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    A-MARA MAIONCHI: “SFERA? USA UN LINGUAGGIO SCURRILE MA IO L’HO ANTICIPATO DI 50 ANNI! QUESTI RAGAZZI SONO COSÌ, FORTEMENTE EGOCENTRICI. ORECCHINI, CATENE D’ORO, BRILLANTI…" - E POI LA VANONI (“NON RISULTAVA SIMPATICA E SOFFRIVA IL FULGORE DI MINA”) - IL RAPPORTO CON BATTISTI E JANNACCI, LA CREAZIONE DI ARTISTI COME TIZIANO FERRO E GIANNA NANNINI ("SI PRESENTO" CON GLI STIVALI DA D’ARTAGNAN”)


     
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    Edoardo Vigna per “Sette - Corriere della sera”

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    Mara, 60 anni di lavoro in questi giorni. Quota 138, altro che 100. «E sono anche pigra! La mattina mi alzo e penso: devo fare ginnastica. Poi mi guardo e dico: ma a 78 anni che c… te ne frega!». Eppure non sembra che abbia intenzione di smettere. A X Factor li ha fatti fuori tutti, i giudici dell’anno scorso. Maionchi “Highlander” anche del talent di Sky. «Mi è sempre piaciuto lavorare, sono felice di farlo in vecchiaia. Bisognerebbe restare in attività sempre e da giovani non fare niente!».

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    Lei ha cominciato prestissimo. «A scuola ero pessima, mio padre mi disse: non puoi stare senza far niente. Mi presero alla Saima, società di spedizioni internazionali, a Bologna. Facevo i bollettini con i contenuti nelle casse per caricare le navi a Genova. Vedevo gente, parlavo… Poi decisi di venire a Milano: entrai alla Sipcam, settore anticrittogamici, quindi passai in un’azienda che faceva macchine per i pompieri: era di un tedesco, il signor Müller. Tenevo i conti. Ma ebbi un diverbio col direttore generale».

     

    MARA MAIONCHI MARA MAIONCHI

    Già allora fumina. «Mi ero accorta che “allargava” i costi, segnalai al titolare che qualcosa non funzionava. Müller, dopo averlo licenziato, mi ha richiamata. Ma ormai ero passata alla Ariston». Finalmente nel mondo discografico. Cosa ha imparato allora? «L’edizione, che è la base di tutto. La struttura della canzone. E a conoscere gli artisti. Umberto Bindi, Ornella Vanoni, Mino Reitano, i Corvi. Cominciai a fare la promozione: sui giornali, in tv.

     

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    Sa che Ornella non la volevano mai? Era forte ma non risultava simpatica: adesso finalmente è venuta fuori com’è, pazza e divertente. Allora era il periodo del fulgore di Mina. Lei ne soffriva. Voleva una copertina sul settimanale Oggi. Ho fatto la posta al direttore, Vittorio Buttafava: tre giorni fuori dalla porta, dalla mattina alla sera senza chiedere niente. A un certo punto è uscito: “Basta, la mettiamo in copertina ma lei vada via!”». Tenace. «La tenacia è fondamentale nella vita. Poi Mogol mi chiamò alla Numero Uno: c’erano Lucio Battisti, la Pfm… Fu il momento più elegante della mia vita. Ornella metteva i vestiti per andare in tv, io li ereditavo. Avevamo la stessa struttura fisica».

     

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    È allora che ha cominciato a dire parolacce? «Ma c’era gente peggiore di me! Prenda gli Squallor (i padri del rock demenziale, ndr)! Io, finché non mi girano i santissimi, sono una che si contiene. Quando però devo sottolineare una cosa che mi dà fastidio, esplodo. Sono come Sgarbi: è carino, lo conosco bene, ma se qualcuno gli va addosso diventa una belva. Se mi pento? Tutte le volte».

     

     A X Factor siede in giuria con Sfera Ebbasta: un ragazzino. «Oddio, ha 26 anni! Oggi a quell’età sono ragazzini, mio marito aveva già una figlia! Però Sfera è intelligente. Fa un tipo di musica che non è la mia, ma mi piace».

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    «Denuncia la sua difficoltà di vita a 27-30 anni. Usa un linguaggio scurrile, certo: ma io l’ho anticipato di 50 anni! Un tempo c’era un’estetica diversa. Forse avrebbero voluto usare questa volgarità anche allora. Penso a De André quando nel Giudice dice che (il nano) ha “il cuore troppo vicino al buco del culo”. Ma aveva un aspetto più culturale. Questi ragazzi raccontano l’oggi come i cantautori negli Anni 70. Sfera, quando è morto il padre e aveva 12 anni, non vivendo in via del Gesù, ha conosciuto situazioni ben diverse da quelle dei coetanei». Colpisce come si presentano. «Sono così, fortemente egocentrici. Orecchini, catene d’oro, brillanti… Che poi, scusi, la modella novantenne Iris Apfel piena di gioielli? È anziana e fa meno impressione, ma non vedo differenze».

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    Si diverte, fra questi giovani? «Sì, anche se a X Factor sento la responsabilità per gli artisti. Se gli ho dato il brano giusto, se l’ho portato a fare il percorso giusto… In una casa discografica dopo un pezzo sbagliato puoi recuperare, qui una volta eliminati è finita». Anni di talent: cosa ha capito? «Che al centro di tutto c’è sempre la canzone. Le collane fanno parte della loro epoca, ma alla fine contano il brano e l’interpretazione». Diceva: un tempo la discografia coltivava gli artisti. «Era diverso. Anastasio (vincitore di X Factor 2018, nella squadra di Mara, ndr) è arrivato già impostato. Dovevi stare solo attenta a non snaturarlo. Lo stesso fu con Marco Mengoni. Oggi le case discografiche devono solo distribuirli. Ciò che si faceva non si fa più».

     

    MARA MAIONCHI, SFERA EBBASTA, SAMUEL E MALIKA AYANE - I GIUDICI DI X-FACTOR 13 MARA MAIONCHI, SFERA EBBASTA, SAMUEL E MALIKA AYANE - I GIUDICI DI X-FACTOR 13

    Mi fa un esempio? «Tiziano Ferro. L’abbiamo trovato io e mio marito all’accademia di Sanremo. Cantò una canzone sua: orrenda. Però ci diede una sensazione bellissima. Lo rincorremmo – era scappato emozionato – per fargli un’offerta. Dopo però abbiamo lavorato insieme due anni. Veniva una volta alla settimana, in treno, da Latina con ciò che aveva scritto e noi gli dicevamo “non va bene”. Finché fece Perdono. Poi Gianna Nannini. Arrivò con un paio di stivali da D’Artagnan, si mise al piano e mi fece sentire due canzoni una più brutta dell’altra. Però aveva questo impeto nel cantare… Cominciammo a lavorare. Non riusciva a capire. Butta via e riprendi, correggi e disfa, alla fine arrivò America».

     

    MARA MAIONCHI, SFERA EBBASTA, SAMUEL E MALIKA AYANE - I GIUDICI DI X-FACTOR 13 – 1 MARA MAIONCHI, SFERA EBBASTA, SAMUEL E MALIKA AYANE - I GIUDICI DI X-FACTOR 13 – 1

    Cosa fa funzionare una canzone? «Non deve lasciare mai spazio». A cosa? «A che tu ti rompa le balle! Ecco perché dico le parolacce! Se dico solo “che non stanchi” non è sufficiente! Se, ascoltandola, uno si alza e va a prendere l’acqua, è finita! È come quando parlava Montanelli: non riuscivo a staccarmi. O quando Morgan parlava di musica…». Ecco, i giudici di X Factor...

     

    «Fedez è stato bravo… Sfera porta una ventata di novità, mi dà la sensazione di poter sempre imparare qualcosa: finché non muori ti tocca imparare, una rottura di balle!». L’ho interrotta. Morgan? «Il miglior giudice di X Factor. Poi non sapevi se ciò che raccontava era vero. Ma era così bello!». Due anni e mezzo sono tanti per formare un artista. «I Tenco, i Paoli sono nati così. Anche Battisti. Puoi essere personaggio finché vuoi, ma se non hai di che raccontare, non dura». Chi l’ha colpita a prima vista? «Jannacci. Micidiale. Anche Battisti, fra i primi a rivoluzionare la canzone italiana: strofa-ritornello-strofa, che veniva dalla romanza. Quando si esibiva nei locali se qualcuno chiacchierava, si arrabbiava. Rinunciò, anche a tanti soldi.

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    Una volta andammo a fare la spesa: tre ragazze gli hanno detto “Sei Battisti?”. “Magari!”, ed è andato via». I giovani sanno sacrificarsi? «Sfera era barista di giorno, le notti andava in sala d’incisione e dopo due ore di sonno si alzava per fare il barista. Certo, se uno non capisce che per fare una buona canzone ne devi buttarne via centomila, e che dopo, per restare allo stesso livello, devi farne altre centomila…». Chi altro le piace oggi? «Salmo, Achille Lauro, Mahmood». Fra le donne? «Miss Keta. E Chadia Rodriguez. Però fra i rapper sono venuti più fuori i maschi. Forse perché la donna è più accomodante. Attenzione, per me è un valore in più: sono per la parità, ovvio, ma penso che la donna non debba abbandonare i suoi principi. Ha una potenza ancora da mettere in atto. Nel canto, in particolare, sono più statiche».

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    Ma vede miglioramenti? «Sì, quando le donne affrontano i problemi come gli uomini. Non mi piace quando si lamentano, sempre con questi amori abbandonati. Una leggera malinconia ci sta, per il resto... su, ne trovi un altro! Quelli della romanza erano altri tempi! Se pensi che Verdi, che era un galantuomo, non ha mai sposato la Strepponi. Io l’avrei preso per la collottola! No, è ora che le donne abbiano più fiducia in sé stesse».

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