Guido Olimpio per www.corriere.it
WILLIAM BURNS
Ci risiamo. Un altro caso di sindrome dell’Avana e questa volta ha coinvolto un bersaglio speciale: un elemento della Cia al seguito del direttore dell’agenzia, William Burns. L’episodio – denunciato da fonti Usa - è avvenuto a New Delhi nel corso di una recente visita in India, una tappa collegata alla crisi afghana.
L’agente del team avrebbe avuto lo stesso malessere sofferto da numerosi funzionari statunitensi all’estero. Oltre duecento di loro hanno raccontato di nausea, perdita dell’orientamento, capogiri, strani ronzii.
Una vicenda misteriosa – a tratti accolta con scetticismo - iniziata nel 2016 a Cuba, da qui il nome di sindrome dell’Avana. Con il passare del tempo gli «incidenti». si sono moltiplicati: Cina, Colombia, Uzbekistan, la stessa capitale Washington sono stati coinvolti in eventi non sempre spiegabili. Un altro evento, abbastanza clamoroso, ha riguardato il team della vice presidente Kamal Harris in occasione di un viaggio in Asia.
sindrome dell avana
Il Dipartimento di Stato è stato costretto a modificare il programma dopo che due membri del gruppo hanno lamentato guai ad Hanoi. Molte le ipotesi sull’origine dell’attacco, un’indagine che ha coinvolto servizi segreti, specialisti, ricercatori universitari. E naturalmente negli Stati Uniti si è subito pensato all’azione di intelligence ostili, con il personale «bombardato» da onde radio o micro-onde.
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Una tesi, condivisa da alcuni investigatori, ritiene che tutto sia il risultato prodotto da sistemi di sorveglianza usati da servizi segreti avversari, in particolare russi e cubani. Dunque le «ombre» seguono i bersagli, li spiano impiegando apparati che innescano effetti collaterali. Gli accusati, ovviamente, hanno smentito.
Ma c’è anche chi ha suggerito cause diverse, dall’uso di particolari pesticidi all’esterno delle ambasciate al canto fastidioso di insetti. Nella ricerca del colpevole non è mancata neppure l’allusione ad una possibile suggestione.
Il dossier è comunque aperto, con la Casa Bianca decisa ad avere risposte precise. Anche perché le situazioni anomale si stanno ripetendo. La Cia ha creato una task force affidata coordinata dal dirigente che ha dato la caccia a Osama.
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A chiudere, un particolare legato alla missione di Burns. Il numero uno era nella capitale indiana in contemporanea con la presenza di una delegazione di alto livello dell’intelligence russa e questo aveva portato a voci su un incontro riservato tra le due parti. Una sorta di consulto speciale per discutere della vittoria talebana. Circostanza smentita, ma perfetta per la storia della «sindrome».
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