La lettera di una lettrice a "la Repubblica"
Caro Merlo,
FRANCESCO MERLO
Enrico Vanzina, con una garbata lettera a Dagospia, dice che la sua provocazione — “penso che il cinepanettone sia per il cinema quel che il generale Vannacci è per la letteratura” — è esagerata e la invita a parlare altrettanto male della politica, “anche di quella che le sta a cuore”, come se non lo facesse già. E la iscrive nella sinistra tra Cortina e Capalbio. Lei ci va?
Giorgia Monterosso — Napoli
Risposta di Francesco Merlo:
Come no, vivo in un castello sulla collina di Portofino. Enrico Vanzina è simpatico ma sul suo cinepanettone c’è un’Italia, che mi sta scrivendo e che lo giudica peggiore di tutto il male che ne penso io. Non pretendo che Vanzina mi legga, ma non ho mai avuto appartenenza e, imitando Brancati e Sciascia, “la notte dormo con un occhio solo, come il custode della casa già visitata dai ladri” anche se nella mia non sono mai entrati.
enrico vanzina
E qui preferiamo l’abusivismo dei poveri all’evasione dei ricchi, e dunque la Valle dei templi a Cortina, che nella realtà è persino più volgare di quel film: Cortina è un cinepanettone andato a male. Infine, in Toscana è meglio Castagneto Carducci di Capalbio, dove sono stato solo due volte, per lavoro. Castagneto, Sassetta, Monteverdi non saranno mai pesanti e pensose come Capalbio che resterà per sempre la spiaggia dell’antipatia italiana. Tranne quando arriva Vanzina e la tira su.
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