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    “VI SGOZZO COME MAIALI” - UN BOSS DI COSA NOSTRA, DA NOVE ANNI DETENUTO IN REGIME DI 41-BIS, HA AGGREDITO UN AGENTE DELLA POLIZIA PENITENZIARIA NEL CARCERE DI REBIBBIA, AFFERRANDOLO AL COLLO E POI TRASCINATO A TERRA. A QUEL PUNTO GLI HA STACCATO IL MIGNOLO DELLA MANO DESTRA CON UN MORSO PER POI INGOIARLO. IL BOSS SI È SCAGLIATO CON VIOLENZA ANCHE SUGLI ALTRI AGENTI DELLA PENITENZIARIA INTERVENUTI PER AIUTARE IL COLLEGA


     
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    L’aggressione si sarebbe consumata all’interno del carcere di Rebibbia, dove si trova G.F., boss di Cosa Nostra condannato all’ergastolo.

     

    Come riporta Il Messaggero, l’uomo detenuto avrebbe aggredito l’agente, afferrandolo al collo e poi trascinato a terra.

     

    A quel punto gli avrebbe staccato il mignolo della mano destra con un morso per poi ingoiarlo.

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    Il boss si è scagliato con violenza anche sugli altri agenti della penitenziaria intervenuti per aiutare il collega.

     

    “Vi sgozzo come maiali” avrebbe urlato agli agenti. In seguito il boss è stato trasferito da Roma al carcere di massima sicurezza di Sassari in Sardegna.

     

    G.F. è stato arrestato nel 1999 durante una riunione in un casolare nelle campagne di Favara, in provincia di Agrigento.

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    Da nove anni è detenuto in regime di 41-bis.

     

    Carceri, Uspp: “Per Bonafede non è priorità sicurezza sistema penitenziario”

    “Prendiamo atto che tra le priorità del ministro della giustizia Alfonso Bonafede non sembra esserci la messa in sicurezza del sistema penitenziario”.

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    Lo ha detto Giuseppe Moretti presidente dell’unione sindacati di polizia penitenziaria (Uspp).

     

    “Non è una novità che le criticità delle carceri – prosegue – non abbiano mai rappresentato per molti governi un problema da affrontare in modo straordinario e con provvedimenti emergenziali.

     

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    Ma che il Guardasigilli continui a non ammettere che occorra un progetto di riforma complessiva anche dell’Amministrazione penitenziaria resta un mistero”.

     

    Per Moretti “è un fatto incontrovertibile che, a parte provvedimenti spot come l’impiego della Polizia Penitenziaria (7 unità) nella Dna, Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, la gestione Bonafede ha disatteso tutte le aspettative di rilancio del ruolo del corpo di polizia penitenziaria”. (fonte IL MESSAGGERO, TV SETTE)

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