DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Fausta Chiesa per il Corriere della Sera
Si potrebbe parlare di «tesoretto record» e il Paperon de’ Paperoni in questo caso è Apple. Cupertino potrebbe avere riserve per 250 miliardi di dollari. Lo riporta il Wall Street Journal. In base al quotidiano americano, si tratta di un accumulo «ineguagliabile», superiore al valore di mercato di Wal-Mart Stores o Procter & Gamble e superiore anche alle riserve valutarie estere detenute da Regno Unito e Canada insieme.
Ma dove tiene Apple tutti sti soldi? Oltre il 90% sono depositati fuori dagli Stati Uniti, scrive il Wsj, e «hanno attirato nuove attenzioni, perché il presidente Donald Trump ha proposto di ridurre le tasse sulle casse aziendali fatte tornare in patria». Questo potrebbe indurre l’azienda fondata da Steve Jobs a fare acquisizioni in patria o a distribuire dividendi più corposi agli azionisti.
LA VERITÀ CON LA TRIMESTRALE
Se veramente Apple ha in cassa così tanto lo si saprà in occasione della pubblicazione dei risultati trimestrali, cioè il 2 maggio alle 14 (le 23 in Italia). A dicembre aveva 246 miliardi di dollari in cash. Apple, come molti giganti Usa. All’inizio di quest’anno l’amministratore delegato Tim Cook aveva dichiarato di non avere alcun problema a portare in patria i contanti accumulati, se fosse concesso da alcune modifiche fiscali.
Un’idea ricalcata dal direttore finanziario di Apple, l’Italiano, Luca Maestri. Il rientro di questi capitali potrebbe avvenire in diversi modi. Secondo gli analisti americani, l’ipotesi più gettonata al momento è la distribuzione di un dividendo speciale per gli azionisti. Cook già in passato si è dimostrato più accomodante verso gli azionisti rispetto al suo predecessore Steve Jobs.
Nel 2012 ha dato agli azionisti più di 200 miliardi di dollari. E ha investito di più in alcune aree come ricerca e sviluppo. A far propendere per l’ipotesi dei dividendi speciali c’è anche il fatto che nella storia di Apple, la società ha sempre evitato acquisizioni troppo onerose.
LE PREDE POSSIBILI
Con 250 miliardi in cash, Apple potrebbe acquisire giganti come Tesla o Netflix, scrive il Wsj. Ma potrebbe anche investire quei soldi per avviare una produzione negli Stati Uniti, rispondendo alla chiamata di Trump. «A eccezione delle società finanziarie, le scorte di Apple superano quelle di qualsiasi società statunitense della storia recente», ha detto sempre al Wsj Jennifer Blouin, professore di contabilità presso la Wharton University della Pennsylvania.
«Non ho mai visto una compagnia in questo tipo di posizione. Apple in questo momento è una cassa di denaro». Tanti soldi. Forse troppi per le necessità finanziare della stessa azienda.
LA CORSA SUL NASDAQ
Nel frattempo, il titolo al Nasdaq continua a correre: in un anno, l’azione è passata da 90 a 145 dollari. Attualmente Apple capitalizza in Borsa 765 miliardi di dollari, quasi la metà del Prodotto interno lordo dell’Italia.
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