BORSE CAUTE DOPO IL VERTICE UE (MILANO LA MIGLIORE +1,5%), SPREAD IN TENSIONE (452) - LISTINI CINESI IN CALO - DRAGO DRAGHI PROMUOVE L’ACCORDO DELL’EUROZONA - COM´ERA VERDE LA MIA AUTO: FALLISCE IL SOGNO GREEN DI OBAMA - MENTRE “TIME” INCORONA MARPIONNE COME STEVE JOBS, L’AUTO CINESE SBARCA A TORINO - MEDIOBANCA CHIEDE L’AUMENTO DI CAPITALE A FONSAI (IN FRETTA)…

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1. BORSA: CAUTI I LISTINI EUROPEI, MILANO LA MIGLIORE (+1,5%) PARIGI A +0,53%, LONDRA E FRANCOFORTE POCO MOSSE...
(ANSA) -
Cautela delle Borse europee dopo la maratona notturna del vertice salva-euro. Milano e' la piazza migliore, con l'indice Ftse Mib in rialzo dell'1,50% dopo il tonfo del 4,29% segnato ieri. Gli spread tra i btp decennali e il bund tedesco restano in tensione e a 452 punti. Madrid guadagna lo 0,16%, Parigi sale dello 0,53%, Bruxelles dello 0,67%. Gli altri mercati resta per lo piu' al palo con oscillazioni sulla parita' per Francoforte (+0,04%), Londra (+0,10%) e Zurigo (-0,06%). Dal summit e' emerso, come in fondo si prevedeva gia' alla vigilia, un freno della Gran Bretagna e di altri paesi esterni all'eurozona a una revisione dei trattati. Al termine del primo giorno di vertice c'e' pero' gia' un'accordo per procedere verso un'Unione di bilancio a 23.

2. BORSA: CHIUDONO IN RIBASSO LE CINESI, HONG KONG -2,73%...
(ANSA) -
Chiusura in forte ribasso per Hong Kong che risente dell'incertezza in Europa, finendo una giornata che ha visto l'indice sempre in ribasso. L'indice hang Seng fa registrare al termine delle contrattazioni -2,73% pari a 521,58 punti finendo a 18.586,23 punti. In ribasso anche la borsa di Shanghai, dove l'indice Composite ha chiuso a -0,62% pari a 14,55 punti finendo a 2.315,27 punti. Anche Taiwan ha chiuso in perdita facendo registrare -1,28% pari a 89,6 punti, finendo a 6.893,3 punti.

3. DRAGHI, PER PAESI EUROZONA RAGGIUNTO UN BUON ACCORDO...
Radiocor -
Per Mario Draghi la riunione del vertice Ue si e' conclusa con un 'risultato molto buono per l'Eurozona'. Uscendo dalla sede del Consig lio Ue, il presidente della Bce ha aggiunto: 'si e' arrivati a conclusioni che saranno dettagliate e attuate nei prossimi giorni, siamo vicini all'accordo per il patto fiscale, una buona base per una disciplina nella politica economica dei paesi membri'.

4. MORNING NOTE: ECONOMIA E FINANZA DAI GIORNALI...
Radiocor -
CRISI: la Bce taglia i tassi all'1% e garantisce liquidita' (dai giornali). A Bruxelles iniziato ieri sera il summit dell'Eurozona. Forti resistenze al pia no franco-tedesco. Il presidente francese Nicholas Sarkozy al congresso del Ppe ha affermato che il vertice e' l'ultima chance per una soluzione. La cancelliera tedesca Angela Merkel tiene duro su un'ampia riforma. Il premier Mario Monti ha portato avanti un lavoro di mediazione per fare accettare una modifica leggera dei Trattati. Bozza di Bruxelles, si' agli Eurobond (dai giornali). Tensione sui titoli di Stato, spread con Bund vola a 442 punti, in calo le Borse (dai giornali). 'L'indecisione dei Governi alimenta la crisi di fiducia'. Intervista a Marco Onado, professore di Economia alla Bocconi (Il Messaggero, pag. 2). Draghi mette da parte 'il grande bazooka' (Financial Times pag. 8)

MANOVRA: il segretario Usa Tim Geithner promuove la manovra. A gennaio il premier Mario Monti alla Casa Bianca (dai giornali). Si studiano sgravi sull'Ici per le famiglie. La rivalutazione delle rendite esclude la Chiesa. (dai giornali). Padri e figli lasceranno alla stessa eta', ma con un divario del 25% in assegno. Il dossier (La Repubblica, pag. 12-13). 'L'allarme sulle tredicesime non e' solo colpa del credit crunch'. Intervista a Vincenzo Boccia, presidente della Piccola Industria di Confindustria (La Repubblica, pag. 7). 'Trasmettere tutti i dati sui conti correnti? Un rischio costoso'. Intervista a Francesco Pizzetti, Garante della Privacy (La Stampa, pag. 11). 'Ci saranno effetti recessivi, necessario stimolare la crescita'. Intervista al presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli (Il Messaggero, pag. 8)

BANCHE: Eba aggiorna valutazioni, alle banche Ue servono 114,6 miliardi, a quelle italiane 15,4 miliardi. Rafforzamento piu' alto per Unicredit e Mps (dai giornali) Credito a famiglie e Pmi, anche ora (Il Sole 24 Ore, pag. 45). 'Il nostro modello piu' che mai valido per l'azienda Italia'. Intervista ad Alessandro Azzi, a capo di Federcasse (Il Sole 24 Ore, pag. 45)

UNICREDIT: il nodo dei doppi incarichi all'esame del comitato governante (Il Messaggero, pag. 24)

FONSAI: Mediobanca chiede un aumento da 600 milioni (dai giornali). Le preoccupazioni del maxi-creditore (Il Sole 24 Ore, pag. 39)

FINMECCANICA: tensione in Borsa, nuovo ribasso del 9% sulle stime di Merrill Lynch (dai giornali). L'ex numero uno della controllata Selex, Marina Grossi, tratta la buonuscita (La Repubblica, pag. 31)

ENI: produzione libica in ripresa (dai giornali)

EDISON: i soci italiani e la spinta sul ministero (dai giornali)

FIAT: accordo con sindacati su nuovo contratto dei dipendenti del gruppo in dirittura d'arrivo. Si tratta su assenteismo e scatti (dai giornali). Sergio Marchionne ha salvato Fiat, poi Chrysler e non ha finito. Una star dell'auto (Time). Fiat ama l'America (Lex del Financial Times pag.12)

FORD: paghera' dividendo per la prima volta dal 2006 (dai giornali)

CARIGE: seconda revisione del rating da parte di Standard & Poor's in meno di tre mesi. Il caso (Il Secolo XIX, pag.3)

IMPREGILO: offerta di Gavio in bilico (La Repubblica, pag. 32)

PARMALAT: la condanna 'una grave ingiustizia, non sono neanche stato interrogato'. Intervista a Cesare Geronzi, presidente della Fondazione Generali (Il Corriere della Sera, pag. 21)

FINCANTIERI: la crisi dimezza il gruppo, 2mila esuberi (La Repubblica, pag. 30)

BEAUTY CONTEST: duello sulle frequenze. L'ex premier Silvio Berlusconi frena sull'asta tv (dai giornali). 'Asta per le frequenze tv e poi cambiare regole'. Intervista a Francesco Sillato, docente al Politecnico di Milano (Il Corriere della Sera, pag. 11)

PMI: le acquisizioni un antidoto alla crisi. Decine di accordi negli ultimi tre mesi (Il Sole 24 Ore, pag. 29)

FARMACEUTICA: 'tempi rapidi per l'introduzione dei medicinali'. Intervista al presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi (Il Sole 24 Ore, pag. 29)

MORNING NOTE: L'AGENDA DI VENERDI' 9 DICEMBRE...
Radiocor -
Bruxelles: riunione del Consiglio europeo

- Genova: convegno Ucid Liguria 'Elite di Potere ed Etica'. Partecipano, tra gli altri, Ettore Gotti Tedeschi; Mario Tronchetti Provera; Cardinale Angelo Bagnasco.

- Roma: proseguono i lavori del 14esimo Congresso Nazionale del Credito Cooperativo con gli interventi del presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, del vice direttore generale di Bankitalia, Anna Maria Tarantola, del commissario Consob, Luca Enriques e del vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani.

5. S&P: 'CREDITWATCH' NEGATIVO SU ATLANTIA, ENEL, ENI E TERNA...
Radiocor -
Standard & Poor's, dopo avere messo in creditwatch con implicazioni negative i rating su 15 debiti sovrani dell'area euro, prende un analogo provvedimento per 26 aziende a controllo pubblico. Nell'elenco rientrano, per l'Italia, Enel (e la sua controllata spagnola Endesa), Eni e Terna. Coinvolte anche tre societa' non controllate dallo Stato ma esposte all'influenza della sfera pubblica in quanto operanti nelle infrastrutture: per l'Italia si tratta di Atlantia.

6. FONSAI: MEDIOBANCA CHIEDE AUMENTO 5-600 MLN IN TEMPI BREVI...
Radiocor -
Mediobanca ha invitato Fondiaria-Sai a ripristinare i ratio patrimoniali, procedendo a un aumento di capitale dell'ordine di 5-600 milioni di euro 'in tempi brevi', al fine di garantire il coretto funzionamento della compagnia. Questo il messaggio che Piazzetta Cuccia ha inviato in una lettera alla compagnia assicurativa del gruppo Ligresti, nei cui confronti e' esposta per 1,1 miliardi attraverso un prestito subordinato.

Da parte sua Unicredit e' favorevole a interventi strutturali sul capitale per Fonsai, di cui e' azionista e creditore. Unicredit e' azionista di Fonsai con il 6,6%, quota acquisita in occasione dell'aumento di capitale per 460 milioni di euro effettuato nella scorsa estate. Nella sua missiva Mediobanca ha gia' dato disponibilita' a fare la sua parte, ovvero ad 'accompagnare' l'operazione, strutturandola e seguendola.

7. «UN MITO COME JOBS», TIME INCORONA MARCHIONNE...
Dal "Corriere della Sera" -
Time incorona Marchionne Sergio Marchionne come Steve Jobs. Il paragone è del settimanale Time, che nel numero in edicola lunedì incorona l'amministratore delegato del Lingotto come «il salvatore dell'industria dell'auto». Colui che «ha salvato e creato migliaia di preziosi posti di lavoro negli Stati Uniti», si legge sul settimanale, a proposito di Marchionne, protagonista del rilancio di Chrysler, «tre anni fa sull'orlo della bancarotta». Con il patron della Apple, recentemente scomparso, Marchionne, secondo il Time, ha in comune una dote, quella «di mettere assolutamente a fuoco i problemi», ma anche il perfezionismo, accompagnato dalla capacità di motivare il suo team di lavoro.

8. L'AUTO CINESE CERCA L'INDOTTO A TORINO...
M.Ver. per il "Corriere della Sera" -
Si fa sempre più saldo il fil rouge che lega la Cina e la Torino dell'auto. Dopo l'arrivo a inizio novembre degli ingegneri di Baic, una delle «cinque sorelle» dell'industria automobilistica cinese, il 13 e 14 di dicembre approderanno sotto la Mole i responsabili acquisti dei più importanti costruttori di Pechino. La delegazione è composta dai rappresentanti di Changhe, FAW Car, Great Wall Motors, Jac, ZX Auto, e Sokon.

In quella che un tempo era la città della Fiat, ma che oggi conserva un tessuto produttivo intriso di know how ad alto livello nel design e nella progettazione, i costruttori cinesi cercheranno nuovi fornitori tra le aziende della zona aderenti a From Concept to Car, progetto della Camera di commercio gestito da Ceipiemonte.

La due giorni si aprirà con un convegno sul mercato dell'auto in Cina: la delegazione cinese presenterà i propri fabbisogni di approvvigionamento e le possibilità di collaborazione per la componentistica. Sono anche in programma appuntamenti direttamente con le imprese selezionate dai buyer cinesi, mentre nel secondo giorno gli ospiti saranno accompagnati nelle visite alle aziende torinesi. Già cinque anni fa la Jac ha fondato un centro ricerche presso il Politecnico e più recentemente il colosso Chang'an, partner di Suzuki e Ford, ha realizzato una struttura analoga nell'hinterland.

9. GAVIO E IL TETTO ALL'EARN OUT...
L. G. per "Il Sole 24 Ore" -
C'è un dettaglio in più nell'offerta presentata dal gruppo Gavio a Fondiaria Sai e ad Atlantia per rilevare il loro pacchetto di azioni Igli, controllante di Impregilo, che qualifica la proposta: il tetto all'earn out. Come è noto, Argo Finanziaria offre 3 euro per ciascun titolo del general contractor e un earn out con scadenza 24 mesi. L'earn out è la compensazione futura del prezzo nel caso in cui il titolo Impregilo, che oggi viaggia attorno ai 2,3 euro, dovesse salire parecchio. Insomma, sulla carta, una bella garanzia per chi dovesse decidere fin da ora di cedere la propria quota.

Tuttavia, il gruppo Gavio ha posto anche un tetto alla sua "disponibilità" di compensazione, ossia 0,3 euro a titolo (il 10% del valore dell'offerta). Bene che vada, quindi, FonSai incasserà 132 milioni, somma interessante vista l'attuale esigenza di cassa della compagnia, ma magari non completamente soddisfacente. Possibile che Beniamino Gavio ritocchi la proposta? Si vedrà, il termine in ogni caso per dire sì o no resta il 20 dicembre.

10. SPINA IN LUSSEMBURGO PER LA FAMIGLIA RIVA...
An. Giac. per "Il Sole 24 Ore" -
Salgono a 46,3 milioni di franchi svizzeri le perdite riportate a nuovo di Utia, capogruppo lussemburghese della famiglia Riva che detiene il 39,9% in Riva Fire, holding italiana operante nella siderurgia. Il bilancio 2010 evidenzia infatti un passivo di 5,8 milioni che si aggiunge ai 40,5 milioni di rosso riportato dagli esercizi precedenti accumulando così una perdita che ha superato il 75% del capitale (30 milioni) e le riserve (1,2 milioni), obbligando quindi i soci a deliberare fra la messa in liquidazione o il varo di una ricapitalizzazione.

Utia, di cui amministratore delegato è Adriano Riva, fratello di Emilio con il quale fondò il gruppo Riva & C. nel lontano 1954, ha mantenuto la quota Riva Fire in carico a 197,5 milioni, nonostante la partecipata italiana abbia chiuso il 2010 ancora in perdita per circa 55 milioni. Nel passivo figurano debiti per 225 milioni che rappresentano l'ammontare di in prestito obbligazionario emesso nel 2003, con durata decennale, sotto forma di zero coupon a un tasso del 75,8% del valore nominale con un rendimento medio a scadenza del 2,8% annuo.

11. NOKIA CHIAMA GOLDMAN PER DISMETTERE VERTU...
G. Ve. per "Il Sole 24 Ore" -
I telefoni più cari del mondo non si addicono alle ristrutturazioni aziendali. E così Nokia, gigante finlandese della telefonia, ha deciso di vendere Vertu, marchio che produce cellulari con prezzi da capogiro, da 5mila a oltre 150mila euro. Nessun gadget ultra-tecnologico, la ragione del costo di questi telefonini è nei materiali preziosi con cui sono realizzati. Nokia, invece, ha bisogno disperato di nuove tecnologie e di nuove idee che possano fermare l'emorragia di vendite causata dalla temibile concorrenza dell'iPhone di Apple.

E così mentre il gruppo si ristruttura per prepararsi alla nuova sfida, ha incaricato Goldman Sachs di sondare il terreno. Per ora su Vertu, che ha un fatturato vicino ai 300 milioni di euro, non sono uscite indiscrezioni di prezzo, ma si sa che alcuni private equity sono già pronti a valutare l'offerta. Nonostante la crisi, infatti, sembra ci sia ancora mercato per vendere, a peso d'oro, telefonini ai nuovi ricchi dei Paesi emergenti.

12. SODALIZIO FRA EMERGENTI PER CONTROLLARE REPSOL...
G. Ve. per "Il Sole 24 Ore" -
Adesso potrebbe toccare agli indiani. La grande giostra in cui si è trasformato il consiglio della compagnia petrolifera spagnola Repsol sembra destinata ancora a girare. Dopo gli accordi stretti il passato agosto dal gruppo delle costruzioni Sacyr, con i messicani di Pemex, per esercitare un controllo congiunto (e influenzare così la politica dei dividendi), adesso le porte si aprono a nuovi investitori.

Sacyr che era il socio forte del patto con quasi il 20%, ha visto le dimissioni del patron Luis del Rivero e ora si trova alle strette per un rifinanziamento del debito da quasi 5 miliardi. Così sul piatto è finita la quota detenuta nella compagnia petrolifera. A guidare le danze però questa volta sono i messicani di Pemex, che hanno sondato il gruppo energetico indiano Essar; un sodalizio fra emergenti che, se si dovesse concludere, metterebbe fine alla "spagnolità" del gruppo. Facendo saltare l'alibi sotto cui finora Sacyr si è ritagliata gli spazi per governare.

13. ROTTA VERSO ROTTAPHARM..
Sara Bennnewitz per "la Repubblica" -
Mala tempora, ma non per tutti. Lusso, alimentare e farmaceutico sono tre settori anticiclici che sanno navigare nei mercati turbolenti, e fanno gola. Difatti procede senza intoppi la gara dei fondi di private equity per conquistarsi un posto al sole nel capitale di Rottapharm. Le valutazioni oscillano tra 1,5 e 2 miliardi di euro (e le banche finanziatrici non mancherebbero), ma il prezzo finale dipenderà anche dal fatto che la famiglia Rovati accetti o meno di cedere la quota di maggioranza.

Quest´estate i pretendenti che s´erano presentati alla due diligence erano cinque, ma lunedì gli advisor dovrebbero eliminarne due dal prossimo round di offerte. La triade favorita è quella di Advent, Avista e Carlyle. E la voglia di entrare in Rottapharm è tale che potrebbe anche spuntare l´abbinata.

14. AUTO ELETTRICA SOGNO AMERICANO AL TRAMONTO...
Angelo Aquaro per "la Repubblica" -
Com´era verde la mia auto. Il sogno ecologico di Barack Obama rischia di diventare un incubo: almeno per il contribuente. Cinque miliardi di dollari bruciati peggio che nella combustione di un vecchio motore. Cinque miliardi di aiuti che dovevano creare un mercato con un milione di auto entro il 2015: e che ne creerà invece molto meno della metà.

«Se vogliamo ridurre la nostra dipendenza dal petrolio, rimettere l´America al lavoro e reimporre il nostro settore manifatturiero nel mondo dobbiamo essere capaci di produrre veicoli più sviluppati ed efficienti»: così parlò il presidente.

Ma le previsioni invece che verdi sono nere. Anche per l´occupazione. Il presidente aveva promesso migliaia di nuovi posti di lavoro. E, invece, è un massacro: almeno secondo i dati riportati dal Washington Post. La A23 Systems aveva ricevuto 380 milioni di dollari di aiuti promettendo di creare 3000 nuovi posti di lavoro. I posti sono 690: e la compagnia sta continuando a licenziare. La EnerDel aveva ricevuto un prestito da 118 milioni di dollari: il suo maggiore cliente è fallito.

Johnson Controls con i 299 milioni di dollari ricevuti doveva costruire due fabbriche: ne ha costruita solo una perché la domanda non è sufficiente. Sembra una maledizione. Un´altra industria ecologica, Solyndra, era stata sbandierata dall´amministrazione come modello di sviluppo. E invece ha fatto bancarotta trascinando Obama nello scandalo perché i suoi uomini avevano premuto per farle avere aiuti. Altro che auto elettrica: c´è sempre nuova benzina che brucia sul fuoco del presidente.

15. UNGARO CAMBIA ANCORA, I SEI MESI DI ARONSSON...
M.S.S. per il "Corriere della Sera" -
Ci sono marchi che, pur avendo grande fama, sembrano non trovare pace. È il caso di Ungaro, storico brand francese del lusso che, secondo quanto riportato da Wwd e ripreso ieri dal Wall Street Journal, starebbe per cambiare amministratore delegato. Di nuovo. Se ne va dopo soli sei mesi Jeffry M. Aronsson, l'esperto di ristrutturazioni aziendali che avrebbe dovuto tagliare le perdite e restituire immagine al marchio. Asim Abdullah, l'imprenditore americano di origini pachistane che ha rilevato l'azienda nel 2005 da Ferragamo, avrebbe deciso di non rinnovargli il contratto. La società «non intende commentare».

Diventa, dunque, sempre più difficile la situazione della maison francese che - secondo il Wall Street Journal - nel 2010 ha registrato perdite per 8,4 milioni di dollari (6,3 milioni di euro) su un fatturato di 6,3 milioni e ne ha accumulate per 50 milioni di dollari negli ultimi quattro anni. Si era parlato di possibili acquirenti, tra i nomi anche quello di Paris Group che in Italia ha rilevato Ferré. La maison è stata fondata dallo stilista francese di origini italiane Emmanuel Matteotti Ungaro nel '65, dopo l'apprendistato da Balenciaga («un secondo padre»). Nel '96 cede la maggioranza. Il «matrimonio perfetto» (Ferragamo forte negli accessori, Ungaro nell'abbigliamento) non funziona e dopo quasi 10 anni Ferragamo passa la mano ad Asim Abdullah. Che a sua volta non ha ancora trovato la chiave per far rendere il marchio.

16. SE ANDROID VA SUL CRUSCOTTO RENAULT...
S. Mont. per il "Corriere della Sera" -
Renault vuole connettere le auto, assecondando la tendenza globale a portare il web fuori dal computer. A «Le Web 2011», il grande salone dell'information technology che si tiene in questi giorni a Parigi, il patron Carlos Ghosn ha annunciato che le nuove Clio 4 e le Zoe elettriche saranno equipaggiate di un tablet con schermo da 7 pollici e il sistema R-link basato sul sistema operativo Android. L'obiettivo è estendere il lavoro degli sviluppatori chiamati a inventare nuove app e a trasformare le automobili in una nuova possibile piattaforma.

Patrick Hoffstetter, capo della sezione digital di Renault con precedenti esperienze come manager dell'operatore telefonico Sfr, prevede che i nuovi modelli Renault saranno venduti con il tablet inserito nel cruscotto e una cinquantina di applicazioni (sviluppate da Renault) già installate. In prospettiva, sarà incoraggiato il lavoro dei programmatori indipendenti per creare un «app Store» dedicato al mondo del trasporto su gomma. Renault prevede di vendere circa tre milioni di auto nel 2012: molto, ma non abbastanza per costituire un mercato a sé stante. Manca ancora uno standard unico per i tablet su quattro ruote, ma l'industria automobilistica potrebbe presto muoversi in quella direzione.

 

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