Luca De Vito per milano.repubblica.it
giovanni maspero
L'imprenditore comasco Giovanni Maspero è agli arresti domiciliari con una serie di accuse che vanno dall'evasione alla bancarotta fraudolenta all'autoriciclaggio. La misura, eseguita dai militari della Guardia di Finanza di Como su ordine della procura locale, ha portato anche a un sequestro da 20 milioni di euro.
Tra le accuse nei confronti dell'imprenditore - titolare del ristorante 'Tigli in Thoeria', lussuoso locale del centro di Como, premiato quest'anno con una stella dalla guida Michelin - c'è quella di aver contratto un debito per mancati versamenti di tasse e contributi da circa 107 milioni di euro. Maspero è stato anche patron dell'imbarcazione Azzurra, che negli anni ha partecipato a diverse competizioni internazionali.
giovanni maspero
Le accuse che hanno portato l'imprenditore ai domiciliari sono tre. La prima, si legge in un comunicato firmato dal procuratore Nicola Piacente, è quella di aver "distratto dal patrimonio di Prima Comunicazione srl la somma complessiva di € 17.609.223,7 attraverso una serie di bonifici privi di titoli giustificativi disposti in favore dell’indagato" e di una serie di di srl a lui riconducibili. La seconda accusa è quella di aver causato la bancarotta fraudolente della Prima Comunicazione srl "occultando la perdita totale del patrimonio e le reali perdite del patrimonio netto" utilizzando lo stratagemma dell'inserire a bilancio crediti inesistenti. La terza accusa riguarda poi le tasse non pagate dalla Prima Comunicazione srl, per oltre 13 milioni di euro, soldi che sarebbero stati destinati allo stesso Maspero e alle sue società.
guardia di finanza
Tra le altre accuse mosse dalla procura di Como c'è pure quella dell'autoriciclaggio di oltre tre milioni di euro proventi di "reati in materia fallimentare" che riguardano altre società a lui riconducibili. I militari della Guardia di Finanza hanno verificato "il reiterato e sistematico inadempimento, già a partire dal 2012, delle obbligazioni tributarie e previdenziali - si legge nel comunicato -. Lo sviluppo delle indagini, articolatosi esclusivamente sulla base di acquisizioni ed analisi documentali e contabili (provenienti anche dalla procedura concorsuale), ha accertato la successiva distrazione – in favore proprio o di altre società riconducibili all’indagato – della liquidità originata dal mancato versamento delle imposte con la susseguente sistematica falsificazione dei bilanci d’esercizio attribuendo mendacemente alle somme distratte la natura di (inesistenti) crediti finanziari".