Franca Selvatici per “la Repubblica”
PROCURA DI FIRENZE
Un’inchiesta per maltrattamenti in famiglia rischia di costare carissima a un magistrato della procura di Firenze, Vincenzo Ferrigno. L’indagato, un medico fiorentino, ha infatti presentato un esposto contro di lui, allegando le foto scattate da un investigatore privato. Le foto mostrano sua moglie — la persona offesa del reato di maltrattamenti — che entrava in più occasioni, anche di notte, nella casa del magistrato e che vi si tratteneva per ore.
Nell’esposto, trasmesso alla procura di Genova, il medico fa presente che per ben due volte il pm aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto su di lui sulla base delle accuse della moglie. Solo dopo averla conosciuta aveva cambiato opinione fino al punto da chiedere gli arresti domiciliari per il marito.
tradimento
La procura di Genova ha aperto un fascicolo. L’ipotesi di accusa è corruzione per l’esercizio delle funzioni. Nell’esposto del medico si fa presente che gli atti del magistrato sembrano contrari ai doveri di imparzialità e che anche il piacere sessuale può costituire una “utilità” indebitamente percepita. Il pm aveva tutto il diritto di diventare amico o anche amante della signora, a patto di lasciare l’indagine. Ma così non è accaduto.
Ieri il medico è stato rinviato a giudizio per maltrattamenti ma l’inchiesta a suo carico è inevitabilmente intrecciata con la vicenda del rapporto fra sua moglie e il sostituto procuratore Ferrigno. Il procedimento per maltrattamenti nasce nel 2015 nell’ambito di una separazione molto conflittuale.
TRIBUNALE DI GENOVA
Ambedue medici, titolari di due studi professionali in cui per anni hanno esercitato insieme, sono sposati da quasi 20 anni e hanno due figli. Un matrimonio felice finché la donna ha scoperto che il marito la tradiva e che addirittura (sebbene lo abbia a lungo negato) ha avuto un figlio dalla assistente.
Nonostante ciò — secondo le accuse — l’uomo si è rifiutato a lungo di accettare la separazione, e nel corso di furiosi litigi è arrivato a minacciare di morte la moglie e in qualche caso a colpirla con spinte, pugni, calci e schiaffi. Dopo la prima denuncia presentata nel luglio 2015, la polizia giudiziaria aveva segnalato una situazione pericolosa e carica di odio. Tuttavia nel settembre 2015 il magistrato chiese l’archiviazione. Il gip sollecitò altre indagini, alla fine delle quali il 2 gennaio 2016 il pm Ferrigno confermò il suo giudizio.
TRADIMENTI 1
La signora continuava però a denunciare una situazione di pericolo. Il 15 marzo 2016 fu convocata in procura e in quell’occasione il pm la conobbe. Pochi giorni più tardi revocò la richiesta di archiviazione. Informato di un tentativo dell’indagato di convincere la baby-sitter, che aveva raccontato di aver assistito a violenti litigi, a modificare le sue dichiarazioni, il 27 giugno 2016 chiese per l’uomo gli arresti domiciliari. Il 25 luglio il gip optò per la misura dell’allontanamento, revocandola pochi giorni più tardi.
Nel frattempo il medico aveva incaricato un investigatore privato di seguire la moglie. E proprio in quel mese di luglio l’investigatore ha scoperto che la signora si spostava in maniera circospetta, a volte di giorno e a volte di notte. Parcheggiava l’auto, percorreva lunghi tratti a piedi, entrava in un edificio e si tratteneva per ore. Entrate e uscite sono state filmate. Sul campanello c’era il nome del pm.