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    “LUI È ADULTO E FA LE SUE SCELTE” – LINUS CORREGGE IL TIRO: “IL MIO NON ERA UN ATTACCO ALLE DISCOTECHE”, MA NON MOLLA IL FRATELLO: “ALBERTINO AL PRAJA? PERSONALMENTE NON È CHE LA COSA MI FACESSE IMPAZZIRE, MA ERA UNA SUA DECISIONE. ANCHE SOLO QUALCHE TEMPO FA C'ERA L'IDEA CHE I LOCALI SI POTESSERO ORGANIZZARE” – “DOPO FERRAGOSTO È ARRIVATA LA DECISIONE DI CHIUDERE E MI È SEMBRATA A LIVELLO A LIVELLO DI TEMPISTICA TALMENTE IPOCRITA DA NON RIUSCIRMI PIÙ A TRATTENERE”


     
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    LINUS LINUS

     

    Chiara Maffioletti per il “Corriere della Sera”

     

    Nelle scorse settimane aveva aspettato, morsicandosi la lingua più volte, ammette adesso. Ma dopo il suo post sui suoi profili social - in cui, senza girarci troppo attorno, ha dato dell'ubriaco a chi aveva deciso di riaprire le discoteche -, Linus è finito prepotentemente al centro del dibattito che riguarda un mondo che conosce da vicino: quello della musica, delle discoteche e del divertimento notturno.

     

    «Il mio, però, non è un attacco alle discoteche - spiega - se mai una loro difesa, pensando anche ai gestori che sono stati lasciati a metà del guado: a un certo punto è stato detto loro "aprite", ma buttandogli addosso tutte le responsabilità».

     

    ALBERTINO ALBERTINO

    La questione più che prevedibile, per il direttore artistico di Radio Deejay, era l'impossibilità di evitare assembramenti in luoghi dove, fondamentalmente, si va per assembrarsi.

     

    «Se prima queste potevano essere opinioni, adesso iniziano ad essere numeri. Sono il primo a dire che non si deve vivere in uno Stato di polizia o, comunque, con il terrore continuo. Cerco di fare una vita abbastanza normale, non ho paura di andare al mare o al ristorante, ma era doveroso eliminare tutte le situazioni esageratamente affollabili». Questo mese, a Riccione, sono in corso le serate in piazza della sua radio. La gente c'è.

     

    ALBERTINO CON LUCA ZAIA ALBERTINO CON LUCA ZAIA

    «Ma stiamo seguendo tutte le regole e le indicazioni della questura. Se gli altri anni questi stessi eventi erano pensati per 15, 20 mila persone, oggi la piazza ne ospita 2 mila al massimo e tutte sedute: sembra di essere al Cremlino, quando si facevano gli spettacoli per la nomenklatura».

     

    Come mai non ha detto prima quello che pensava? «Perché non volevo finire nella polemica. Ma dopo Ferragosto è arrivata la decisione di chiudere e mi è sembrata a livello di tempistica talmente ipocrita da non riuscirmi più a trattenere». Del resto, «se era pericoloso si poteva intervenire anche prima. Invece hanno preferito aspettare dopo il 15».

     

    Nelle settimane precedenti, suo fratello Albertino era sul palco del Praja di Gallipoli, una delle discoteche più criticate per i tanti assembramenti e le poche mascherine. «Mio fratello è adulto e fa le sue scelte. Personalmente non è che la cosa mi facesse impazzire, ma era una sua decisione. Anche solo qualche tempo fa c'era l'idea che i locali si potessero organizzare».

     

    shiva in discoteca shiva in discoteca

    Dopo aver bloccato i concerti, che logica c'era nel permettere a diversi cantanti di esibirsi davanti a una folla? «Nessuna, ma sono stati abbastanza pochi. C'è stata Elettra Lamborghini, che poi giustamente ha deciso di annullare le altre date... ma anche i ragazzi del rap e della trap e dintorni, in generale, sono stati buoni e a casa».

     

    Parla ogni giorno a milioni di giovani Linus, per questo non crede abbiano improvvisamente dimenticato l'emergenza. «Da marzo a maggio sono stati meravigliosi. Semplicemente, hanno bisogno di regole chiare, indicazioni precise. Quando diventano incomprensibili prevale la voglia di scatenarsi, specie dopo un periodo come questo». Tutto prevedibile, insomma. E quindi scongiurabile. «Ho usato delle espressioni forti per dire che non ci voleva tanto, si poteva capire che saremmo arrivati a tutto questo. E resto convinto che quindi si poteva evitare».

    LINUS LINUS

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