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    VA’ DOVE TI PORTA L’IBAN -  “A SCUOLA STUDINO ME, NON VERGA” – SUSANNA TAMARO VUOLE IMPORRE “VA DOVE TI PORTA IL CUORE” E DARE PIU’ SPAZIO ALLA LETTERATURA DEL NOVECENTO. SENZA UNA BUONA CONOSCENZA DEI CLASSICI CONCENTRARSI SUL NOVECENTO SAREBBE COME COSTRUIRE SULLA SABBIA, SENZA LE FONDAMENTA. SOPRATTUTTO, PERÒ, LA LETTERATURA, CON LA SUA CAPACITÀ DI ASTRARRE E UNIVERSALIZZARE, RAPPRESENTA IN FORMA POTENTE ANCHE LE…


     
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    Estratto dell'articolo di Silvia Stucchi per Libero Quotidiano

     

     

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     La dichiarazione di Susanna Tamaro, che, forse colta alla sprovvista, ha parlato dell’opportunità, nelle scuole, di abbandonare lo studio di Verga in favore di testi del Novecento, fra i quali il suo Va’ dove ti porta il cuore, al di là del polverone sollevato, può offrirci anche una proficua occasione di riflessione, a partire, per esempio, dal limpido comunicato del Consiglio Scientifico della Fondazione Verga di Catania.

     

    In esso si ammette che, certo, va dato più spazio, nella prassi dell’insegnamento della letteratura italiana, al Novecento (e perché no? anche ai primi anni Duemila, direi, se il tempo non fosse tiranno, e chi lavora a scuola lo sa bene, soprattutto a maggio); ma è pur vero che, senza una buona conoscenza dei classici della nostra storia letteraria, concentrarsi sul Novecento sarebbe come costruire sulla sabbia, senza le fondamenta. Soprattutto, però, la letteratura, con la sua capacità di astrarre e universalizzare, rappresenta in forma potente anche le brutture degli uomini e l’inferno che hanno dentro: così sottolinea la Fondazione Verga, portando ad esempio le opere di Dante, Shakespeare e, appunto, dell’autore dei Malavoglia.

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