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UN "VOLO" DIRETTO PER LO STREGA! - FULVIO ABBATE ANNUNCIA, DA "AMICO DELLA DOMENICA", DI AVER PROPOSTO LA CANDIDATURA AL PREMIO STREGA DEL ROMANZO DI FABIO VOLO, “BALLEREMO LA MUSICA CHE SUONANO” (EDITO DA MONDADORI) – “UN SEGNO DI DISCONTINUITÀ RISPETTO AD ALTRI LAVORI RITENUTI SPESSO IMPROPRIAMENTE NECESSARI, SE NON ADDIRITTURA BLANDITI PER CONFORMISMO O INTERESSI DI CLAN AMICHETTISTICO…”
Dall’account Facebook di Fulvio Abbate
Ho appena inviato alla direzione del Premio Strega la mia proposta di candidatura del romanzo di Fabio Volo, qui di seguito trovate il testo con cui spiego, da Amico della domenica, le ragioni della scelta.
FABIO VOLO, “BALLEREMO LA MUSICA CHE SUONANO”, MONDADORI.
Se la letteratura, il romanzo, il racconto, la voce personale che si fa parola e infine scrittura, se ciò ha valore storicamente testimoniale, il romanzo di Fabio Volo, “Balleremo la musica che suonano”, pubblicato da Mondadori, risponde in tutto alla “perfezione” espressiva.
Assolvendo con pienezza il compito, la necessità prima della letteratura stessa. Come in un “vangelo” autobiografico, dono a sé stessi, finalmente salvati dal peso della necessità materiale; un “romanzo di formazione” che esprime una liberazione dal peso del bisogno, dallo stato infelice delle cose, senza mai abbandonare l’omaggio amoroso alla memoria famigliare.
Si tratta del racconto di un talento umano - caso, fortuna o destino? - che ha reso infine possibile un’esistenza libera dalla condizione iniziale di povertà, esclusione e ristrettezze, appunto, economiche: il quotidiano, la fatica, l’emarginazione e le mortificazioni che subiscono i figli e le figlie delle classi meno agiate, povere; “subalterne”, diremmo con Marx.
Con scrittura essenziale, scarna, forse scolastica, nel senso proprio del possesso della parola da consegnare al bianco del foglio, lontana da ogni compiacimento stilistico giovanile glamour o perfino “d’autore”, Fabio Volo consegna sé stesso, il proprio “pane” interiore nella sua immediatezza.
Il racconto, segnato dal candore della prima persona, contiene un tesoretto etico, meglio, un’“operetta morale” ulteriore. Accanto al dono imprevedibile della fortuna, l’Io narrante, la persona Fabio Volo, attraverso la scoperta miracolosa della lettura - cioè i giacimenti del fantastico letterario - mostra la parola scritta come luogo di salvezza, un cosmodromo dal quale iniziare un viaggio verso la certezza che un altro mondo è davvero possibile.
In questo senso, l’elenco dei “libri sulla mensola per i miei figli” (sic) che appare in coda al romanzo, è un messaggio dedicato alla moneta senza prezzo dell’immaginazione. Per queste ragioni, da “Amico della domenica” più che ventennale, ritengo che “Balleremo la musica che suonano” (Mondadori) abbia “tutte le carte in regola”, direbbe Piero Ciampi, per partecipare all’edizione 2025 del Premio Strega.
Come segno di discontinuità rispetto ad altri lavori ritenuti spesso impropriamente necessari, se non addirittura blanditi per conformismo o interessi di clan amichettistico.
Roma, 6 febbraio 2025
Fulvio Abbate fotografato da Mario Schifano, 1986 circa
fulvio abbate (2)
fabio volo 1
fulvio abbate
Fulvio Abbate
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