Alessandro Trocino per www.corriere.it
NICOLA ZINGARETTI
«Ho fatto un passo di lato ma non scompaio». Nicola Zingaretti interviene sul clamoroso annuncio con le sue dimissioni, spiega le ragioni che l’hanno spinto a farlo e tranquillizza sull’impegno del Partito democratico nel governo Draghi: «Salvini stia tranquillo, il governo Draghi è forte e solido, andrà avanti e troverà il Pd al 1000 per 1000 per portare avanti il programma».
La Comunità Dem
A margine dell’inaugurazione del Playground di Torre Gaia, nell’agro romano, il presidente del Lazio si sofferma con i cronisti e spiega: «Faccio un passo di lato perché era insorto il dubbio che il problema fossi io, ora questo problema non c’è, ma non scompaio. Mi auguro che questo mio gesto aiuti il Pd a ritrovare la voglia di andare avanti con più solidarietà e rispetto per la comunità che continuo a sentire mia, perché se è più debole è più debole anche la democrazia italiana ».
NICOLA ZINGARETTI DIMISSIONARIO IN VERSIONE DAFT PUNK
L’assemblea
Le pressioni di una parte del partito - a cominciare dalla corrente di Base democratica, che chiedeva di anticipare il Congresso - lo hanno indotto a questo gesto. Alla domanda se le sue dimissioni siano «irrevocabili», Zingaretti risponde così: «Ora ci sarà l’assemblea e qualsiasi scelta faranno io la rispetterò. Andiamo avanti e troviamo le forme migliori». E se l’assemblea dovesse chiederlo ritirerà le dimissioni? «No, ma sono cose che, guardatevi gli statuti, non esistono».
Del resto aveva già fatto sapere ai giornali che il suo gesto non era un bluff e non sarebbe stato ritirato alla prossima assemblea del 13-14 marzo. E lo ribadisce in questi termini: «Non è un tema di ripensamento, che non c’è e non ci sarà. Piuttosto penso debba essere il gruppo dirigente a fare un passo in avanti nella consapevolezza di avere un confronto più schietto, franco e plurale ma anche solidale sul ruolo del Pd, i valori di riferimento, la nostra idea dell’Italia e dell’Europa. Io non ce l’ho fatta ad ottenerlo. Spero che ora sia possibile».
NICOLA ZINGARETTI
La tessera
Insomma, assicura, le sue dimissioni non sono un modo per rafforzarsi e ottenere il via libera dell’assemblea, dove ha la stragrande maggioranza dei delegati a favore (al contrario dei gruppi parlamentari, dove dominano gli ex renziani di Base democratica). Zingaretti annuncia che andrà nei prossimi giorni a fare la tessera del Pd: «Non l’avevo rifatta ancora. Il Pd è l’unica forza popolare che può garantire l’alternativa alle destre. Io sono per un partito popolare contro il populismo». E a chi gli ricorda come si vociferi da tempo di una sua candidatura a sindaco di Roma, risponde così: «Ancora? Io faccio il presidente del Lazio».
CECILIA D'ELIA NICOLA ZINGARETTI ANDREA ORLANDO
Le reazioni
Arrrivano le prime reazioni, a cominciare dal sindaco di Milano Giuseppe Sala: «Non sono un interno del Pd, per cui mi permetto solo di dire che dal punto di vista umano Zingaretti è un gran signore. Tra l’altro ieri doveva venire da me a Milano. Ieri sera ci siamo messaggiati e gli ho detto `Era meglio se fossi venuto a Milano. E abbiamo un po’ scherzato». Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, pensa che possa esserci un ripensamento: «Le dimissioni di Zingaretti sono revocabili se l’assemblea le respingerà con nettezza, ma dobbiamo essere rispettosi della scelta fatta, di chi si è stancato della delegittimazione quotidiana. L’indebolimento del leader di turno è un vizio del partito».
LE DIMISSIONI DI NICOLA ZINGARETTI BY OSHO