Da gazzetta.it
nedved allegri
Massimiliano Allegri è in uno di quei dopopartita in cui fornisce mille spunti. E in cui ha voglia di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, anche dall'alto di una carriera che parla per lui. "Preferisco le critiche quando giochiamo male ma vinciamo. Infatti nessuno si ricorda della partita di domenica scorsa, alla fine ha vinto l'Inter e si parla solo dell'Inter, nessuno si ricorda che abbiamo giocato bene. Voi giornalisti siete i primi risultatisti, fino al 75' col Villarreal su tutti i siti e i social, che io per fortuna non frequento, si parlava benissimo della Juve. Poi abbiamo preso gol e tutto è diventato un disastro. Allora qualcosa non torna. La prestazione rimane, poi il risultato varia il giudizio".
Allegri, sempre col sorriso sulle labbra, insiste su certe critiche formulate senza troppa cognizione di causa. "Ogni tanto poi qualcuno la dice un po' troppo grossa e mi dà fastidio, non tanto per me ma per il calcio. Chissà, magari quando smetterò io qualcuno parlerà di nuovo dell' abc del calcio, di come si stoppa un pallone, di come lo si passa o di come marcare in area. Tutte cose essenziali, che si sono un po'perse per inseguire cose che non esistono. Ha detto bene un certo Fabio Capello: siamo andati dietro per 15 anni a Guardiola che era già avanti a noi. Quando ho detto del suo portiere che fa lanci a 80 metri non hanno capito niente, parlavo di una variante che lui ha messo all'interno della squadra".
cagliari juve
DYBALA— Allegri si è confermato grande tecnico nella lettura della partita. Stava per sostituire un Dybala tra i peggiori in campo, poi l'argentino si è acceso e ha giustamente rinviato il cambio con Kean. "Giocavamo nella loro metacampo e Dybala ci poteva dare una mano, ha fatto 2-3 giocate importanti. Se fosse stata una partita di grande intensità avrebbe avuto difficoltà perché rientrava dopo tanto tempo. Poi io sono innamorato di chi gioca bene , di chi stoppa bene la palla, come di un difensore che marca bene. Bisognerebbe avere insegnanti nei settori giovanili. In generale, con l'Inter abbiamo perso uno scontro diretto che poteva farci ambire allo scudetto, anche se saremmo rimasti in posizione sfavorevole, ora l'Inter è tornata la grande favorita. Il contraccolpo poteva essere forte e questa partita era pericolosa, ma i ragazzi sono stati bravi e lucidi, creando e tirando molto e concedendo poco nonostante le numerose assenze".
paulo dybala 5
STORIA FINITA— Si torna a parlare di Dybala, che sta per salutare la Juve. "La storia di Paulo con la Juve finisce perché le storie nascono e finiscono. Finisce tra uomini e donne, tra società e allenatori o giocatori. Fa parte della vita, è stata fatta questa scelta e Paulo si sta impegnando molto. Ha avuto tanti infortuni e non è ancora il Dybala che conosciamo, ma può darci molto in questo finale di stagione perché si sta comportando da professionista. Sono tante le componenti da considerare, a partire da quella economica".
nedved allegri
NEDEVED
Da gazzetta.it
Le immagini in tv mostrano un Pavel Nedved che, seduto in tribuna accanto a Cherubini, scuote la testa, gesticola, si dispera mani nei capelli: è l'81° minuto di Cagliari-Juve, sarebbe questa la reazione del vicepresidente bianconero al momento della sostituzione di Dybala con Kean, decisa da Allegri a metà della ripresa ma concretizzata solo a pochi minuti dalla fine, secondo la versione di Sky (la Juve invece sostiene che le immagini che inquadrano il vicepresidente risalgano a un altro momento).
Nel dopo partita il siparietto a Sky coi giornalisti che chiedono un commento ad Allegri il quale vedendo le immagini che riprendono lo show di Nedved risponde... in dribbling: "La reazione alla sostituzione di Dybala? Ma no, sarà successo prima". Dallo studio insistono sulla contemporaneità tra sostituzione e reazione: a quel punto il tecnico bianconero glissa con una risata.
nedved allegri
Anche prima del match però il dirigente ceco aveva fatto un riferimento all'allenatore toscano: "Non so quali complimenti abbia sentito il mister (il dirigente della Juve si riferisce alle recenti immeritate sconfitte, ndr), ma nessuno a me ha mai fatto i complimenti dopo aver perso. Quello che conta è la vittoria, soprattutto in Italia...".