DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
1 - GIUSEPPE ORSI DOVRÃ VEDERSELA CON CORRADINO PASSERA. ANCHE I RAPPORTI TRA GRILLI E PANSA, NON SONO ARMONIOSI COME SEMBRAVA FINO A QUALCHE SETTIMANA FA
Gli uscieri di Finmeccanica hanno smesso di battere le mani per i risultati di bilancio che il comandante supremo, Giuseppe Orsi, ha presentato nel fine settimana. La loro euforia non era affatto sincera per il buco spaventoso di 2,3 miliardi che il Gruppo ha presentato nel bilancio 2011, ma per non perdere il posto di lavoro nel palazzo di piazza Monte Grappa hanno dovuto allinearsi alle direttive dei piani alti.
Adesso si chiedono che cosa succederà dopo le dichiarazioni di Orsi che intende restringere il perimetro aziendale ai settori della difesa e cerca di portare avanti la politica dello spezzatino vendendo gli asset importanti dei trasporti e dell'energia.
Agli uscieri questo disegno di politica industriale non piace perché a loro avviso l'azienda rischia di indebolirsi e di perdere quel primato di eccellenza tecnologica che attraverso vicende gloriose e avventurose era riuscita a ritagliarsi nel mondo.
A conforto della loro tesi è arrivato un rapporto di Goldman Sachs secondo il quale il Pentagono taglierà di almeno il 30% il budget della Difesa, e questo sarà un colpo duro per la controllata Drs che Guarguaglini comprò a suon di miliardi con l'aiuto di Lorenzo Cola.
Il report della merchant bank americana - secondo quanto ha rivelato ieri una nota di "Milano Finanza" - contiene previsioni ancora più pesanti sulle sofferenze e sui rischi che il Gruppo dovrà affrontare nei prossimi mesi, e si conclude con un'affermazione che deve aver lasciato di stucco i top manager. In sintesi si legge che pur essendo inevitabili alcune "cessioni forzate" di asset strategici, Finmeccanica è destinata a rimanere debole per diversi anni.
à facile immaginare la sorpresa del colpo basso sferrato da Goldman Sachs che nel corso degli anni ha avuto un rapporto di alti e bassi con Finmeccanica, ma adesso si vede tagliata fuori dal processo di dismissioni annunciato da Orsi. Secondo gli uscieri questo processo non sarà comunque facile perché il manager, piazzato al vertice dalla Lega e da qualche amico dell'Udc, dovrà vedersela con Corradino Passera, il superministro dello Sviluppo Economico che all'indomani dei risultati è entrato a piedi giunti nel dossier del Gruppo dimostrando per la prima volta di non voler assistere come un convitato di pietra alle partite decisive della politica industriale.
Prima bisogna risanare - ha detto l'ex-banchiere - poi eventualmente vendere, e questa affermazione l'ha fatta non più tardi di giovedì scorso in un'audizione in Parlamento mentre fuori dall'aula il titolo Finmeccanica schizzava in Borsa per le voci sulla presunta cessione ai giapponesi di Hitachi e alla General Electric di gioielli come Breda, Ansaldo Energia, Sts.
La presa di posizione di Corradino intercetta di fatto la volontà del Tesoro e del pallido Vittorio Grilli di voler gestire da solo il futuro della società . Secondo gli uscieri il superministro ha percepito che anche i rapporti tra il collega Grilli e il direttore finanziario di Finmeccanica, Alessandro Pansa, non sono armoniosi come sembrava fino a qualche settimana fa. E a questa sensazione si aggiunge l'idea che Passera non sia rimasto affatto insensibile al grido di dolore del cardinal Bagnasco che nella sua qualità di arcivescovo di Genova ha preso le difese dei lavoratori del capoluogo ligure.
Adesso si tratta di capire quali sono le reali intenzioni del ministro che nella lunga intervista concessa ieri ad "Affari&Finanza" fa intendere di voler gestire in prima persona la fase della crescita e dello sviluppo. à chiaro che in questa situazione il comandante supremo Giuseppe Orsi non ha grandi spazi di movimento e dovrà misurare con molta cautela i suoi passi per non irritare il pallido Grilli e lo scalpitante Passera.
Dovrà farlo curando con particolare attenzione la sua immagine in vista del rinnovo delle cariche alla prossima assemblea. Per assolvere a questo compito pare che già venerdì scorso dopo l'annuncio del buco nel bilancio abbia deciso di appoggiare sempre di più la comunicazione di Gruppo sulle spalle del mite Marco Forlani.
Nelle stesse ore in cui questo avveniva si intensificavano le voci di una sostituzione di Simone Bemporad nella sede di Washington con Alessandro Toci (assistente di Orsi a Roma e vecchio amico di Clemente Mastella). Sembra inoltre che la direzione del personale abbia comunicato la volontà di interrompere il rapporto di collaborazione con Stefano Soprani e Angelo Bonerba, due tra i primi collaboratori dell'ufficio stampa di Finmeccanica.
Piccoli segnali del nervosismo che regna dalle parti di piazza Monte Grappa dove si organizzano le difese in vista di tempi peggiori.
2 - LA BELLA POLTRONA SULLA QUALE Ã ANDATA A SEDERSI DA POCHI MESI LA COMPAGNA DI GRILLI
Per un uomo come Vittorio Grilli sono almeno due le cose che danno fastidio. La prima è l'obbligo quasi istituzionale che si è imposto di esternare in pubblico fino al punto di partecipare ai talk show televisivi. à uno sforzo titanico che contrasta visibilmente con la sua natura composta e riservata, e lo costringe a denunciare i limiti delle politiche praticate dai ministri (primo fra tutti Giulietto Tremonti) rispetto ai quali si è sempre comportato con ossequio e complicità .
Va detto comunque che questa visibilità esagerata giova al 53enne bocconiano che con i suoi lineamenti e i vestiti eleganti sembra uscito da una sartoria di Saville Road. A dargli fastidio sono comunque le macchie di qualsiasi genere e di qualsiasi provenienza. L'uomo non vuole essere, e non è mai stato, chiacchierato se non per le sue frequentazioni nel gotha di quella finanza internazionale che si muove tra i club più esclusivi del mondo. Ed è per questa ragione che non sembrano piacergli le voci che girano nei corridoi del Tesoro a proposito della bella poltrona sulla quale è andata a sedersi da pochi mesi la sua compagna Alessia Ferruccio.
Sulla vita privata di Grilli si sa ben poco oltre al fatto che abbia avuto una prima moglie americana di nome Lisa Lowenstein, e che adesso conviva in un grande attico dei Parioli con questa signora da cui ha avuto recentemente un figlio.
Le malelingue del Tesoro dicono che appena tornata dalla maternità , la compagna del pallido Grilli sia stata piazzata dentro la Consip, la società del Tesoro fondata intorno agli anni 2000 con il compito di gestire le gare, gli acquisti e le tecnologie informatiche della Pubblica Amministrazione.
A quanto si dice la signora in questione deve occuparsi del "Registro revisori legali" e risponde direttamente all'amministratore delegato di Consip, Domenico Casalino, il 50enne torinese che nel maggio 2011 ha lasciato l'Enav per sostituire al vertice della società Danilo Broggi.
Intorno a questa piccola vicenda che sfiora Grilli e la sua compagna si sta alzando il disappunto dei dottori commercialisti secondo i quali il "Registro dei revisori legali" è di loro competenza. C'è poi chi pensa che da questa polemica possa sgorgare un'inchiesta a tappeto sullo stato dell'informatica nella Pubblica Amministrazione dove oggi opera un nugolo di società (Consip, Sogei, Digit PA) che secondo uno studio recente della società di consulenza Accenture sono fonte di incredibili sprechi e di prebende per una pletora di professori. Al pallido Vittorio Grilli toccherà affrontare questo problema nascondendo dietro il suo aplomb inglese il piccolo graffio di carattere familiare.
3 - BAZOLI DISCUTE IL RINNOVO DEL SUO MANDATO IN BANKITALIA CON ANNA MARIA TARANTOLA. MORELLI E MICCICHÃ CERCANO UN POSTO
Mentre i vertici e i soci di Unicredit stanno brancolando sgomitando in maniera troppo scomposta per spartirsi le poltrone e trovare il nuovo presidente, a IntesaSanPaolo le fibrillazioni sono più dimesse ma non meno intense.
Il primo a dare segni di agitazione è il presidente Abramo-Bazoli, l'arzillo vecchietto bresciano che in queste ore si sta scazzando con i soci del patto Rcs per cercare un assetto al vertice del Gruppo editoriale che pubblica il "Corriere della Sera". Fino a un anno fa l'ascetico banchiere poteva contare sull'appoggio di Cesarone Geronzi con il quale non ha mai interrotto i rapporti e ha sempre occupato una posizione centrale nel gotha della finanza milanese.
Adesso il buon Bazoli è solo e deve assistere allibito a spettacoli penosi come quello di ieri quando Dieguito Della Valle e Renato Pagliaro di Mediobanca si sono scazzati per quattro ore sul futuro assetto dell'editrice del "Corriere della Sera".
Per Bazoli queste beghe sono importanti, ma terribilmente fastidiose, anche se non gli sfugge che l'esito della battaglia per il controllo del "Corriere della Sera" potrebbe minacciare in qualche modo il rinnovo del suo mandato per altri tre anni. Per scongiurare colpi di mano sembra che l'anziano presidente si sobbarchi una volta alla settimana un viaggio a Roma per varcare il portone della Banca d'Italia dove discute il rinnovo del suo mandato con il vicedirettore generale Anna Maria Tarantola.
Mentre l'arzillo 80enne è alle prese con questi affanni, il nuovo amministratore delegato Cucchiani fa di tutto per tenersi alla larga dalle problematiche estranee al core business della banca. I suoi movimenti sono così felpati e indecifrabili da creare preoccupazione tra i due top manager dell'Istituto, Gaetano Miccichè e Marco Morelli.
Finora Cucchiani non si è lasciato andare a dichiarazioni terrificanti, e si è mosso sia in Italia che in alcuni incontri riservati in America, affermando due principi: IntesaSanPaolo non dovrà ripetere il modello tanto caro a Corradino Passera di "banca di sistema", e in secondo luogo dovrà rafforzare la sua crescita ingaggiando sul mercato i migliori talenti della finanza.
A metà marzo ha ripetuto questi concetti dicendo con una battuta che vuole focalizzare sulla crescita e sull'operatività interna il core business e ha aggiunto: "la noia oggi è nuovamente sexy". Da quel momento il tandem Miccichè-Morelli ha preso ad agitarsi al punto tale che secondo le voci raccolte a Milano Morelli vorrebbe trovare al più presto un'alternativa mentre Miccichè starebbe premendo sul suo "padre putativo" Corradino Passera per trovargli un posto.
Entrambi hanno capito di non poter contare sul mistico Bazoli e di non potersi fidare fino in fondo dello sguardo da furetto cazzuto di Cucchiani.
4 - PROFUMO DI QUATTRINI
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che dopo un inizio incerto e contraddittorio, il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ha ingranato le marce più alte. Negli ultimi giorni il Professore di Savona si è ricordato di aver iniziato la sua carriera da ingegnere e ha deciso di distribuire un bel po' di quattrini per le infrastrutture tecnologiche della scuola italiana. Per questa ragione il suo ministero ha assegnato alcuni appalti milionari. A beneficiare dei primi 89 milioni è stato un raggruppamento di imprese composto dalle società Almaviva e Fastweb che dovranno mettere in rete 50mila scuole e 800mila insegnanti".
Giuseppe Orsi IL QUARTIER GENERALE DI GOLDMAN SACHS A NEW YORK CORRADO PASSERA Alessandro PansaVITTORIO GRILLI CARDINALE ANGELO BAGNASCO BAZOLIANNA MARIA TARANTOLA
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