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    A TRIESTE UN 25ENNE EGIZIANO LITIGA CON IL PADRE E LO UCCIDE INFIERENDO CON 33 COLTELLATE - LA VITTIMA, 55 ANNI, LAVORAVA IN UN PUB ED E’ STATO MASSACRATO ALLA FINE DI UNA SERIE DI LITIGI E DI PICCOLI GESTI DI VIOLENZA CHE DA TEMPO MATURAVANO NELLA FAMIGLIA - I DUE AVEVANO UNA VISIONE MOLTO DIVERSA DEL MODO DI COMPORTARSI NEL MONDO DEL LAVORO...


     
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    S.G. per “il Messaggero”

     

    aggressore con coltello aggressore con coltello

    I vicini di liti ne avevano sentite tante negli ultimi mesi. Ma, nel primo pomeriggio di ieri, hanno capito subito che le urla che arrivavano dal secondo piano di via Stuparich 14, a Trieste, erano ancora più violente delle altre volte, per questo hanno immediatamente chiamato la polizia. Ma la tragedia si era già consumata.

     

    Quando sono arrivati sul posto gli agenti hanno trovato il giovane egiziano, 25 anni, scalzo e in evidente stato confusionale. La sua ira lo aveva portato ad uccidere. Lo hanno portato via così, in manette. Aveva appena accoltellato il padre, infierendo più volte sul corpo con la lama: alla fine sono state contate 33 coltellate. L'uomo era in una pozza di sangue. Ferite mortali che non gli hanno lasciato scampo. Quando i soccorsi sono arrivati, era già morto.

     

    LA FAMIGLIA

    La famiglia risiedeva da diversi anni in Italia. Avevano tutti le carte in regola. La vittima, 55 anni, con un permesso di soggiorno in tasca, lavorava in un pub. Ma anche il figlio aveva i documenti a posto. L'omicidio sarebbe - secondo le poche notizie che sono trapelate nella serata di ieri - la conclusione di una serie di litigi e di piccoli gesti di violenza che da tempo maturavano nella famiglia. In particolare pafre e figlio avevano una visione molto diversa del modo di comportarsi nel mondo del lavoro.

     

    coltello coltello

    LA DINAMICA

    Quando gli investigatori della polizia e gli operatori del 118 sono arrivati, la dinamica dell'ennesima tragedia familiare è sembrata immediatamente chiara: il giovane è stato subito portato in commissariato. Anche se i due non erano ancora stati identificati. Ad allertare le forze dell'ordine sono stati proprio i vicini di casa, ma anche alcuni passanti, allarmati dalle urla violente e dagli inequivocabili rumori di una colluttazione, provenienti dall'appartamento al secondo piano.

     

    «Stavo studiando e dall'appartamento di sopra - ha raccontato un giovane testimone - ho sentito urla e colpi. Non è la prima volta che succede». L'uomo è stato a lungo interrogato dalla polizia per ricostruire la dinamica dei fatti e, soprattutto, per individuare il movente della lite che ha avuto un epilogo così drammatico.

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