DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Nino Sunseri per “Libero Quotidiano”
Per capire bisogna tornare indietro di almeno un anno. Il 7 ottobre 2015 a Milano e a Londra alcuni quotidiani pubblicano un paginone in cui «22.218 collaboratori di un' Azienda straordinaria rendono omaggio al loro "Dottore" nel giorno del suo 90° compleanno». I collaboratori sono i dipendenti, il dottore è Bernardo Caprotti, l' azienda straordinaria è la Esselunga.
Non si può capire quanto accaduto nelle ultime ore senza questo precedente.
Bernardo Caprotti vende la sua creatura nella convinzione, maturata più di dieci anni fa che nessuno degli eredi naturali è in grado di prendere il suo posto. La Esselunga è Bernardo Caprotti e Bernardo Caprotti è la Esselunga.
PAGINA DI AUGURI DEI DIPENDENTI ESSELUNGA PER CAPROTTI
Lo ha stabilito per sentenza anche la Cassazione e il discorso finisce qui. Proprio il fatto di non aver designato un successore renderà inevitabile, dopo la scomparsa del fondatore , le liti dinastiche fra Giuseppe e Violetta (figli della prima moglie) e Marina avuta dal secondo matrimonio. A esserne danneggiati l' azienda e i dipendenti. O meglio: i collaboratori.
Così il vecchio patriarca ha fatto l' ultimo passo. Quello decisivo. Quello che per tutta la vita ha sempre rifiutato nonostante la promessa di assegni con un numero illimitato di zeri. Ha chiamato la banca americana Citigroup per valutare le offerte che sono arrivate sul tavolo ed, eventualmente, sollecitarne altre.
Però, alla fine sarà sempre lui a decidere. Come sempre è accaduto da quel 27 novembre 1957 quando a Milano, in viale Regina Giovanna, al posto di una vecchia autorimessa con i muri anneriti dal fumo viene inaugurato il primo punto vendita della Supermarket Italia.
La società ha un milione di capitale di cui la maggior parte (51%) messo a disposizione da una finanziaria di Nelson Rockefeller. I fratelli Guido e Bernardo Caprotti hanno il 18%, Mario e Vittorio Crespi (Corriere della Sera) il 16,5%. Il 10,3% appartiene a Marco Brunelli che più tardi si staccherà per dare vita alla Unes.
CAPROTTI all esselunga di APRILIA
In quell' uggioso pomeriggio di fine novembre ha inizio la rivoluzione dei consumi in Italia. Debutta la grande distribuzione. Con l' insegna disegnata da Max Huber nascerà più tardi Esselunga. Negli anni del boom economico, da erede di una dinastia di tessitori Caprotti diviene il pioniere nel commercio al dettaglio.
Negli Anni Settanta e Ottanta è il primo a concedere il lavoro a turni e la riduzione dell' orario da 40 a 37 ore. Ma sono anche gli anni della contestazione cui Caprotti risponde a muso duro. Stare dalla parte dei lavoratori e dei clienti non significa cedere ai ricatti del sindacato. I dipendenti sono collaboratori. Lui è il Dottore.
È così che Esselunga è diventata una delle aziende italiane di maggior successo: un reddito di 17mila euro per ogni metro quadrato di vendita. Record mondiale da fare invidia a colossi come Walmart e Carrefour. Una cura maniacale per la qualità, un controllo costante sui prezzi e un modello organizzativo d' eccellenza: ogni punto vendita Esselunga ha un costo di tre volte superiore alla concorrenza. Nulla è lasciato al caso: la pavimentazione, la luce, la disposizione dei banchi. I progetti immobiliari sono firmati Mario Botta, Norman Foster, Renzo Piano.
GIULIANA ALBERA CON IL MARITO BERNARDO CAPROTTI E LA FIGLIA MARINA SYLVIAGIUSEPPE CAPROTTI
Caprotti ha inventato le tessere fedeltà, gli scontrini a lettura ottica e le casse senza cassiere. A 80 anni ha ripreso in mano l' azienda che gli sembrava vacillare (i manager furono spediti a casa in Mercedes) e l' ha riportata a macinare utili. A 82 ha pubblicato il libro Falce e carrello contro le Coop. A 85 ha affrontato la lite con i figli sulla proprietà del gruppo. A 88 si è autopensionato. A 91 cerca mani sicure cui consegnare il futuro dei 22.218 dipendenti... Scusate: dei collaboratori.
VIOLETTA CAPROTTI giuseppe caprottiBENEDETTA CAPROTTI E GUIDO BAREDSON
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