DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Giangiacomo Schiavi per “Oggi”
Visioni. Creazioni. Illuminazioni. Patricia Urquiola spazia coi materiali, il legno, le pietre, i colori, appoggiata a una sedia di design, a fianco di un tavolo di design, vicino a un divano di design, immersa nella festa mobile di Milano. Dietro la vetrina di Cassina, in via Durini, spiega i processi creativi che sperimentano la “re-evolution”, immaginifico titolo-guida per il Salone e il Fuori Salone. «Il mondo del design è fatto di contaminazioni e dialogo, ogni oggetto definisce un codice di bellezza, un linguaggio.
Ci vuole rispetto per i maestri e per la storia, ma ogni tanto arriva il momento di scriverne una nuova. Questo è uno di quei momenti». Milano è il luogo dove la storia ricomincia per l’architetto, designer, art director di Cassina: in questi giorni c’è la sintesi del meglio che si muove nel variegato mondo del mobile d’autore, ogni installazione parla di ambiente, riciclo, circolarità.
Patricia Urquiola, 62 anni, nasce a Oviedo, Asturie spagnole, e si forma al Politecnico di Milano, apprendistato al piano nobile del design come assistente di Achille Castiglioni prima e Vico Magistretti poi. «Quando pensavo che l’architettura fosse un’arte superiore, Castiglioni mi ha fatto ricredere: mi ha insegnato il valore dell’oggetto, il piacere di pensare e dialogare con certi prodotti che hanno filtrato il tempo».
Disegna tavoli, sedie, vasi, poltrone, si appassiona di interni, realizza spazi abitativi, ricostruisce ambienti, partecipa a concorsi internazionali, collabora con i grandi brand, colleziona premi. In pochi anni è diventata tra le più vitali protagoniste del nuovo modo di progettare, usando materiali bio organici di nuova generazione. Con la sedia Nuez, per Andrea World, ha modellato la seduta comoda e leggera giocando con un foglio di carta.
«È stato un lungo processo di creazione», spiega, « in cui la curiosità si è unita al desiderio di rendere più caldo e funzionale un oggetto il cui fine è essere utile». Per il divano Moncloud, creato con Cassina, il confort si lega alla progettazione innovativa degli imbottiti, con materiali che riducono al minimo l’uso del poliuretano, per facilitare il recupero e il riciclo.
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«Siamo davanti a un passaggio storico che richiede sensibilità ed empatia: non è più tempo di manifesti, ma di dialogo anche con la generazione e i prodotti che hanno fatto la storia del design».
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«II vero lusso oggi è dominare il tempo. Al designer viene chiesto di progettare spazi sempre più ibridi, la casa è diventata anche luogo di lavoro e si cerca una personalizzazione non fredda, emozionale».
(...) Patricia Urquiola parla di onde del destino: «I giovani ci aiutano a pensare positivo, sono figli di una complessità che li aiuta a muoversi con disinvoltura in questo cambiamento. Il design non deve creare distanze, ma stabilire relazioni». Resuscita un certo modo di vivere la casa, il cortile, gli spazi di dialogo e condivisione. Nel Salone e nel Fuori Salone sembra tutto più facile, molto piu facile che nella vita reale.
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