roberto vannacci francesco merlo

"LA RECITA DA PARROCCHIETTA SULL'ABBASSARSI I PANTALONI E' IL VIALETTO DEL TRAMONTO DI VANNACCI" – FRANCESCO MERLO INFILZA IL GENERALE CHE OGNI GIORNO NE SPARA UNA: “FARÀ ANCORA LA VITTIMA DEL PENSIERO UNICO, CON IL SUO RADUNO A VITERBO E LE TRISTI GAG IN TV, MA SEMPRE PIÙ IN FONDO ALLA SERATA E AI PALINSESTI, TRA LE PUBBLICITÀ DELLE DENTIERE E DEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI” – “MENTRE L'ORIGINALE IMPICCIOLISCE, PICCOLI VANNACCI CRESCONO. COME FRANCESCO GAZZONI CON IL SUO ‘MANUALE DI DIRITTO PRIVATO’, CHE SOSTIENE CHE I MAGISTRATI SONO PSICOLABILI SOPRATTUTTO PERCHÉ ORMAI SONO QUASI TUTTE DONNE…”

 

Estratto dell’articolo di Francesco Merlo per “la Repubblica”

 

roberto vannacci roberta parigiani 4

Cerca disperatamente di farsi ancora notare, il generalino Vannacci che, rifiutato dalla Lega, minaccia di fare il suo partito, ma anche di abbassarsi i pantaloni e mostrare in tv quant’è maschio. «Lo faccia lo faccia», gli ha replicato annoiata l’avvocata dei diritti civili Roberta Parigiani, e lui: «Potrebbe essere stupita».

 

La recita da parrocchietta in attesa di pernacchie è il vialetto del tramonto di Vannacci, votato e dimenticato in Europa dove gli hanno dato dell’omofobo persino i Patrioti, e Bardella non lo vuole perché «è razzista e seguace di Mussolini».

 

roberto vannacci al parlamento europeo

La sua sindrome è quella del fenomeno “un colpo e basta”, del successo che non si ripete, della seconda volta è sempre un flop: «non un fatto, ma un fattoide» direbbe Gillo Dorfles. […]

 

Del secondo libro di Vannacci neppure ci si ricorda il nome, mentre Il mondo al contrario ora produce epigoni come il Manuale di Diritto privato di Francesco Gazzoni, che è stato un vero professore della Sapienza come Vannacci è stato un vero generale dell’esercito.

 

Francesco Gazzoni - manuale di diritto privato

Questo Manuale, che sostiene che i magistrati sono psicolabili soprattutto perché ormai sono quasi tutte donne, stimola la coazione a ripetere, che di nuovo spinge a chiedersi se parlarne male e fargli pubblicità comunque, o se ignorarlo. Ma il gioco dura poco, e il poco di Gazzoni sarà molto meno di quello di Vannacci. E si capisce che presto arriveranno altri libracci effimeri, magari contro l’elemosina o contro i pedoni che ingombrano le strade: piccoli Vannacci crescono, mentre l’originale rimpicciolisce.

 

Farà ancora la vittima del pensiero unico, con il suo raduno a Viterbo e le tristi gag in tv, ma - vedrete sempre più in fondo alla serata e ai palinsesti, tra le pubblicità delle dentiere e degli integratori alimentari.

 

E ci vergogneremo dell’accanimento sapienziale che praticammo su un generale che politicamente è sempre stato – ricordate il primo Zalone? - la banalessa del cozzalone, il candidato cinepanettone, il generale Damigiani profetizzato da Alto gradimento, dove, tra la Sgarrambona e Pasquale Zambuto, squillava il telefono e al “pronto” di Arbore si udiva una voce perentoria: «Sono il generale Damigiani, passami un tuo superiore».

 

MEME ROBERTO VANNACCI PAOLA EGONU

Arbore aveva previsto anche Gazzoni con il professor Aristogitone, tontolone di prima fascia, “quarant’anni di insegnamento”. Ciascuno di loro uno, cento mille Vannacci – in politica ripropone il solito miscuglio residuale, come i ciuffetti sempre uguali nello scarico delle docce. C’è un po’ di Giannini che nel 1946 – il monocolo, un portachiavi a pitale, il corno rosso – fondò il partito dell’Uomo qualunque, c’è il fascistone tutto d’un pezzo del vecchio Msi, c’è il razzismo del primo Bossi, c’è il marameo di Grillo.

 

La sola novità, che rende inquietante persino Vannacci, è il pacifismo putiniano, perché quello è un brutto problema serio nella più faceta politica del mondo.

roberto vannacci su facebook invita roberta parigiani a slacciargli i pantaloni roberto vannacci a pontida