Zingaretti Renzi
DAGOREPORT
C'è una quinta dimensione oltre a quelle che la politica italiana già conosce. È la regione intermedia tra la luce e l'oscurità, tra la scienza e la deficienza, tra l'oscuro baratro dell'ignoto e le vette luminose del potere. È una regione che si trova ai confini della realtà. E dell’odio: Zingaretti detesta Renzi, Di Maio disprezza Conte.
ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO
Un piccolo passo indietro. Tutto inizia quando Zinga viene a sapere di un incontro riservato di Renzi con Di Maio. Tema della chiacchiera: la possibile confluenza di una parte di forzisti in Italia Viva. Preoccupato, Zinga chiama il suo compagno di merenda: “Conte, quei due si sono visti per inciuciare contro di noi: dobbiamo impedirlo. Per cui, fino alle regionali Pd e M5S devono stare uniti. Dopo settembre, vediamo il da farsi”.
PAOLA DE MICHELI GIUSEPPE CONTE
E’ la strategia che frulla nel testone di Goffredo Bettini: “Conte e Zinga è un ticket che potrebbe funzionare e raggiungere il 40%”. E lo Schiavo di Casalino si mette al lavoro per diventare il leader dei grillozzi. Con l’intervista al suo grillo parlante Travaglio scavalca Di Maio e Di Battista messi insieme, tuonando “Revoca! Revoca! Revoca” e “Fuori i Benetton!”
E nel colloquio con la Merkel, Conte picchia duro sul Recovery Fund.
A far saltare le valvole di Gualtieri e di Paola De Micheli, si aggiunge Zinga: “Autostrade? Sono d’accordo con Conte!”. A quel punto, la De Micheli furibonda tira fuori la lettera che inviò invano a Conte senza ricevere alcuna risposta.
grillo fico di maio di battista
Da parte sua, Di Maio si sente infinocchiato due volte: intanto aveva sentito i due capidelegazione al governo, Bonafede e Franceschini, sul bisogno di trovare un dignitoso compromesso con i Benetton. Secondo: il grido di lotta di Conte avviene in contemporanea con l’incontro di Giggino con il capo benettoniano Mion.
LA LETTERA DI PAOLA DE MICHELI A GIUSEPPE CONTE E BUCCI SUL PONTE DI GENOVA
Sputtanato, Di Maio chiama l’Elevato Grillo che lo appoggia completamente e lo tranquillizza: “Conte non è in grado di gestire né il movimento né il governo”. La guerra dei nani continua…
Bettini e Zingaretti