ZUCCHERO SUGAR FORNACIARI
Estratto dell’articolo diStefania Ulivi per il "Corriere della Sera"
L’autocitazione di Francesco Guccini segna il percorso che ha portato il giovane Adelmo a diventare Zucchero. Sugar Fornaciari , come il titolo del doc di Valentina Zanelle e Giangiacomo De Stefano (da domani per tre giorni in sala), presentato ieri alla Festa del cinema di Roma. «Ho chiesto che non fosse una celebrazione — spiega l’artista —. Che raccontasse Adelmo e non solo Zucchero. Un ragazzino della Bassa emiliana, quella di Peppone e Don Camillo, a undici anni sradicato in Versilia, il che mi ha causato malinconie e tristezze».
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Tribolazioni come le chiama Francesco De Gregori — chiamato a comporre il ritratto del collega con tanti altri come Bono, Sting, Brian May, Roberto Baggio, Paul Young, lo storico produttore Corrado Rustici — , […] «Ha ragione, forse per questo sono tanto attratto dal blues che è malinconia. Basta che non si trasformi in depressione».
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Sa di cosa parla, lo fa apertamente nel doc concentrandosi su quegli anni, tra 1989 e 1993. «Il momento più brutto, dopo la separazione, stavo così male che avevo paura di stare bene. E di godermi le cose straordinarie che mi succedevano. Poi una mattina mi sono svegliato e ho scritto Miserere ». Il film è un racconto pieno di incontri e collaborazioni live, di tour trionfali.
«Per me la musica è la dimensione live. I luoghi del cuore? La Royal Albert Hall dove ho debuttato come supporter di Clapton nel ‘90 e l’Arena di Verona». […] «Sacro o profano? Ci sono cresciuto in mezzo e non ho ancora deciso».
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