
SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E…
Giovanni Pons per "La Repubblica"
Il rapporto di conoscenza tra Cesar Alierta, potente numero uno di Telefonica, e la presidentessa del Brasile Dilma Rousseff, deve essere molto forte. Molto più forte di quello con i politici italiani se è vero che all'indomani dell'annuncio del rafforzamento in Telco, Alierta è volato a New York dove ha convinto Dilma a smentire il proprio ministro delle Comunicazioni.
Paulo Bernardo aveva appena dichiarato che se Telefonica avesse preso il controllo di Tim Brasil oltre che di Vivo avrebbe dovuto dismettere una delle due società entro un anno. Perdipiù vendendo a un operatore non ancora presente in Brasile in modo da mantenere a quattro il numero degli operatori presenti in quel paese.
Fumo negli occhi di Alierta che già da qualche tempo sta studiando con i concorrenti Carlos Slim e Oi come spezzettare Tim Brasil e avvantaggiarsene tutti. «La posizione del ministro Paulo Bernardo non è la posizione ufficiale del governo brasiliano », ha detto Rousseff, rimettendo la palla al Cade, l'autorità antitrust brasiliana.
Una volta trovata la quadra con le autorità sudamericane Alierta dovrà però tornare in Italia e convincere il cda di Telecom che quello spezzatino è conveniente anche per l'azienda italiana. E non sarà così facile poiché i due consiglieri di Telefonica nel cda italiano, cioè Alierta e Julio Linares, non hanno al momento facoltà di intervenire nelle discussioni che riguardano le attività in conflitto, cioè Tim Brasil e Telecom Argentina.
Lo potrebbero fare gli altri consiglieri indicati da Telco ma se la proposta di vendita dell'America Latina non fosse soddisfacente per Telecom i sette consiglieri indipendenti voterebbero contro e probabilmente anche qualcun altro che si è dissociato in passato. La vendita di Tim Brasil potrebbe dunque slittare oltre aprile 2014 quando un nuovo consiglio di amministrazione, più aderente alla volontà di Telefonica, potrebbe approvare l'operazione.
Ma nel frattempo che succederà ? Il presidente Franco Bernabè ha detto in audizione che le strade per evitare un declassamento del debito per Telecom sono due: o un aumento di capitale o la vendita delle attività sudamericane.
Poiché la seconda non richiede tempi brevi ecco che l'aumento rimane l'unica strada per dare solidità patrimoniale all'azienda anche se Telefonica non ha alcuna voglia di sottoscriverlo visto che andrebbe ad aumentare la propria esposizione debitoria.
Ma non farlo significa affossare la partecipata italiana e andare a pagare molto di più in termini di accesso e rifinanziamento del debito. Tutto sommato un bel rebus anche per lo scaltro e ben introdotto Alierta.
SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E…
IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA…
DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN…
DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO…
DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE…
DAGOREPORT - ALLA VENERANDA ETÀ DI 81 ANNI, VITTORIO FELTRI ANCORA IGNORA CHE IL GALANTUOMO GODE E…