1. AVIARIA NEGLI USA SECONDO CASO DI PERSONA INFETTATA
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(ANSA) - Un secondo caso di influenza aviaria in una persona è stato rinvenuto negli Stati Uniti, in Michigan. L'infezione è stata rinvenuta in un contadino "regolarmente esposto al bestiame", affermano le autorità americane. Il primo caso era stato rintracciato in Texas.
2. SECONDO CONTAGIO AVIARIA NELL'UOMO IN USA, POSSIBILI ALTRI CASI
LAVORAVA IN UN ALLEVAMENTO, HA SVILUPPATO SOLO UNA CONGIUNTIVITE
(ANSA) - I Centers for Disease Control and Prevention americani hanno confermato un secondo caso nell'uomo di influenza aviaria A/H5N1. Si tratta di una persona che lavorava in un allevamento in Michigan in cui l'infezione era stata già rilevata nelle mucche.
INFLUENZA AVIARIA
Non sono esclusi altri contagi: "Considerati gli elevati livelli di virus A/H5N1 nel latte crudo delle mucche infette e l'entità della diffusione di questo virus nelle vacche da latte, potrebbero essere identificati ulteriori casi umani simili", scrivono i Cdc in una nota. Il lavoratore, come il precedente caso rilevato due mesi fa in Texas, ha presentato soltanto una congiuntivite, successivamente guarita.
INFLUENZA AVIARIA
La positività al virus A/H5N1 è stata confermata dai test eseguiti sui campioni oculari, mentre sono risultati negativi quelli nasali. Non è chiaro se questo aspetto possa fornire informazioni sulle modalità di trasmissione: le infezioni oculari "potrebbero essere dovute alla contaminazione degli occhi, magari con uno spruzzo di fluido contaminato o dal contatto degli occhi con qualcosa di contaminato dal virus A/H5N1, come una mano".
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Per i Cdc questo secondo caso umano non cambia il livello di rischio per la popolazione generale, che rimane basso. Invece, sottolinea la necessità che le persone esposte per ragioni lavorative ad animali potenzialmente infetti adottino misure preventive, come indossare guanti e mascherine. Intanto, anche lo Stato di Victoria, in Australia, ha riportato un caso di influenza aviaria A/H5N1 in un bambino di ritorno dall'India. Il contagio, in realtà, risale allo scorso marzo, ma è emerso solo ora, nell'ambito di un programma di sorveglianza rafforzata. Le caratteristiche del virus escludono che il contagio sia connesso all'epidemia in corso in Usa.
3. AVIARIA, NEGLI USA I CDC CHIEDONO SORVEGLIANZA RAFFORZATA
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PIÙ TEST PER COGLIERE PRIMI SEGNALI DI CIRCOLAZIONE NELL'UOMO
(ANSA) - L'influenza aviaria continua a preoccupare gli Stati Uniti. In un incontro con rappresentati della sanità pubblica, il vicedirettore dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), Nirav Shah, ha raccomandato di non allentare le attività di sorveglianza dell'influenza nonostante l'arrivo della bella stagione, allo scopo di poter identificare tempestivamente eventuali segnali di diffusione dell'influenza aviaria nell'uomo.
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I Cdc hanno chiesto che venga aumentato il numero di analisi approfondite (la cosiddetta sottotipizzazione) sui campioni che risultassero positivi al virus dell'influenza di tipo A. I test 'di primo livello' non consentono infatti di discriminare tra la convenzionale influenza umana e l'influenza aviaria A/H5N1 che attualmente sta circolando nelle mucche in Usa.
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I Cdc sperano che, intensificando lo sforzo di analisi, si possano individuare anche casi rari di aviaria che circolano nella popolazione. Intanto, cresce il numero di allevamenti colpiti dall'influenza aviaria: con gli ultimi tre notificati dal dipartimento dell'Agricoltura del Michigan lunedì, il numero è salito a 54.
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