Carlo Vulpio per il "Corriere della Sera"
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«Vi prego, ditemi che sono ancora vivo». Le parole del ventunenne bielorusso, che era rimasto intrappolato nella poppa della nave Euroferry Olympia e che è stato messo in salvo ieri, hanno subito fatto il giro del mondo.
il 21enne sopravvissuto sulla euroferry olympia
Il ragazzo, rintracciato sul ponte inferiore del traghetto, ancora avvolto dalle fiamme, era illeso. Ma il suo aspetto era quello di chi è tornato dall'inferno e avrebbe voluto baciare la terra.
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«Sono fortunato perché sono vivo - ha detto alla tv greca Skai -. Voglio ringraziare chi mi ha salvato». Tra le lacrime ha aggiunto ai media greci: «Dormivo quando è scoppiato l'incendio. Quando mi sono svegliato ho cercato di trovare una via di fuga ma non ci sono riuscito. Faceva molto caldo e ho deciso di rimanere nella cabina del camion.
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Sono rimasto due giorni nel garage, accendendo ogni tanto le luci per vedere cosa stesse accadendo, temevo che tutto andasse a fuoco. Sono riuscito a uscire il terzo giorno, quando mi sono reso conto che la temperatura si stava abbassando. Per assicurarmi ho afferrato delle lenzuola con le mani. E alla fine ho visto un cartello, "uscita d'emergenza", e sono riuscito ad allontanarmi».
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L'autotrasportatore spiega commosso: «Non ho visto nessun altro vivo. Ho solo sentito delle voci». Una indicazione che può essere utile alle ricerche, per i soccorritori l'ulteriore conferma del fatto che diversi camionisti - tra i quali presumibilmente le dieci persone ancora disperse - stavano dormendo nei propri automezzi quando è divampato l'incendio.
«Credo proprio che i passeggeri mancanti all'appello siano quelli rimasti a dormire nei camion - ha dichiarato Stefano Andresano, uno dei 19 italiani tratti in salvo e sbarcati ieri a Brindisi -. Una cosa sbagliatissima, ma che diversi autotrasportatori, purtroppo, scelgono di fare».
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Poche ore dopo l'arrivo dei superstiti, da Corfù è giunta la notizia del ritrovamento di un corpo carbonizzato all'interno della cabina di un tir, nel garage numero 2 dell'Euroferry Olympia: la vittima è un camionista greco di 58 anni, riconosciuto dal figlio grazie a un ciondolo e a un tatuaggio sull'omero.
È la prima vittima ufficiale del rogo della nave. E a questo punto si teme non sia l'unica, mentre le ricerche continuano: squadre speciali stanno perlustrando ogni angolo dell'imbarcazione.
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I dieci dispersi sono sette bulgari, due greci e un turco. Gli italiani giunti ieri mattina a Brindisi da Igoumenitsa, sempre con una nave della Grimaldi Lines, hanno ringraziato l'equipaggio e i soccorritori, ma hanno anche raccontato i momenti di terrore vissuti a bordo, soprattutto perché l'incendio si è propagato molto rapidamente.
La testimonianza di Vittorio Padrevita, 36 anni di Benevento, papà di due bambini, vale per tutti i superstiti. «Ho inviato un sms di addio a mia moglie - ha raccontato commosso - perché credevo che sarei morto. Quando mi hanno salvato non ci credevo. Ho pianto e ho ringraziato Dio».
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