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    ZONA LAVROV - GIUSEPPE BRINDISI, CONDUTTORE DI ZONA BIANCA: "LE CRITICHE PER L’INTERVISTA AL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO LAVROV MI AVEVANO FATTO MALE, MA OGGI LA RIFAREI IN MODO IDENTICO. SE MI FOSSI MESSO L'ELMETTO, LAVROV SI SAREBBE ALZATO E SAREBBE ANDATO VIA. LA GUERRA A LAVROV LA FARÀ ZELENSKY, LA NATO O CHICCHESSIA, NON IO. IO CERCO NOTIZIE…”


     
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    In un’intervista a Fanpage.it. il conduttore di Zona Bianca, reduce da una stagione di soddisfazioni e polemiche spiega: “Le critiche per l’intervista a Lavrov mi avevano fatto male, ma oggi la rifarei in modo identico”. Dopo un anno e mezzo Berlusconi ha scelto lui per tornare in Tv: “Un regalo, è stato un anno incredibile."

     

     

    “L’intervista a Berlusconi l’ho vissuta con molta emozione, io seguivo Berlusconi da capo della redazione romana di Studio Aperto, l'avevo intervistato più volte. Però averlo in studio per 45 minuti in un faccia a faccia è tanta roba. Il suo è stato un regalo, sceglie di tornare in televisione per la campagna elettorale e lo fa nella Zona Bianca. Grande soddisfazione e l'onere di farla al meglio.”

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    “All'epoca di Lavrov mi ero un po' incazzato per le contestazioni, poi ho capito che la reazione più logica è arriva a farla, poi ne parliamo. Le interviste a Lavror e Berlusconi hanno generato lanci di agenzie, sono state riprese ovunque e penso sia un dato. Penso che il mestiere del giornalista sia trovare le notizie e io, in entrambi i casi, credo di averne trovate anche troppe.”

     

     

     

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    “Quell'intervista puoi rifarla altre dieci volte, nove ti verrà peggio e una meglio. A Lavrov io non dovevo dire che fosse un infame, ma metterlo di fronte ai temi che erano sul tavolo in quel momento. E l'ho fatto, con il mio stile pacato, cercando di entrare in empatia – per quanto possibile – con il personaggio. Se mi fossi messo l'elmetto, Lavrov si sarebbe alzato e sarebbe andato via. Mi sarei preso l'applauso di qualche pasdaran, ma io ho bisogno di notizie, è la ragione dell'intervista. La guerra a Lavrov la farà Zelensky, la NATO o chicchessia, non io. Mi ritengo orgoglioso.”

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