Estratto dell’articolo di Valeria Di Corrado per “Il Messaggero”
MOLESTIE SESSUALI
Al molestatore che "allunga le mani" su una donna basta chiederle scusa per ottenere uno sconto di pena. Anche se la vittima si trova in una condizione di maggiore fragilità, in quanto ricoverata in un ospedale, e se l'uomo ha violato i doveri connessi al suo ruolo di sanitario.
È quanto sancito dalla Corte di Cassazione in una sentenza della terza sezione penale emessa il 25 ottobre scorso, che nelle aule dei tribunali già viene fatta valere dai difensori degli imputati accusati di violenza sessuale, per ottenere dai giudici il riconoscimento delle attenuanti.
OSPEDALE
Un infermiere, ora 67enne, all'epoca dei fatti in servizio nel reparto di psichiatria di un ospedale abruzzese, era stato condannato dal Tribunale di Lanciano per aver baciato e palpeggiato il seno e le parti intime di una paziente stesa sul lettino, con gli elettrodi posizionati sul corpo.
Il 18 gennaio 2022 la Corte d'appello dell'Aquila, in parziale riforma della sentenza di primo grado, gli aveva concesso uno sconto di pena, riquantificandola in tre anni e quattro mesi.
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molestie sessuali+
Il procuratore generale della Corte d'appello dell'Aquila aveva però impugnato la sentenza di secondo grado, chiedendone l'annullamento. Secondo il pg, infatti, c'era stata «un'erronea applicazione» dell'articolo del codice penale che prevede una riduzione della pena, per gli abusi di minore gravità, e «un vizio di motivazione» nell'essersi limitati i giudici a valutare «la natura oggettiva degli atti sessuali». Al contrario, secondo la Cassazione, la motivazione della sentenza d'appello «è congrua e in linea con l'orientamento giurisprudenziale».
La Suprema Corte ha ritenuto infatti che gli abusi dell'infermiere sono stati «compiuti in modo repentino» e sono «consistiti in un bacio sulla guancia» e nel palpeggiamento del seno e delle parti intime della paziente. Inoltre, il fatto che l'imputato, subito dopo, abbia raggiunto la vittima nella stanza dei fumatori e si sia scusato, secondo gli ermellini sono elementi sufficienti per ritenere che «la libertà sessuale non fosse stata compromessa in modo grave».
la corte di cassazione
[…] Sulla base di questa pronuncia il difensore di un fisioterapista romano, accusato di aver palpeggiato le parti intime di una paziente mentre le praticava un massaggio, ha chiesto per il suo cliente uno sconto di pena. Ed effettivamente il Tribunale di Roma giovedì scorso ha riconosciuto, anche nel caso del fisioterapista, che l'attenuante della lieve entità della violenza sessuale fosse prevalente sull'aggravante del ruolo ricoperto dal sanitario, quando nel 2011 lavorava all'ospedale Idi della Capitale.
CORSIA DI OSPEDALE Cassazione