DAGOREPORT – UN "BISCIONE", TANTE SERPI! GLI AVVERSARI DI BIANCA BERLINGUER A MEDIASET LAVORANO PER…
Pierluigi Bonora per “il Giornale”
MARCHIONNE ED ELKANN ALLA QUOTAZIONE FERRARI
Ammonta a circa 4miliardi la perdita globale, in termini di capitalizzazione, di Fca e Ferrari. Che significa -21% la caduta del titolo Fca dal 30 dicembre 2015 e -16% quella del Cavallino, quotato anche a Milano dal 4 gennaio.
Gli Agnelli ci hanno rimesso di tasca propria 1,3 miliardi: la famiglia è infatti azionista al 51,3% della cassaforte Exor, che dal 30 dicembre ha ceduto il 24% bruciando 2,6 miliardi di capitalizzazione. Il bagno di sangue è proseguito anche ieri: -2,78% e azioni a 6,65 euro per Torino, -3,27% e quotazione sotto i 37 euro (36,95) per Maranello mentre Exor ha ceduto il 5,5%. Il titolo Fca, sospeso al ribasso e poi rientrato nelle contrattazioni, era arrivato a toccare un minimo a 6,51 euro.
marchionne grande stevens john elkann
Guardando a Ferrari e al suo ingresso nel listino di Wall Street il 21 ottobre 2015, al prezzo di 52 dollari, la perdita è intorno al 20%. «E non è un caso che la scivolata delle azioni a New York - commenta l' analista di una banca d' affari - coincida con quella, sempre del 20%, registrata negli ultimi tre mesi dal comparto del lusso, lo stesso in cui il presidente Sergio Marchionne ha inserito la Casa di Maranello.
Una scelta sicuramente giusta e realizzata allo scopo di massimizzare i proventi ed estrarre il più valore possibile. In pratica, c' è stata una sorta di aumento di capitale per 2,6 miliardi (il convertendo) di Fca e nessuno se n' è accorto». L' esperto sottolinea che lusso e auto non coincidon, e che per Ferrari e altre griffe del comparto, conta anche il rallentamento della Cina, mercato importante per questo comparto. Diverso è il discorso per Fca.
«È il chiaro segnale - aggiunge - che il mercato, in generale, sta voltando le spalle all' auto, un settore ciclico che negli ultimi anni ha prodotto buoni risultati. Si teme, ora, un raffreddamento e si guarda soprattutto agli Usa, dove Fca è molto esposta».
Nessun beneficio per il settore è arrivato dai dati positivi delle vendite nel 2015 in Europa: 14,2 milioni di unità e un aumento del 9,2% (+16% in dicembre); Fca sale del 13,6% (+16,4% lo scorso mese), portando la quota di mercato sopra il 6% e le vendite a oltre 870mila vetture. E nessun beneficio è giunto anche dall' accordo, definito storico, che 18 Case, tra cui Fca, hanno siglato con le autorità Usa per aumentare ancora di più la sicurezza dei veicoli, anche contro gli hacker.
«Le corpose vendite che hanno colpito i titoli Fca e Ferrari - l' analisi finale di Roberto Russo, ad di Assiteca Sim - sono a mio parere legate a due fattori: uno, di natura esogena, legato al panico che si è progressivamente alimentato tra gli investitori i quali, dopo giorni di continua pressione sui mercati, hanno ceduto psicologicamente, scegliendo la strada della fuga disordinata dagli investimenti che ha coinvolto anche il lusso (correlato al rallentamento cinese) e, quindi, il Cavallino;
l' altro, di natura endogena, ma ugualmente legato a fattori emotivi, che riguarda il coinvolgimento di Renault (-3,7% ieri a Parigi) dopo Volkswagen, nello scandalo emissioni. Ancora una volta, inopinatamente, la notizia ha trascinato al ribasso anche i titoli Fca i quali, al contrario, dovrebbero beneficiare delle sventure di una concorrente. Una tempesta perfetta».
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