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    COME PUNGE VESPA - "BRU-NEO" STRIGLIA ENRICO LETTA: “NON SI CAPISCE PERCHÉ L'ELEZIONE DI MATTARELLA FRUTTO DI UNA SCELTA DEL SOLO CENTROSINISTRA SIA STATA LEGITTIMA (E LO FU), MENTRE UNA SCELTA PILOTATA DAL CENTRODESTRA NON LO SAREBBE PERCHÉ PER LA PRIMA VOLTA NON È LA SINISTRA A DARE LE CARTE" – “CI SI PUÒ LEGITTIMAMENTE OPPORRE ALLA SCELTA DI BERLUSCONI, MA NON SI DICA CHE NESSUN CAPO POLITICO È MAI ANDATO AL QUIRINALE…”


     
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    Da www.liberoquotidiano.it

     

    bruno vespa enrico letta foto di bacco (2) bruno vespa enrico letta foto di bacco (2)

    Bruno Vespa ridimensiona le ambizioni di Enrico Letta e Partito democratico sul Quirinale. Nei giorni in cui la partita è apertissima e Mario Draghi è sempre più tirato per la giacchetta, la firma del Giorno concede al segretario dem una sonora lezione.

     

    "Adesso che bisogna scegliere il successore chiede comunque una personalità unitaria perché una di parte 'sarebbe una grave lesione istituzionale'" esordisce ricordando che è scontato che una scelta condivisa è preferibile a una di parte.

    mario draghi sergio mattarella mario draghi sergio mattarella

     

    E proprio per questo rivolge una scomoda domanda a Letta e compagni: "Ma non si capisce perché l'elezione di Mattarella frutto di una scelta del solo centrosinistra sia stata legittima (e lo fu), mentre una scelta pilotata dal centrodestra non lo sarebbe perché per la prima volta non è la sinistra a dare le corte".

     

    maurizio belpietro enrico letta bruno vespa atreju 2 maurizio belpietro enrico letta bruno vespa atreju 2

     Non è tutto, perché Vespa rinfresca ai dem la memoria: "Ci si può legittimamente opporre alla scelta di Berlusconi, ma non si dica che nessun capo politico è mai andato al Quirinale". Il caso infatti è sotto gli occhi di tutti: si tratta di Giuseppe Saragat.

     

    Lui, che a detta del giornalista non era solo il leader ma anche il padrone del partito socialdemocratico, divenne presidente della Repubblica. "Perciò - conclude Vespa - da qualunque lato si faccia l'inquadratura, una scelta non certo unanime ma largamente maggioritaria oggi sarebbe soltanto quella di Mario Draghi".

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    Una sua eventuale candidatura non sarebbe esente da ostacoli. A mettersi in mezzo oltre a The Economist, il settimanale più prestigioso del mondo, anche Matteo Salvini. Il leader della Lega, intervenuto durante una pausa del processo Open Arms, ha tolto ogni dubbio: "Io faccio lo sforzo di stare con il Pd e lui se ne va? Resti premier". Dello stesso parere Forza Italia che punta, unita agli alleati, a candidare Silvio Berlusconi come successore di Sergio Mattarella.

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