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"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL…
Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”
L'ultima sfida commerciale in Cina si gioca sui pedali, vale già oltre un miliardo di dollari di investimenti e si prepara a sbarcare anche nelle nostre città. Parliamo di bike-sharing, le biciclette in affitto. Un fenomeno che ha preso d'assalto le megalopoli cinesi, nonostante l'apparente semplicità del mezzo rappresenta la nuova frontiera dell' innovazione tecnologica made in China e coinvolge Internet.
Tutto è cominciato circa un anno fa nei campus universitari: una piccola startup di nome Ofo ha lanciato un programma di condivisione di biciclette per permettere agli studenti di spostarsi all' interno delle città universitarie. L' idea geniale è stata di liberare le due ruote dalle rastrelliere fisse e fornirle di un sistema di affitto tecnologico: si scarica una app sul telefonino, ci si registra, si controlla sulla mappa che compare sullo schermo dov'è la bici più vicina, si sblocca l'antifurto scannerizzando un codice stampato dietro il sellino e si pedala liberi.
Poco dopo è arrivata sul mercato Mobike, fondata dalla giovane Hu Weiwei, che ha allargato l'offerta alle strade di Pechino. Ofo ha reagito e la corsa è arrivata a Shanghai, Canton e poi un' altra trentina di città. Oggi Ofo e Mobike hanno flotte da circa due milioni di biciclette in circolazione, continuano ad attirare investimenti milionari da parte di grandi gruppi high-tech come Tencent e Facebook e si danno battaglia per la supremazia. Per strada si sono unite alla competizione un' altra dozzina di startup: i cinesi quando vedono che una formula funziona la replicano spregiudicatamente a ritmi industriali.
Un successo travolgente. Nel senso letterale del termine. Non solo perché bisogna stare attenti a non farsi mettere sotto dai nuovi ciclisti; ma anche perché il sistema libero, senza l' obbligo di riconsegnare la bici in una rastrelliera (come avviene invece nelle città europee dove l' affitto è regolato dalle amministrazioni comunali) ha portato a una grande confusione.
I mezzi del bike-sharing vengono lasciati disordinatamente agli angoli delle strade, sugli attraversamenti pedonali, sono accatastate lungo i marciapiedi. Le municipalità di Shanghai e Pechino in questi giorni stanno varando regole per imporre a Ofo e Mobike di dotarsi di personale che riporti l' ordine.
Ma intanto l'onda dei nuovi ciclisti si ingrossa. I cinesi, giovani ma anche anziani, si sono resi conto che il programma di bici in condivisione risolve il problema dell'«ultimo chilometro». Vale a dire: vorresti rinunciare all' automobile perché c' è troppo traffico, prenderesti volentieri la metropolitana o il bus ma la tua fermata è ancora un po' lontana dal posto dove devi andare. Ora si può prendere la bici in affitto dovunque e percorrere quell' ultimo chilometro.
Il costo è più che competitivo: uno yuan all' ora in media, circa 13 centesimi di euro. Ofo offre biciclette gialle piuttosto semplici, fornite di cestino anteriore. Mobike punta su una clientela più giovane, attenta alla moda, colore argento e arancione, telaio leggero, raggi squadrati. Il profitto seguirà, per la legge dei grandi numeri cinesi. Anche se al momento i costi dell' investimento superano sicuramente gli utili. La prossima tappa è l' espansione all' estero. Mobike ha disegnato un modello per Singapore e avviato un programma pilota a Londra: dice di puntare a 100 città nel mondo. Ofo punta al mercato americano e la settimana scorsa ha ricevuto la visita di Tim Cook, il boss della Apple.
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