berengo gardin

LA “VERA FOTOGRAFIA” - ANCHE IL DAILY MAIL RENDE OMAGGIO AL GENIO DI BERENGO GARDIN - GLI ANNI DEL BOOM, GLI OPERAI DELLA OLIVETTI, LE ORDE DI TURISTI A VENEZIA NELLA MOSTRA DEL FOTOREPORTER AL PALAEXPO' DI ROMA: “ALTRO CHE HAWAII. IN ITALIA C’È MOLTA PIÙ BELLEZZA”

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lo sguardo di gardin su catanialo sguardo di gardin su catania

Becky Pemberton per Mail On Line

 

Il fotoreporter più famoso d’Italia, Gianni Berengo Gardin, ha trascorso oltre mezzo secolo a documentare un mondo che stava scomparendo e ora la stessa sorte sembra toccare alla sua professione.

 

Nella retrospettiva a lui dedicata a Palazzo delle Esposizioni, i suoi scatti in bianco e nero catturano il passaggio italiano dalla economia rurale a quella industriale, il boom avvenuto dopo la seconda guerra mondiale, fino all’ultimo reportage del 2013-2015, con orde di turisti che invadono la laguna di Venezia. Sono in netto contrasto con le immagini che Gardin scattò negli anni ‘50 e ’60, dove gli amanti si baciavano in una Piazza San Marco quasi vuota.

 

piazza san marco anni sessantapiazza san marco anni sessantavenezia negli anni cinquantavenezia negli anni cinquanta

«Tutto è cambiato» spiega l‘86enne nato a Genova, che ha pubblicato 250 libri e ancora gira con la sua inseparabile Leica, pronto a cogliere l’attimo. Ha viaggiato molto ma le sue immagini più famose sono legate all’Italia, dai pazienti psichiatrici imprigionati in ospedali decaduti ai giovani che ballavano in spiaggia e agli operai della Olivetti. Dice: «La gente va a fotografare posti come le Hawaii e non capisce che qui c’è molta più bellezza».

 

vaporetto anni sessantavaporetto anni sessanta

La sua mostra intitolata “Vera fotografia” resta a Roma fino al 28 agosto e lui ci tiene a sottolineare che “le sue opere a differenza della fotografia digitale, non sono artefatte. Ci sono montagne di immagini false che fingono di essere genuine. Sono state manipolate con Photoshop e io la ritengo una frode. Voglio difendere la mia arte ma vedo che sta lentamente scomparendo. Ci sono molti fotografi di moda, ma la carriera del fotoreporter sembra finita. Alcuni colleghi che un tempo lavoravano, anche famosi, ora fanno la fame». 

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