
FLASH – FAZIO, CHE STRAZIO! INIZIANO A SERPEGGIARE MALUMORI AL CANALE “NOVE” PER I RISULTATI DI…
S. B. per "la Repubblica"
In una giornata nera per i mercati azionari, i titoli del gruppo Bolloré quotati a Parigi festeggiavano con un rialzo del 3% l´accordo con il colosso dei media Vivendi (-0,25% a 16 euro). Giovedì il gruppo industriale che fa capo al finanziere bretone ha infatti ceduto le sue due emittenti televisive Direct 8 e Direct Star a Canal+, diventando così azionista della capogruppo Vivendi. In cambio del 60% dei due canali in chiaro, Bolloré ha infatti ricevuto un pacchetto di 16,2 milioni di azioni Vivendi al prezzo di 17,3 euro ciascuna e avrà diritto a vendere il restante 40% delle sue Tv nei prossimi tre anni incassando da Vivendi 186 milioni in contanti.
Inoltre, per i prossimi sei mesi Vincent Bolloré si è impegnato a non cedere questo pacchetto di azioni che rappresenta oltre l´1% del capitale del colosso dei media che tra le alte cose possiede la telefonia carioca di Gtv e l´etichetta musicale Universal. Ma chissà che dopo aver venduto la sua più importante partecipazione nei media, il finanziere bretone non voglia progressivamente uscire da un settore, che più di altri è sensibile alla crisi.
A fine 2010 la divisione media rappresentava il 4% dell´occupazione del gruppo Bolloré senza contribuire in modo significativo ai profitti. E chissà che il disimpegno dalle tv francesi non coincida poi anche con nuovi investimenti finanziari in Italia. Fatta eccezione per Generali, al momento gli investimenti di Bolloré a Piazza Affari non hanno dato i ritorni sperati.
Un principio che dopo i rovesci dei mercati degli ultimi mesi vale anche per una delle partecipazioni storiche come Mediobanca. Nel primo semestre del 2011 la quota di Piazzetta Cuccia (all´epoca pari al 5,06%) era iscritta in bilancio a 304,5 milioni, mentre ieri ai valori di mercato lo stesso pacchetto valeva circa 270 milioni.
Proprio per questo motivo, sui minimi toccati ad agosto (5,4 euro il 10 dello scorso mese), Bolloré era tornato ad acquistare azioni Mediobanca salendo fino al 5,47%, avvicinandosi a quel 6% che è autorizzato ad acquistare nell´ambito del patto di sindacato. In occasione della semestrale del gruppo Bolloré, il vice presidente di Generali aveva infatti specificato che salire al 6% di Mediobanca avrebbe comportato un costo ulteriore di «30-40 milioni» e che i tempi di questo arrotondamento dipendevano «dalle possibilità del gruppo rispetto al valore di Borsa».
Se quindi Vincent Bolloré resta interessato alle galassia Mediobanca-Generali, non è invece scontato che sia ugualmente impegnato nei confronti della Premafin della famiglia Ligresti. Il valore contabile del 5,03% detenuto da Bolloré in Premafin al 30 giugno era sceso a 11,67 milioni (15,29 milioni di fine 2010) e al contempo il gruppo aveva aumentato gli accantonamenti finanziari a 8,7 milioni per tenere conto del «deprezzamento di Premafin».
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