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LA BCE SI È ROTTA IL TASSO – LA BANCA CENTRALE EUROPEA HA LASCIATO INVARIATO AL 2% IL TASSO D’INTERESSE SUI DEPOSITI E AL 2,25% QUELLO SUI RIFINANZIAMENTI, CON UNA DECISIONE UNANIME – CHRISTINE LAGARDE SEMBRA VOLER CHIUDERE LA FASE DI CONTRASTO ALL’ALTA INFLAZIONE PER APRIRNE UN’ALTRA: “SIAMO ABBASTANZA FIDUCIOSI CHE GLI SHOCK INFLAZIONISTICI DEGLI ULTIMI ANNI SIANO DIETRO DI NOI E CHE IL NOSTRO COMPITO SIA ORA QUELLO DI GUARDARE A QUELLO CHE STA ARRIVANDO”

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Estratto dell’articolo di Riccardo Sorrentino per www.ilsole24ore.com

 

CHRISTINE LAGARDE - FOTO LAPRESSE.

Nessuna sorpresa. La Banca centrale europea ha lasciato invariato al 2% il tasso sui depositi e al 2,25% quello sui rifinanziamenti, con una decisione unanime. Soprattutto, sembra voler chiudere la fase di contrasto all’alta inflazione per aprirne un’altra. «L’inflazione è pari attualmente al nostro obiettivo del 2% a medio termine», informa immediatamente il comunicato ufficiale, e non più «attorno» a quel livello.

 

È ben chiaro che un dato puntuale, singolo, non significa nulla, ma secondo la Bce, «le pressioni interne sui prezzi hanno continuato ad attenuarsi, a fronte di un rallentamento dei salari», che il mese scorso erano ancora in crescita «elevata». «Siamo abbastanza fiduciosi - ha poi aggiunto la presidente Christine Lagarde in conferenza stampa - che gli shock inflazionistici degli ultimi anni siano dietro i noi e che il nostro compito sia ora quello di guardare a quello che sta arrivando».

 

christine lagarde e jerome powell al forum della bce a sintra

La nuova fase è piuttosto caratterizzata da un’elevata incertezza e infatti il comunicato ufficiale è particolarmente laconico: non solo rispetto a quello di giugno, più articolato perché riferiva ampiamente i risultati delle proiezioni macroeconomiche trimestrali, ma anche rispetto a quelli, per così dire “intermedi”.

 

La Banca centrale si limita a precisare che «anche grazie alle passate riduzioni dei tassi di interesse decise dal Consiglio direttivo, sinora l’economia ha mostrato nel complesso buona capacità di tenuta in un difficile contesto mondiale», indicando quindi che non c’è urgenza di interventi di carattere monetario. L’incertezza elevata, senza sorprese, è collegata «alle controversie commerciali».

 

EUROTOWER DELLA BCE - FRANCOFORTE

 In conferenza stampa Lagarde, sottolineando i dati migliori del previsto nel primo trimestre, ha spiegato che «le tariffe attuali e attese, un euro più forte e la persistente incertezza geopolitica stanno rendendo le imprese più esitanti a investire; mentre i redditi reali in crescita e i solidi bilanci del settore privato continuano a sostenere i consumi». […]

 

I rischi alla crescita restano però orientati al ribasso, a causa delle tensioni commerciali, ma anche di quelle geopolitiche . Anche più incerte le prospettive sull’inflazione, frenata da un euro più forte e dalle tariffe. Esiste però il rischio di una frammentazione delle catene di forniture globali, anch’esso legato alle tensioni commerciali, che potrebbe spingere in alto i prezzi, insieme agli stessi investimenti in difesa e infrastrutture chiamati a sostenere la crescita e a «estremi eventi climatici».

 

CHRISTINE LAGARDE - FOTO LAPRESSE

Lagarde ha ricordato che il cambio, più volte evocato, non è un obiettivo della politica monetaria ma il suo andamento sarà monitorato per valutarne gli effetti sull’inflazione. La Bce non reagirà necessariamente, però a ulteriori raffreddamenti dei prezzi che sono, ha ricordato, previsti nelle proiezioni. «Quello che è rilevante è l’obiettivo di medio termine» e che restino ancorate le aspettative a breve e a lungo termine.

donald trump - dazi