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    DERIVATI E SBANCATI - UNICREDIT SOTTO INCHIESTA PER CORRUZIONE: HA VERSATO 470MILA EURO A DUE PERITI DEL PROCESSO SUI DERIVATI CHE HANNO DISTRUTTO LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE ITALIANE


     
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    Paolo Biondani per "l'Espresso" in edicola domani

     

    DIVANIA BARI DIVANIA BARI

    C'è un'inchiesta per corruzione a carico di Unicredit. Lo scrive “l'Espresso” nel numero in edicola da venerdì 3 aprile.

     

    Il settimanale spiega che la nuova indagine è stata aperta dalla Procura di Bari su formale richiesta del tribunale civile, chiamato a decidere una causa di risarcimento da 280 milioni di euro. In quel processo civile, in corso già dal 2008, la banca è accusata di aver collocato derivati irregolari, cioè prodotti finanziari molto rischiosi, portando così al fallimento un'industria pugliese, l'ex fabbrica Divania, che dava lavoro a 430 operai. La causa sembrava prossima a una conclusione favorevole a Unicredit grazie ai risultati di una perizia sui derivati, affidata a due professionisti privati.

    DERIVATI DERIVATI

     

    Alla vigilia del verdetto, invece, il tribunale ha annullato la perizia e ha trasmesso gli atti alla Procura, dopo aver accertato che i due professionisti avevano chiesto e ottenuto direttamente da Unicredit, durante la causa, il pagamento di un compenso di 470 mila euro: una parcella mai autorizzata dai giudici e molto superiore alle tariffe massime previste dalla legge per i consulenti giudiziari. Uno dei due periti, inoltre, è un avvocato che negli stessi mesi difendeva il gruppo Unicredit in altre cause. L'ipotesi di reato è la corruzione in atti giudiziari.

     

    Alessandro Profumo (ad Unicredit) e Dieter Rampl (Presidente Unicredit) Alessandro Profumo (ad Unicredit) e Dieter Rampl (Presidente Unicredit)

    Interpellato da l'Espresso, il gruppo Unicredit, confermando la notizia, ha respinto ogni accusa, precisando che la nuova indagine non potrà che riconfermare l'assoluta regolarità delle scelte della banca e la correttezza delle conclusioni dei due periti. Unicredit inoltre chiarisce che lo stesso avvocato nominato perito aveva segnalato al tribunale di essere uno dei difensori del gruppo Capitalia, confluito nel 2007 in Unicredit.

     

    Sul caso Divania, la Procura di Bari ha già chiuso altre due indagini penali chiedendo il rinvio a giudizio dei responsabili di Unicredit all'epoca dei fatti con le accuse di truffa, falso e concorso in bancarotta. E ora si riapre anche la maxi-causa civile: a esaminare i derivati sarà un nuovo perito.

    ALESSANDRO PROFUMO ALESSANDRO PROFUMO

     

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