• Dagospia

    TWITTER IMBAVAGLIA TUTTI - BLOCCATO TEMPORANEAMENTE ANCHE L'ACCOUNT DELL'AMBASCIATA CINESE IN AMERICA PER UN POST CHE DIFENDEVA LE AZIONI DI PECHINO NELLO XINJIANG - IL TESTO DICEVA CHE "LE DONNE DI ETNIA UIGURA NON SONO PIÙ MACCHINE PER BAMBINI", MA PER IL SOCIAL VIOLAVA LE POLITICHE CONTRO LA "DISUMANIZZAZIONE" - LA CINA, CHE DI CENSURA DOVEBBE INTENDERSENE, SI DICE "PREOCCUPATA": L'INCIDENTE DIPLOMATICO RISCHIA DI INGRANDIRSI...


     
    Guarda la fotogallery

    AMBASCIATA CINESE IN AMERICA AMBASCIATA CINESE IN AMERICA

    (ANSA) Twitter ha bloccato l'account dell'ambasciata cinese degli Stati Uniti per un post che difendeva le politiche di Pechino nello Xinjiang, che secondo la piattaforma social violava le sue politiche contro la "disumanizzazione".

     

    Nei giorni scorsi, l'account della rappresentanza diplomatica (@ChineseEmbinUS) aveva pubblicato un post affermando che le donne di etnia uigura non erano più "macchine per bambini", citando uno studio del quotidiano statale China Daily. Il tweet fu rimosso dalla compagnia californiana e sostituito da un'etichetta relativa alla sua indisponibilità.

     

    JOE BIDEN E XI JINPING JOE BIDEN E XI JINPING

    L'ambasciata cinese negli Usa, che non ha ancora commentato la vicenda, non ha pubblicato nuovi tweet dal gennaio 9.

     

    La sospensione del suo account è maturata a pochi giorni da quella decisa contro l'ex presidente americano Donald Trump, che contava 88 milioni di follower, citando il rischio di violenza dopo che i suoi sostenitori aveva preso d'assalto il Campidoglio. Twitter aveva bloccato l'account di Trump, chiedendo la cancellazione di alcuni tweet, prima di ripristinarlo e poi rimuoverlo del tutto dopo che l'ex presidente aveva violato nuovamente le politiche della piattaforma.

     

    jack dorsey jack dorsey

    La Cina è "preoccupata" per il blocco dell'account: la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha detto che le autorità cinesi erano "confuse dalla mossa. Speriamo che Twitter non adotti doppi standard sul caso e che possa distinguere la disinformazione dalla verità".

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport