli che avevano scoperto Lucy. Poi ho fatto spedizioni in Oman, Etiopia, Mongolia a cercare scheletri di dinosauri, la mia passione, esperienze emozionanti che ti danno una formazione umana oltre che scientifica .
Faceva una vita da Indiana Jones. Qualche ricordo?
La tenda assalita dalle formiche legionarie, circondata dalle iene, dagli ippopotami. Siamo stati vittime di un rapimento. Sa cosa vuol dire attraversare un fiume in zattera con un cannibale?.
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Veramente no.
Ho scoperto che era un cannibale dopo la traversata. Una loro caratteristica è affilarsi i denti a triangolo, tipo quelli dello squalo. Prendo lo zaino, dico una cosa stupida in francese e questo ragazzo sorride: i denti erano appuntiti. Sul momento mi sono sentito a disagio, ma era una persona dolcissima, faceva il pastore.
Com' è arrivato in tv?
La tv svizzera mi chiese di spiegare gli scavi, il lavoro del ricercatore. Non avrei mai immaginato di fare televisione. Quei servizi funzionavano, sono diventati un programma, Albatros, che fu mandato in onda da Telemontecarlo: ero sbarcato sulla tv italiana.
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Suo padre che le disse?
Era guardingo, mi ha sempre detto: "La tv va fatta bene. Devi essere bravo". Albatros ebbe successo, con papà ci guardammo in faccia: e ora? Così abbiamo cominciato a lavorare insieme al Pianeta dei dinosauri, poi a Ulisse. Più che padre e figlio eravamo colleghi.
Non le dispiaceva passare per raccomandato?
Il problema non era mio, ma degli altri: tutto quello che facevo era farina del mio sacco. Ma gli occhi erano puntati su di me, non mi sarebbe stato perdonato niente. Ho sempre saputo che dovevo fare le cose in modo perfetto.
Però il cognome aiuta, no?
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Sì, ma è un' arma a doppio taglio.
Come si acquista credibilità?
Ho avuto la fortuna di cominciare a fare questo mestiere quando non c' era il web. Devi essere irreprensibile dal punto di vista scientifico, non apparire troppo, essere comprensibile, saper parlare a tutti. La telecamera non mente, racconta chi sei. Se al cinema non saprai mai se un attore è simpatico, la tv restituisce la persona. Le basi sono l' educazione e il rispetto del pubblico.
Suo padre che consigli le ha dato?
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Non mi ha mai detto: "Fai questo" o "Non fare questo", è lo stesso metodo che uso con i miei figli. Ci sono gli esempi, poi ognuno sale sulla barca a vela e va. La cosa che ho imparato - dote che certamente ha papà - è l' umiltà, l' etica del lavoro. Devi lavorare sodo. Qualitel (l' indice che stabilisce il gradimento del pubblico, ndr) mette ai primi posti i nostri programmi, risultato che mi rende orgoglioso.
Dal "Pianeta dei dinosauri" a "Ulisse", da "Passaggio a Nord Ovest" a "Quark" è nato uno stile nel fare divulgazione. Marcorè l' ha presa in giro: le dispiaceva?
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Per Quark andavamo sui siti con l' operatore, per non annoiare mentre racconti le storie, devi per forza muoverti. Non potevo restare fermo, così ho cominciato a camminare gesticolando ed è nata la famosa imitazione di Neri Marcorè che era molto divertente, abbiamo fatto anche servizi in coppia.
i libri e programmi di alberto angela
A 54 anni è figlio delle enciclopedie e non del web. Come si conquistano i giovani?
Quando critichiamo i giovani, penso che siano sfortunati a non aver avuto un' infanzia e un' adolescenza con i tempi morti. Oggi fanno sempre qualcosa, stanno con la testa sullo smartphone. Il professor Veronesi mi disse: "Non c' è più tempo per meditare".
Dal Museo Egizio di Torino ai tesori di Firenze, a San Pietro: la divulgazione in prima serata ha fatto ascolti altissimi: è cambiato qualcosa?
La curiosità è la molla di tutto. Il mondo si è ristretto, la paura del terrorismo ci nega di andare a Oriente, in luoghi bellissimi: la tv ci può portare ancora lontano. Col direttore di Rai1, Andrea Fabiano, avevo parlato di Stanotte a e il progetto è diventato realtà, faremo altri speciali. Quando filmi di notte ti ritrovi a tu per tu con i capolavori, è come fare una visita in esclusiva. Siamo stati tra i primi a usare i droni, l' orgoglio è lavorare con gli interni Rai. Ma con Ulisse gli spettatori ci premiano anche se parliamo di Dna o di batteri.
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Sono curiosi come me.
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