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    LA VENEZIA DEI GIUSTI – POTREBBE ESSERE LA SORPRESA DEL FESTIVAL “I PREDATORI”, OPERA PRIMA DI PIETRO CASTELLITTO, NON SOLO FIGLIO D’ARTE, MA GIÀ ATTORE DI CULTO PER ESSERE IL PROTAGONISTA DEL NUOVO FILM DI GABRIELE MAINETTI, “FREAKS OUT” E SOPRATTUTTO DELLA SERIE SU FRANCESCO TOTTI. VEDI UN PO’… PRESENTATO A ORIZZONTI È UN FILM MOLTO PIÙ MODERNO DI QUEL CHE PASSA NEL CONCORSO. DICIAMO UN “FAVOLACCE” PIÙ COLTO, PIÙ COSTRUITO, MAGARI MENO ACCATTIVANTE, MA CHE VA NELLA STESSA DIREZIONE – VIDEO


     
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    I predatori di Pietro Castellitto

    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Buone notizie da Venezia. Potrebbe essere la sorpresa del festival “I predatori”, opera prima di Pietro Castellitto, non solo figlio d’arte, ma già attore di culto per essere il protagonista del nuovo film di Gabriele Mainetti, “Freaks Out” e soprattutto della serie su Francesco Totti. Vedi un po’…

     

    Presentato a Orizzonti è un film molto più moderno di quel che passa nel concorso. Diciamo un “Favolacce” più colto, più costruito, magari meno accattivante, ma che va nella stessa direzione. I figli che devono fare esplodere, boom!, il mondo corrotto, noioso, insopportabile dei padri. Destra o sinistra non cambia.

     

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    A ritmo dei Dark Polo Gang, ma anche degli Zerozeroalfa, la band di Casa Pound. Castellitto jr gioca col fuoco, cioè coi neofascisti cafoni che vendono armi di ogni tipo e fanno sparare i ragazzi i di dodici anni. Ma anche col fascismo che trova in casa, col mito di Nietzsche, con il padre traditore, la madre regista radical chic che ha rischiato di far morire un attore con un cappio malfunzionante per un film che dedicherà alla memoria del nonno…

     

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    La scena chiave è una lunga discussione su Nietzsche al bar di fronte a un boccale di birra che finisce in rissa. Dopo un inizio quasi da film a episodi anni ’60, con la truffa che Vinicio Marchioni fa a Ostia a Marzia Ubaldi vendodogli una patacca di orologio per mille euro, il film è praticamente diviso in due parti.

     

    Da una parte c’è la famiglia borghese di Castellitto jr, il padre chirurgo, Massimo Popolizio, la madre regista di successo, Manuela Mandracchia. Si parlano a tratti, lei è presa solo da se stessa. Così lui si scopa la bella moglie, Anita Caprioli, dell’amico medico, Dario Cassini, quasi insopportabile coi suoi scherzi continui.

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    Ci sono anche una nonna, la mitica Rosalina Neri, e una giovane rappettara provocatoria. Dall’altra parte c’è la famiglia dei fasci, composta da Giorgio Montanini e dal fratello, con rispettive mogli, il figlioletto dodicenne, e l’orrido Zio di Antonio Gerardi, malavitoso venditore di armi che li tiene tutti in pugno.

     

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    La sorte vuole che la madre dei due fratelli fasci sia proprio Marzia Ubaldi, la stessa che si era fatta fregare all’inizio del film, e che poi Popolizio ha salvato con un rapido intervento dopo un incidente. Non andiamo oltre, perché la trama è complessa. Ma il film è piuttosto divertente. Inoltre Castellitto jr si permette giochi e battute che non si sentivano dai tempi dello sfortunato “Ogni maledetto natale” di Ciarrapico-Torre-Vendruscolo, ma credo anche delle battute sui genitori e sul loro mondo piuttosto audaci.

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